Numerosi i punti critici elencati nella lettera aperta
SIENA. Da alcuni abitanti di Pian delle Fornaci riceviamo e pubblichiamo.
“Gentile Sig. Sindaco,
sono un residente di Pian delle Fornaci, e sono molto soddisfatto delle rassicurazioni che lei dà circa il nuovo intervento nella zona là dove dichiara “Pian delle Fornaci, nessun rischio”. Di fronte alle sue certezze però a me sorgono alcuni dubbi/domande che vorrei porre alla sua attenzione, anche in considerazione del fatto che esponenti del suo partito hanno presentato un’interrogazione consiliare in cui hanno chiesto chiarezza circa la pericolosità idraulica della zona:
Come mai per l’area in questione, che “si trova in prossimità di un tratto di reticolo idrografico PAI”, è stata richiesta e ottenuta l’eliminazione dalla Carta di tutela del territorio del Bacino Regionale Ombrone?
È vero, come lei dice, che la “stragrande maggioranza del territorio senese” si trova in zona di classe di rischio 2 – quale l’attuale della declassata Pian delle Fornaci – ma mi chiedo: anche per tale “stragrande maggioranza del territorio” è stato necessario richiedere l’eliminazione dalla Carta di tutela?
In che anno per la zona è stato tolto il vincolo? Comunque nessuno, quando ha deciso di realizzare lì la propria abitazione, sapeva di andare a vivere in un terreno reso edificabile in seguito a cancellazione da classe di rischio tutelata.
Come mai nel territorio limitrofo a quello della cooperativa (a cui si permette la costruzione di 10 nuove abitazioni), di proprietà di un privato, non si concede licenza edilizia? Eppure anche in quel caso esiste un progetto per 3 nuove unità immobiliari.
Ammesso infine che carte bolli e timbri siano a posto, in attesa di presentazione di richiesta formale di accesso agli atti, sarebbe possibile parlare con chi ha progettato l’intervento, per avere un confronto?
Ma adesso, emulandola, le racconto le mie certezze.
In merito all’attuale situazione idrica:
Avessi saputo quanto sopra non avrei comprato casa a Pian delle Fornaci;
L’edificio realizzato nel 2009 non allaga grazie a 2 pompe che continuamente risucchiano l’acqua che scorre sotto, che poi viene convogliata nel Sorra;
La zona perimetrale a nord est dell’edificio – di fronte alla nuova prevista costruzione – nota come la “palude”, si allaga appena la pioggia torna ad essere insistente. Nel 2011 l’acqua arrivò fino al portone delle famiglie residenti al pian terreno;
Anche se piove leggermente l’acqua ristagna per poi scivolare verso le fondamenta del palazzo: abbiamo importanti problemi di infiltrazione;
Là dove si progetta il nuovo intervento, a 10 metri dall’edificio esistente, è presente un pozzo;
In merito alla viabilità:
Chi ha comprato nel 2009 – tra l’altro cofinanziando la costruzione di 5 appartamenti oltre alla stanzina, non prevista, tutti assegnati al Comune come da contratto e secondo norma regionale vigente all’epoca per tali interventi – sapeva della realizzazione di una strada retrostante e separata dalle abitazioni da verde pubblico e campi sportivi;
Al posto della strada prevista ne abbiamo invece una che costeggia pericolosamente le abitazioni esistenti e su cui transita, oltre al traffico residenziale, quello relativo a furgoni, camion e autotreni diretti alla zona artigianale;
Non è corretto che una strada che serve la zona artigianale e arreca notevoli disagi a tutti gli abitanti locali, debba essere condizionata, nella sua costruzione, alla realizzazione di nuove abitazioni (e quindi a carico di privati cittadini).
In merito alla decenza e alla civiltà, considerando i rischi sopra ricordati, i residenti hanno diritto:
Alla tutela della pubblica e privata incolumità;
ad una reale bonifica che elimini ristagni ed infiltrazioni. Quale miglior opportunità per il neonato Consorzio di bonifica per dimostrare le ragioni della sua esistenza?
Alla liberazione dal traffico pesante che inquina, limita e mette a rischio;
A non vedersi costruire a 10 metri perché chi, con sacrificio ha speso cifre importanti (280.00 euro per appartamenti di 90 mq, circa 200.000 per 60 mq) appesantite da norme che al tempo imponevano il cofinanziamento sopra ricordato, vedrebbe svalutarsi in modo grave l’investimento fatto sotto diverse prospettive: campi sportivi e verde pubblico. O sono stati degli ingenui a fidarsi della propria cooperativa?
Alessandro Quinti – Annalisa Giannuzzi – Antonella Cambi – Donata Giglioli – Elisa Mariotti – Fausto Elia – Filippo Radi – Francesca Elia – Giancarlo Porciatti – Giulia Bianconi – Lucia Forni – Luciano Bocci – Bruna Fantacci – Maria Rita Fiori – Michela Cambi – Nicola Coli – Nicoletta Candela – Roberto Grazzini – Stefano Giachi – Yuri Vigni – Matteo Addabbo – Leonardo Simoncini”.