
SIENA. Ieri, domenica 16 marzo alle ore 17, nell’aula 101 del Palazzo di San Niccolò dell’Università di Siena, si è tenuto l’incontro “Luoghi negati lontani, luoghi negati vicini”, ovvero un dibattito sulla situazione attuale dei richiedenti asilo senza fissa dimora a Siena, moderato da Nevia Dattilo e con gli interventi di Gianfranco Schiavone e di Tommaso Sbriccolis.
Nel corso dell’incontro – a cui hanno partecipato più di cento persone – è emersa con chiarezza la gravità della situazione attuale. Ancora oggi circa 120 richiedenti asilo, provenienti principalmente da Pakistan ed Afghanistan, trascorrono la notte nei dormitori messi a disposizione dalla Caritas, nella sede di Rifondazione Comunista o e nei parcheggi della città, in attesa che la Prefettura fornisca loro un posto nel sistema di accoglienza, come garantito dalla normativa Europea e da quella italiana. Nonostante che da anni la rete SiSolidal denunci la violazione dei diritti di queste persone – comprovata recentemente anche da alcune pronunce del TAR – appare chiaro infatti come vengano quotidianamente ignorate le leggi che regolano le procedure di richiesta asilo e tutelano i richiedenti asilo, imponendo che tutto il possibile debba essere fatto afnchc essi ottengano un luogo dignitoso in cui vivere in attesa dell’analisi delle loro domande di asilo.
Gianfranco Schiavone ha illustrato varie norme e principi che regolano l’accoglienza dei richiedenti asilo, quali l’obbligo della tempestività nel fornire un alloggio ai richiedenti asilo, l’illegittimità di produrre categorie diferenti di richiedenti asilo attribuendo a ciascuna di esse diferenti gradi di riconoscimento del proprio diritto ad essere accolte, o la necessità di applicare ai richiedenti asilo sotto procedura Dublino gli stressi principi di accoglienza di tutti gli altri. Appare chiaro come il Decreto Prefettizio del 14 gennaio 2025, che illustra proprio i principi seguiti dalla Prefettura nell’accoglienza di richiedenti asilo, presenti gravi violazioni di tale normativa. I tempi medi per avere accesso ad un posto in un CAS della Provincia di Siena, tra i 5 e i 7 mesi, mostrano di certo l’inerzia nel cercare e quindi mettere a disposizione nuovi posti nel sistema di accoglienza. Tommaso Sbriccoli ha invece raccontato il percorso della rete SiSolidal – formata da varie associazioni locali e da privati cittadini – che dalla primavera del 2022 ha preso in carico a tutti i livelli (sanitario, legale, amministrativo, etcs) i bisogni di queste persone, sostituendosi in molti casi a quello che dovrebbe essere il compito delle istituzioni.
Durante il dibattito è intervenuto anche un rifugiato proveniente dal Pakistan, che ha raccontato la sua esperienza a Siena, dal primo periodo in cui per mesi ha dormito per strada e nei parcheggi – un momento durissimo della sua vita che è riuscito ad affrontare anche grazie all’aiuto delle associazioni e dei cittadini che lo hanno sostenuto – fino all’attuale condizione di autonomia, con un lavoro e una casa, dopo anni di sofferenze e difcoltà.
La grande partecipazione cittadina all’evento mostra quanto la grave situazione di violazione sistematica dei diritti di queste persone – che hanno lasciato i loro paesi per fuggire da situazioni di confitto, di forte soferenza e di rischio generalizzato – stia a cuore a sempre più persone, e che è davvero giunto il momento di porvi rimedio.