COLLE VAL D’ELSA. Il
primo sostegno è arrivato da Elly Schlein. La segretaria del Pd, in visita a Poggibonsi, aveva salutato espressamente Riccardo Vannetti, candidato sindaco per il centrosinistra: “Ti abbraccio Riccardo – aveva detto Schlein – e ti chiedo di andare avanti con la giusta lotta per il salario minimo e per la dignità del lavoro”.
Poi è stata la volta di Dario Nardella. “È assolutamente possibile realizzare un sistema a livello comunale per imporre un tetto minimo di salario in tutti gli appalti pubblici di opere e servizi. Quindi ha fatto bene Riccardo Vannetti ad inserire nel suo programma di governo la proposta a livello locale”, ha dichiarato il sindaco Pd di Firenze, primo Comune in Italia ad aver introdotto il salario minimo di 9 euro negli appalti.
“Nonostante molti esponenti del Pd, anche nazionale, si siano più volte espressi sulle posizioni e le possibilità delle amministrazioni locali in tema di salario minimo – interviene Riccardo Vannetti – vengo accusato di demagogia, per due motivi: perché il lavoro è già ampiamente regolamentato dai contratti collettivi nazionali e perché, mi si spiega, i sindaci possono fare ben poco al riguardo. Onestamente io non sono d’accordo”.
Sono molti i Tribunali Amministrativi Regionali ad essersi pronunciati con sentenze sull’argomento. Non ultimo il Tar Piemonte, sezione 1, 23 novembre 2020, che ribadisce la “differenza tra il costo medio orario del lavoro indicato nelle tabelle ministeriali e i trattamenti salariali minimi inderogabili”.
“Quindi – continua Vannetti – ci sono degli spazi, come si vede, e non tutto è regolamentato alla perfezione.
Sull’altro aspetto, quando mi si dice che i sindaci possono fare ben poco, sono molto in disaccordo.
Credo che i sindaci possano fare molto, innanzitutto, come viene infatti sottolineato anche negli interventi di queste giornate”.
Proprio in questi giorni il Comune di Firenze, secondo in Italia dopo Livorno, ha approvato una delibera di giunta per cui “nessuno dovrà guadagnare meno di 9 euro l’ora negli appalti in cui il Comune è stazione appaltante” disponendo anche “una ricognizione di tutti i contratti in essere stipulati a partire dal 2022”.
“Gli strumenti di controllo possono essere applicati e debbono essere applicati a tutti – dice Vannetti – per quanto riguarda le aziende appaltanti ma anche per le subappaltanti, e questo è un dovere di ogni amministratore. Secondo punto importante: i sindaci devono applicare un nuovo concetto di economicità andando a includere in quelli che sono i requisiti minimi per le gare di appalto, non soltanto il miglior prezzo, subendo il giogo del prezzo al ribasso, ma anche altri aspetti, per esempio l’impiego di alcune categorie giovanili, le donne, oppure le categorie protette, ma anche l’impatto ambientale e quindi ridefinire il concetto di economicità all’interno appunto delle stesse gare d’appalto”.
Definita la questione dal punto di vista tecnico, il candidato del centrosinistra passa all’aspetto politico delle critiche ricevute.
“Vorrei sottolineare un aspetto molto importante sulla nostra coalizione e la coalizione alternativa che hanno due visioni politiche completamente diverse. Mi si accusa di essere Piddino. Ma è un aggettivo che, onestamente, non trovo offensivo. Invece faccio molta fatica a definire l’altro candidato, visto che le forze politiche le ha frequentate un po’ tutte, fino a definirsi oggi “civico”. Forse perché erano finite le forze politiche?”.
“Questa è la differenza tra di noi – conclude Vannetti -. E io oggi sono qui per portare avanti in maniera trasparente, concreta e non demagogica il cambiamento per questa città”.