di Vito Zita
SIENA. A inizio febbraio, prima che si sviluppasse la pandemia del Covid-19, era finalmente giunta la notizia che erano ripresi gli scavi di Adulis.
Adulis è un sito archeologico situato nella regione del Mar Rosso Settentrionale dell’Eritrea, circa 70 km a sud di Massaua, ed era il porto dell’antico Regno di Axum. Adulis, già citato da Plinio il Vecchio, costituì uno dei maggiori centri di scambio del Mar Rosso e un punto di riferimento fondamentale nei traffici commerciali fra l’entroterra africano e la penisola arabica, l’Egitto e l’India.
Già nel 2011 era stata avviata una missione archeologica italo-eritrea che nel tempo ha coinvolto una pluralità di istituzioni come il Ce.R.D.O. (Centro di Ricerche sul Deserto Orientale), il Centro di GeoTecnologie dell’Università degli Studi di Siena, il Museo Nazionale Eritreo, l’Università Cattolica di Milano, l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, l’Università “L’Orientale” di Napoli. Lo scopo del progetto, coordinato dagli archeologi italiani Angelo e Alfredo Castiglioni, era di condurre indagini mirate al recupero di vecchi scavi e eseguire una analisi della stratigrafia dell’insediamento. A questo compito particolare ha provveduto il CGT dell’Università di Siena tra il 2011 e il 2012 realizzando un nuovo rilievo topografico dell’intera città di Adulis, posizionando tutti i vecchi scavi compiuti nel XIX e nel XX secolo.
Secondo quanto riportato dal sito della nostra Ambasciata in Eritrea a settembre 2019, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha confermato e incrementato, previo parere dell’Ambasciata d’Italia ad Asmara, i contributi a favore delle missioni archeologiche italiane in Eritrea per l’anno 2019 assegnati dalla Direzione competente della Farnesina ammontano a un totale di € 20.000 e sono così distribuiti:
– Adulis, Eritrea: scavo archeologico, valorizzazione e formazione – € 8.000 (Università Cattolica di Milano);
– Adulis, Eritrea: restauro, conservazione del patrimonio archeologico, valorizzazione e formazione – € 2.000 (Politecnico di Milano);
– A metà del cammino di Homo: evidenze dalla Dancalia eritrea – € 5.000 (Università la Sapienza di Roma);
– Buia: una finestra sulle origini dell’umanità. Collaborazione a scavi, ricerche e formazione di personale in loco – € 5.000 (Università di Firenze).
Più recentemente l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, con sede a Khartoum con competenza per l’Eritrea-Camerun-RCA e Chad, ha comunicato l’inizio del progetto, che ha ricevuto l’approvazione delle Autorità eritree, approvato all’ultimo Comitato Congiunto del 2019 dedicato alla riabilitazione del sito archeologico di Adulis in Eritrea. Il progetto è finanziato dalla Cooperazione Italiana e realizzato dal Politecnico di Milano: una missione sul sito si è svolta in stretta collaborazione tra esperti eritrei ed italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per verificare lo stato di avanzamento degli scavi in un’area molto vasta all’interno di un contesto naturalistico di incredibile fascino e pressoché incontaminato. Ovviamente allo stato attuale della pandemia è tutto sospeso in attesa di riprendere i lavori di scavo in totale sicurezza.
Photo credits: AICS