FIRENZE. Dal primo gennaio scorso, Autostrade per l’Italia ha bloccato i telepass esenti rilasciati ad esempio ai mezzi di soccorso come le ambulanze. Le singole associazioni, secondo le nuove regole, dovrebbero attivarsi il telepass per conto loro; proprio come si fa con le auto dei singoli privati cittadini. Il caso è esploso dopo che, al casello di Pistoia, un’ambulanza che trasportava verso l’ospedale un paziente in codice rosso si è trovata a perdere istanti preziosi perché la sbarra non si alzava. «E’ inaccettabile», tuona il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI) che già nel giugno scorso aveva depositato una mozione per chiedere che la Regione intervenisse presso il governo per assicurare ai mezzi di soccorso del volontariato il libero accesso nella rete autostradale. «Allora – ricorda Mugnai – la questione si risolse e la mozione decadde. Sarei pronto a ripresentarla anche oggi, se la fine della legislatura in corso non lasciasse prevedere eccessive difficoltà all’approdo in aula. E poi, in tutti i casi, i tempi si allungherebbero per una questione che invece va affrontata subito e di petto. Serve buon senso. Solo buon senso – prosegue – per rispetto al mondo del volontariato che si prodiga, malgrado mille difficoltà, nel dare gambe al sistema dell’emergenza-urgenza in sanità con impegno e abnegazione. E’ impensabile che ambulanze e auto private siano messe sullo stesso piano, soprattutto dopo 15 anni che le associazioni facenti capo all’Associazione nazionale pubbliche assistenze fruiscono, e giustamente, del telepass come esenti».
Secondo l’esponente di Forza Italia bisogna che la Regione si faccia sentire a Roma. E subito: «Il volontariato – sostiene Mugnai – è una risorsa fondamentale per il nostro sistema sanitario, certo, ma anche per l’identità civica della Toscana ove la Misericordia, ad esempio, opera da ben 770 anni plasmando il tessuto culturale e sociale dei nostri territori. Per questo trovo giusto che sia proprio la nostra Regione a promuovere un’azione presso il governo nazionale. Ora: non domani, né tra una settimana o un mese o, peggio, con la prossima legislatura. A quel volontariato a cui la Regione è sempre pronta a chiedere, è tempo di restituire qualcosa almeno in termini di rispetto, interesse e considerazione».