IL protocollo senese diventato punto di riferimento anche fuori dai confini italiani
SIENA. Quasi 40 nuovi casi all’anno in tutta Italia. Di questi oltre l’85% sono curati a Siena, nel reparto di Oftalmologia del policlinico Le Scotte, che dall’inizio dell’anno ha visto 23 nuovi arrivi mentre sono più di 300 quelli seguiti nel follow up. Il retinoblastoma, tumore dell’occhio che colpisce i bambini nei primi tre anni di vita, è una malattia rara che a Siena ha il suo centro di riferimento nazionale.
Il nuovo protocollo senese. «Il protocollo all’azienda ospedaliera di Siena– spiega la dottoressa – è sovrapponibile ai protocolli europei e statunitensi per la cura della malattia. E’ innovativo, comprende non solo le terapie focali ma tutti i tipi di chemioterapia locale, intra vetriale, intra arteriosa e peribulbale, oltre alla chemio sistemica». Un protocollo che dà risultati molto positivi. «L’ultima terapia che abbiamo introdotto, la chemio intra arteriosa, ha permesso di salvare oltre il 50% degli occhi che in passato era destinato all’enucleazione». Il protocollo senese vede la collaborazione della dottoressa Doris Hadjistilianou, responsabile del centro retinoblastoma dell’U.O.C. Oculistica, direttore il professor Edoardo Motolese, del dottor Carlo Venturi, direttore della Neuroradiologia Diagnostica e Interventistica del policlinico Santa Maria alle Scotte (Nint) e della Clinica Pediatrica con il professor Paolo Balestri e il professor Alfonso D’Ambrosio.
«Il Nint – continua la dottoressa Hadjistilianou – supporta la nostra attività non solo nella terapia intrarteriosa, ma anche nel neuro imaging con il dottor Paolo Galluzzi che uno dei responsabili europei per gli studi della risonanza magnetica applicati al retinoblastoma».
Dati positivi per la qualità della vita dei bambini. Un lavoro di gruppo che ha dato risultati più che positivi e che ha visto crescere le aspettative di una vita normale per i piccoli pazienti. «Ovviamente la qualità dei risultati – commenta la dottoressa senese di origine greca – dipende dello stadio della malattia. Se si effettua una diagnosi precoce si ha una maggiore probabilità di conservazione sia del bulbo oculare, sia della vista. Se la diagnosi avviene in stadi avanzati si riducono sia la funzione, sia il mantenimento dell’organo».
Eccellenza per il retinoblastoma. Dunque, diventa fondamentale avere un’eccellenza come Siena. «Certo, è importante un centro di riferimento terziario, di alta specialità, per la diagnosi e la cura malattia come il retinoblastoma. Data la rarità e l’esiguo numero di casi in Italia all’anno, è importante che le esperienze accumulate in unico centro aiutino a focalizzare sempre di piu , in base ad una lunga esperienza ormai accumulata, su linee guida terapeutiche sempre più appropriate e selezionate in base allo stadio di malattia di ciascun piccolo paziente».
Siena punto di riferimento oltre i confini d’Italia. Grazie alla fama conquistata negli anni, Siena è il punto di riferimento non soltanto per i bambini italiani. «Abbiamo pazienti da tutta Italia e dai numerosi paesi Balcanici e del Mediterraneo. Arrivano bambini greci, per ovvi motivi, dal Kosovo, dalla Slovacchia, Polonia,romania, molti dall’Albania, ma abbiamo anche spagnoli e marocchini».
Il gruppo senese può contare anche su un ottimo centro di ricerca che ha dato risultati nel campo della genetica, dell’epigenetica, della oncopatologia, e della neuroradiologia.
Incontro europeo su ricerca e cura del retinoblastoma. E proprio sulla ricerca e sulla cura del retinoblastoma si farà il punto venerdì 21 settembre a Siena (hotel Garden) durante il congresso europeo “Ocular Oncology Day – Retinoblastoma guidelines” coordinato proprio dalla dottoressa Hadjistilianou. «Dal congresso vogliamo che escano linee guida per la diagnosi e la terapia a livello europeo. Questo a supporto non solo di una migliore assistenza verso i bambini, ma anche per una interazione dei centri di alta specialità europei e mondiali con i quali collaboriamo». I centri internazionali con i quali Siena collabora sono l’Università di Liverpool e il prof Bertil Damato, l’Università di Helsinky con il prof Tero Kivelä, l’Istituto Curie di Parigi e la professoressaLaurence Desjardins, l’Hôpital Jules Gonin di Losanna con il professor Francis Munier, il Wills Eye di Philadelphia dove lavora il professor Jerry Shields e il Memorial Hospital di New York con il professore David Abramson».
In fondo ai tuoi occhi è una associazione non-profit nata nel maggio 2012 per la raccolta fondi per il reparto di Oftalmologia dell’ospedale Le Scotte di Siena dove si trova il centro di eccellenza per la cura del retinoblastoma. Porta avanti una campagna di comunicazione e di sensibilizzazione verso il trattamento del tumore che colpisce i bambini. Presidente è Andrea Settefonti
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