SIENA. Domani, domenica 26 settembre 2921, si terrà la 107a Giornata mondiale del migrante e rifugiato (GMMR), che quest’anno ha come slogan “Verso un noi sempre più grande” attraverso il quale Papa Francesco ha voluto lanciare un duplice appello ai fedeli cattolici innanzitutto e poi a tutti gli uomini e le donne del mondo, “perché non ci siano più muri che ci separino, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità”.
Le celebrazioni principali della GMMR si terranno a Loreto. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della Fondazione Migrantes (https://www.migrantes.it/gmmr-2021/ ).
Anche l’Arcidiocesi di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino ha deciso, sempre domenica 26 settembre 2021, alle ore 15,30 presso il Centro Pastorale di Montarioso di convocare idealmente gli stati generali sui migranti ai quali prenderanno parte i volontari e le associazioni che sul territorio dell’arcidiocesi si occupano di tale settore.
A presiedere l’incontro il il cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino che per la Conferenza Episcopale Toscana ricopre anche l’incarico di delegato per le migrazioni.
“Domenica – spiega il cardinale Lojudice – sarà il momento per riflettere tutti insieme sul messaggio del Papa per questa giornata con il quale ci esorta tutti ad impegnarci per abbattere i muri che ci separano e costruire ponti che favoriscano la cultura dell’incontro, consapevoli dell’intima interconnessione che esiste tra noi.
“In questa prospettiva – il cardinale cita sempre il Papa – le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno. Allora, se lo vogliamo, possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro, dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande. Il Papa ci dice che siamo chiamati a sognare non dobbiamo aver paura di sognare e di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune”.