... e di uno stadio da 75mila posti
di Augusto Mattioli
SIENA. Victoria ha sette anni e pesa appena dodici chili. Vive in un quartiere ghetto di Kitwe, la seconda città dello Zambia, paese dell’Africa meridionale, che ai tempi del colonialismo inglese era stato recintato perché dall’esterno non si vedesse la miseria di chi vi abitava. Victoria che vive in una piccola casa – un piano, due stanzette che con il caldo si trasformano in un forno – è una dei tanti bambini e giovani di cui si occupa l’associazione di ChiancianoT erme Insieme per caso, che da anni opera nel paese africano realizzando progetti di cooperazione, supportati dalla Provincia di Siena, dalla Fondazione Montepaschi e da vari partner.
Una delegazione della Provincia, guidata dall’assessore allo cooperazione internazionale Gabriele Berni, è stata nel paese africano dove ha avuto incontri, nella “Copperbelt province”, con la autorità locali per prendere accordi su attività comuni.
L’aspetto più interessante, al di là degli incontri ufficiali con le varie istituzioni che possono comunque avere sviluppi futuri concreti in vari settori come turismo e agricoltura), sono i progetti realizzati e in corso, coordinati dall’associazione chiancianese che ha iniziato la sua attività nel paese africano nel 2003. L’associazione oggi èriconosciuta in Zambia come organizzazione non governativa di livello internazionale. I risultati del lavoro svolto in questi anni per costruire qualcosa di solido e duratura partendo dal basso, con un’attenzione ai più poveri sono concreti. Progetti di microcredito per stimolare piccole attività economiche che possano consentire a chi le svolge un’entrata economica. Una scuola tecnica realizzata in un territorio povero, nella zona rurale di Buntungwa, vicino alla cittadina di Luanshya, che ha lo scopo di preparare giovani tecnici in vari settori, dall’agricoltura alla meccanica, dall’informatica alla sartoria che stata inaugurata con un grande festa alla quale hanno partecipato centinaia di persone. Un centro medico “a vocazione materno infantile” vicino alla scuola, della cui organizzazione pratica si occupa Arturo Dinetti, medico senese di San Quirico d’Orcia, e anche un campo di calcio per le attività dei numerosissimi ragazzi che vivono in questo territorio.
Oltre alla scuola tecnica Insieme per caso porta avanti, ma le difficoltà finanziarie sono sempre dietro l’angolo, le attività di una scuola primaria, la Kapepa community school situata nelle campagne vicine a Luanshya. Una scuola povera di mezzi, aule strette, banchi vecchi che non bastano per i numerosi alunni che la frequentano. La scuola in Zambia non sembra essere alla portata di tutti anche se formalmente è per tutti. Ma molti ragazzi non ci vanno, come si può notare quando giriamo per le strade delle città o nelle campagne.
Quella della scuola di Kapepa è una situazione difficile ma non certo drammatica come quella che invece troviamo al centro nutrizionale di Chibote dove il progetto di Insieme per caso è quello di far mangiare ogni giorno bambini con famiglie molto disagiate o che non ne hanno affatto. Nello stesso luogo, più defilato, un edificio a un piano dove vengono seguiti i malati di lebbra, una malattia ancora presente in questa parte dell’Africa. Soprattutto anziani. Una visione che è un vero pugno nello stomaco che fa mettere da parte la macchina fotografica.
E mentre c’è chi lotta per sopravvivere nella campagna nei pressi di Ndola, capoluogo della provincia di Copperbelt, appare improvvisa la sagoma di un megastadio da 75 mila posti, realizzato con capitali cinesi che in Zambia hanno forti interessi economici. Una vera cattedrale nel deserto. Uno schiaffo alla povertà di tanta gente che vive di poche cose. La presenza di capitali stranieri è un tema che i questo paese fa discutere. I cinesi sono in Zambia in maniera massiccia, come del resto in altri paesi african, una presenza che sa di colonialismo.
La delegazione senese aveva in programma anche una visita alle miniere sono però gestite dai cinesi. Che hanno fatto sapere di non essere disposti ad aprire le porte a nessuno.
SIENA. Victoria ha sette anni e pesa appena dodici chili. Vive in un quartiere ghetto di Kitwe, la seconda città dello Zambia, paese dell’Africa meridionale, che ai tempi del colonialismo inglese era stato recintato perché dall’esterno non si vedesse la miseria di chi vi abitava. Victoria che vive in una piccola casa – un piano, due stanzette che con il caldo si trasformano in un forno – è una dei tanti bambini e giovani di cui si occupa l’associazione di ChiancianoT erme Insieme per caso, che da anni opera nel paese africano realizzando progetti di cooperazione, supportati dalla Provincia di Siena, dalla Fondazione Montepaschi e da vari partner.
Una delegazione della Provincia, guidata dall’assessore allo cooperazione internazionale Gabriele Berni, è stata nel paese africano dove ha avuto incontri, nella “Copperbelt province”, con la autorità locali per prendere accordi su attività comuni.
L’aspetto più interessante, al di là degli incontri ufficiali con le varie istituzioni che possono comunque avere sviluppi futuri concreti in vari settori come turismo e agricoltura), sono i progetti realizzati e in corso, coordinati dall’associazione chiancianese che ha iniziato la sua attività nel paese africano nel 2003. L’associazione oggi èriconosciuta in Zambia come organizzazione non governativa di livello internazionale. I risultati del lavoro svolto in questi anni per costruire qualcosa di solido e duratura partendo dal basso, con un’attenzione ai più poveri sono concreti. Progetti di microcredito per stimolare piccole attività economiche che possano consentire a chi le svolge un’entrata economica. Una scuola tecnica realizzata in un territorio povero, nella zona rurale di Buntungwa, vicino alla cittadina di Luanshya, che ha lo scopo di preparare giovani tecnici in vari settori, dall’agricoltura alla meccanica, dall’informatica alla sartoria che stata inaugurata con un grande festa alla quale hanno partecipato centinaia di persone. Un centro medico “a vocazione materno infantile” vicino alla scuola, della cui organizzazione pratica si occupa Arturo Dinetti, medico senese di San Quirico d’Orcia, e anche un campo di calcio per le attività dei numerosissimi ragazzi che vivono in questo territorio.
Oltre alla scuola tecnica Insieme per caso porta avanti, ma le difficoltà finanziarie sono sempre dietro l’angolo, le attività di una scuola primaria, la Kapepa community school situata nelle campagne vicine a Luanshya. Una scuola povera di mezzi, aule strette, banchi vecchi che non bastano per i numerosi alunni che la frequentano. La scuola in Zambia non sembra essere alla portata di tutti anche se formalmente è per tutti. Ma molti ragazzi non ci vanno, come si può notare quando giriamo per le strade delle città o nelle campagne.
Quella della scuola di Kapepa è una situazione difficile ma non certo drammatica come quella che invece troviamo al centro nutrizionale di Chibote dove il progetto di Insieme per caso è quello di far mangiare ogni giorno bambini con famiglie molto disagiate o che non ne hanno affatto. Nello stesso luogo, più defilato, un edificio a un piano dove vengono seguiti i malati di lebbra, una malattia ancora presente in questa parte dell’Africa. Soprattutto anziani. Una visione che è un vero pugno nello stomaco che fa mettere da parte la macchina fotografica.
E mentre c’è chi lotta per sopravvivere nella campagna nei pressi di Ndola, capoluogo della provincia di Copperbelt, appare improvvisa la sagoma di un megastadio da 75 mila posti, realizzato con capitali cinesi che in Zambia hanno forti interessi economici. Una vera cattedrale nel deserto. Uno schiaffo alla povertà di tanta gente che vive di poche cose. La presenza di capitali stranieri è un tema che i questo paese fa discutere. I cinesi sono in Zambia in maniera massiccia, come del resto in altri paesi african, una presenza che sa di colonialismo.
La delegazione senese aveva in programma anche una visita alle miniere sono però gestite dai cinesi. Che hanno fatto sapere di non essere disposti ad aprire le porte a nessuno.