Un gesto di solidarietà in occasione del 25 novembre con i volontari di Avis Taverne e Arbia, dell’Hotwheels Scooter Club e del Siena Ghibellines Quidditch
SIENA. Sangue donato per dire basta a quello versato in ogni femminicidio. E’ l’iniziativa di Avis Taverne e Arbia insieme agli amici dell’Hotwheels Scooter Club e del Siena Ghibellines Quidditch Club in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Giovedì 25 novembre alcuni volontari si sono recati al centro emotrasfusionale dell’ospedale di Siena per donare il proprio sangue come gesto di solidarietà verso tutte le donne vittime di violenza. E lo hanno fatto con un messaggio chiaro di “stop” scritto sulle mani o ricordando il numero antiviolenza 1522. All’appuntamento non è voluto mancare anche il Dottor Giuseppe Marotta, direttore del Dipartimento di Innovazione, sperimentazione e ricerca clinica e traslazionale, e della UOC Immunoematologia e Servizio Trasfusionale, che ha sottolineato: «Ringrazio di cuore l’Avis di Taverne ed Arbia per l’iniziativa odierna che dà un duplice segnale: da una parte la forte sensibilizzazione verso una tematica come quella della violenza contro le donne, dall’altra il nobile gesto della donazione del sangue e degli emocomponenti, l’atto di generosità per eccellenza verso l’altro. Tutti i professionisti dell’Immunoematologia e Servizio Trasfusionale hanno accolto con entusiasmo questa iniziativa, ringraziando i partecipanti e ricordando il grande contributo di tutte le associazioni del territorio e di tutte le persone che fanno parte della grande famiglia dei donatori di sangue».
«In questa giornata ricca di significato abbiamo voluto sottolineare il reale valore del sangue come simbolo di solidarietà contro quel sangue che troppo spesso continua far rima con violenza sulle donne – spiega il presidente di Avis Taverne e Arbia Umberto Bongini -. Un piccolo gesto ma ricco di valore nella speranza che il suo eco possa diffondersi in tutte le case e in tutti i luoghi di lavoro dove purtroppo le donne sono vittime di soprusi e violenza. Nel dna della nostra associazione c’è anche e soprattutto questo – conclude Bongini -: mettere la faccia oltre che il sangue in aiuto degli altri e per la promozione dei valori di socialità e rispetto che devono essere le radici proprio di quella società che intendiamo migliorare in ogni gesto quotidiano».