A Siena, la Pubblica Assistenza e la Misericordia sono impegnate in servizi straordinari per far fronte all'emergenza sanitaria
di Augusto Mattioli
SIENA. Per resistere al coronavirus sia Pubblica assistenza che Associazione di Misericordia ci sono ogni giorno. Enti che fanno leva sul volontariato, sulla disponibilità delle persone a lavorare per chi ha bisogno. Ma del resto le associazioni di volontariato a Siena non mancano, contrade comprese, e costituiscono una rete importante per chi si trova in condizioni di debolezza non solo per quanto riguarda la salute.
La Pubblica Assistenza e la Misericordia, per il ruolo che svolgono, sono perennemente in prima linea in coordinamento stretto con il 118, e si trovano anche adesso, nella lotta al virus e alla sue conseguenze, in un ruolo di protagonisti indiscussi, indirizzando gran parte del loro lavoro proprio all’emergenza e ai servizi che ne sono scaturiti.
Dice Fabio Lapisti, presidente della Pubblica Assistenza: “Attualmente non facciamo i servizi ordinari come ad esempio trasporto per visite specialistiche, ma quelli legati all’ emergenza. Funziona invece il servizio per il trasporto di chi deve fare la dialisi e l’attività di consegna della spesa per chi non è in grado di poterla fare in proprio. E’ attivo anche il servizio di onoranze funebri”. Puntualizza Lapisti sulla organizzazione del lavoro per il virus. “Per portare in ospedale una persona con sospetto di coronavirus abbiamo svuotato un’ambulanza mantenendovi le attrezzature necessarie nel caso di una richiesta di intervento. Inoltre la prossima settimana avremo disponibile anche l’auto con il medico a bordo che segue l’ambulanza”. Un’attività delicata, il trasporto dei sospetti infetti, per la quale occorre prudenza, attenzione e prevenzione in particolare per la salute di chi svolge questi servizi. “Il personale deve essere adeguatamente dotato di materiali che possano evitare il contagio. All’inizio – sottolinea Lapisti – problemi su questo settore ce ne sono stati. Ora abbiamo tutti i presidi sanitari: tute, scafandri, occhiali, mascherine. Materiali che devono essere sempre disponibili: attualmente abbiamo una settimana di autonomia”. Già, i dispositivi di protezione.
“Il problema più grosso – fa presente Andrea Valboni, presidente dell’associazione di Misericordia di Siena -sono questi dispositivi per i volontari: occorrono quelli giusti altrimenti ci sono rischi. Nell’Italia del nord, sono in contatto con alcuni operatori , ci sono stati dei morti tra i volontari”. Valboni aggiunge che il Comune di Siena per la fornitura di mascherine “ ha fatto il possibile”.
Riguardo le attività dei tempi normali Valboni sottolinea come nei servizi ordinari ci sia stato un crollo, un calo consistente. Tutto , escluse le urgenze, è dedicato a far fronte al virus. “Oltre al servizio di trasporto in ambulanza per possibili contagiati ci sono altri impegni legati all’emergenza. C’è infatti chi non può fare la spesa, chi ha necessità di medicinali, chi è in quarantena ed è ovviamente isolato, chi ha bisogno di una voce di conforto al telefono. E chi è in difficili condizioni economiche. Una umanità che, occorre sottolineare, non deve essere lasciata sola a combattere in questa nuova realtà arrivata con la violenza di uno tsunami che ha trovato il mondo impreparato.
“Il volontariato – precisano i due presidenti – ha un ruolo fondamentale in questo momento per la città.
“Stiamo dando un grosso aiuto al Comune e ai senesi- aggiunge Valboni- per fortuna, pur con tutti i problemi che ci sono, vedi i casi di Santa Petronilla o Sarteano, qui la situazione non è tragica come al nord . Non te la puoi neanche immaginare”.