SIENA. Ieri sera (6 aprile) una signora ha chiamato disperata il numero di pronto intervento 112, segnalando che ha appena parlato con un suo amico che si sta suicidando col monossido di carbonio. Contattata dai Carabinieri, la persona non risponde al cellulare per lungo tempo, poi si fa vivo. Inizia così una conversazione difficile che durerà venti minuti circa. Con discrezione il Carabiniere al telefono gira attorno al problema, mentre il suo collega approfitta del collegamento per richiedere al gestore telefonico di individuare le celle topografiche di copertura dei ripetitori. Franco descrive il suo insano gesto: “pensavo sarebbe stato più veloce, il gas di scarico avrebbe dovuto farmi perdere i sensi ma ancora sono lucido”. Il Carabiniere gli consiglia di interrompere un attimo e uscire dall’abitacolo per respirare e parlare meglio, in fondo per i gesti irrimediabili c’è sempre tempo. L’uomo gli racconta qualcosa della sua vita, ma la decisione ormai è presa, gli dispiace solo che ci voglia tanto tempo. Vorrebbe solo addormentarsi e dormire per sempre. Il militare insiste; nel frattempo le coordinate del luogo ricercato si affinano e l’autoradio dell’aliquota radiomobile trova la macchina in località Celsa di Sovicille e trovano l’uomo quasi privo di senso. L’aspirante suicida aveva infilato un tubo verde nel tubo di scappamento e aveva assicurato l’altro capo al finestrino con del nastro adesivo, in maniera che il ricambio dell’aria fosse quasi nullo. I militari aprono tutti gli sportelli della macchina e spengono il motore dell’autovettura, in maniera che l’uomo possa respirare bene, abbia tanto ossigeno. Fanno poi intervenire un’autoambulanza del 118 già in allerta. Trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso del Policlinico di Siena, l’uomo in breve si riprende.