L'assessore Michelotti approfitta per fare un primo bilancio del 2019
SIENA. Un nuovo Regolamento per la semplificazione, correzione e rettifica di difformità nei procedimenti edilizi. A presentarlo, dopo l’approvazione, ieri, in consiglio comunale, l’assessore all’Urbanistica ed Edilizia Privata, Francesco Michelotti, insieme a Paolo Giuliani dirigente del servizio Urbanistica e Fabrizio Mannucci responsabile del Servizio vigilanza e abusi edilizi.
Michelotti ha colto l’occasione per fare un bilancio di fine anno: <<In questo 2019 abbiamo portato a termine tre progetti importanti: il ripristino della Conferenza dei Servizi insieme alla Soprintendenza per dare un’accelerata al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche; abbiamo terminato la digitalizzazione dell’accesso agli atti delle pratiche edilizie e, infine, il terzo tassello approvato ieri in consiglio comunale, ovvero il Regolamento per la semplificazione, correzione e rettifica di difformità nei procedimenti edilizi>>. L’assessore ha poi premesso che <<non si tratta assolutamente di una sanatoria, ma di un provvedimento di buon senso che va a incidere su tantissimi immobili che presentano lievi imperfezioni, che non costituiscono abusi edilizi, ma che però li tengono al palo e non possono essere venduti. Non a caso questo problema ci era stato sollevato da cittadini e ordini professionali chiedendoci una procedura più snella per risolvere questi errori e bonificare la situazione: oggi grazie al regolamento è sufficiente una documentazione tecnica e fotografica che corredi una perizia asseverata e giurata.>>.
Michelotti ha poi ricordato che <<questo impegno lo avevamo preso in campagna elettorale>>.
Ad entrare nello specifico del Regolamento è stato Giuliani: <<E’ composto da due soli articoli che vanno a intervenire su tutte quelle piccole difformità tra lo stato attuale dei luoghi e quello conservato negli elaborati progettuali delle pratiche edilizie presenti in atti del Comune. Il primo articolo riguarda proprio gli errori grafici e di rilievo, mentre il secondo individua una serie di casistiche tali da includere queste difformità nelle fattispecie di non abusi edilizi e che quindi possono essere corretti e rettificati con la procedura da noi indicata >>. Giuliani ha portato l’esempio <<di strumenti di rilevazione un tempo molto meno precisi di quelli di oggi e che quindi possono avere generato elaborati progettuali non proprio esattamente conformi con l’attuale stato dei luoghi; a tal riguardo non siamo in presenza di un abuso ma solo di una minima diversità che però va rettificata>>. E attraverso il nuovo Regolamento <<si può fare in tempi molto più rapidi e con costi molto minori a carico dei cittadini e senza l’applicazione di sanzioni pecuniarie>>.
Proprio sul secondo articolo si è soffermato Mannucci: <<Abbiamo individuato una serie di casistiche per cui le opere non devono essere soggette ad accertamento di conformità e dunque non devono essere considerate abusi. In tutti questi casi basterà rivolgersi agli uffici comunali che provvederanno alla verifica e correttezza delle istanze presentate>>.
Le casistiche che non necessitano di alcun provvedimento di sanatoria, nel rispetto dei principi della legge regionale 65/2014, sono quelle opere realizzate, in corso di edificazione, in variante alla licenza o concessione edilizia, non costituenti totale difformità, ed eseguite prima dell’entrata in vigore della legge n. 10/1977 per le quali il Comune ha rilasciato certificato di abitabilità o agibilità e uso, esclusi gli interventi successivi; i lavori interni agli edifici eseguiti prima dell’entrata in vigore della legge 47/1985; le modifiche interne, con l’accertamento della realizzazione nei termini previsti dalla stessa legge 47/1985, ma con l’omissione del prescritto deposito della relazione, e anche le lievi modifiche, e le varianti in corso d’opera, in riferimento alla normativa vigente al momento della realizzazione, se presentate entro il termine di validità del titolo edilizio, oltre agli interventi assoggettati al regime dell’attività edilizia libera.