SIENA. Nella mattinata odierna, la DIA di Firenze, la Polizia di Siena ed il Comando Carabinieri per la tutela del lavoro – Nucleo Ispettorato del Lavoro di Siena hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Luigi Pergamo nato e residente a Salerno, 44 anni, imprenditore, e 2 ai domiciliari a carico di Carmela Ciminelli, nata in provincia di Potenza e residente nella provincia di Salerno, 38 anni, avvocato e moglie del Pergamo, e Luigi Procaccini, nato a Benevento, 64 anni, imprenditore.
I destinatari dei provvedimenti sono tutti indagati per associazione per delinquere , finalizzata alla commissione di vari delitti di natura patrimoniale e tributaria. L’organizzazione si è avvalsa anche di due notai per la formazione di numerosi atti pubblici societari, quali volture di cessione di quote, affitto di aziende, cessioni di aziende, ideologicamente falsi circa la reale indicazione e titolarità effettiva dei soggetti coinvolti. Nei loro confronti è stata richiesta la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, che sarà eventualmente applicata all’esito dell’interrogatorio.
A capo dell’organizzazione è risultato essere Luigi Pergamo che, con l’aiuto della moglie e dei suoi stretti collaboratori, per assicurare vantaggi e utilità a cosche calabresi, aveva messo in piedi una complessa attività illecita di spoliazione sistematica di beni delle aziende (strutture alberghiere), che conduceva, raggirando i cedenti sulla propria solvibilità, frodando il fisco, impiegando personale in nero ed intestando diverse società a prestanome. Tra i vari passaggi societari sono emersi contatti con soggetti riconducibili alla criminalità organizzata calabrese, tuttora in corso di approfondimento.
Tra i delitti contestati, vi sono anche i reati d’intestazione fittizia di beni ed appropriazione indebita, in quanto i pagamenti destinati alle società fittiziamente intestate incaricate di gestire gli alberghi, soprattutto a Chianciano Terme, venivano dirottati verso altre persone giuridiche, sedenti in altre città e apparentemente non riconducibili alle stesse persone fisiche, con grave nocumento ai creditori delle strutture alberghiere, di fatto insolventi e/o morose. Con questo meccanismo, sono state truffate importanti società di servizi pubblici toscane, che di fatto hanno subito un pesante danno.
Di particolare rilievo la contestazione del reato d’intermediazione illecita e sfruttamento di lavoro, cosiddetto caporalato, emerso in quanto Pergamo e due dei suoi prestanome avrebbero impiegato e/o reclutato, nell’ambito delle attività alberghiere gestite dall’associazione, manodopera in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori. Quest’ultimi hanno evidenziato, infatti, particolari condizioni alle quali erano chiamati a sottostare: paghe di circa 500/800 euro al mese per prestazioni di lavoro di 10/12 ore al giorno, senza riposo settimanale, senza ferie né versamento di contributi. Alcuni dipendenti non sono mai stati retribuiti e due donne hanno anche denunciato episodi di violenza sessuale da parte del datore di lavoro.
Oltre ai citati provvedimenti, il G.I.P. di Firenze dottor Monetti a conclusione di complesse indagini coordinate dal Sostituto Procuratore della locale Direzione Distrettuale Antimafia Giulio Monferini, ha disposto 15 perquisizioni locali di società riferibili agli indagati – alcune risultate inesistenti – con sedi a Firenze, Milano, Roma, Rimini, Chianciano Terme, il sequestro delle quote del capitale sociale di n. 15 persone giuridiche, per un valore complessivo di oltre 600mila euro, nonché le perquisizioni presso gli studi di due notai, entrambi di Firenze.
La complessa attività, coordinata dal II Reparto della Direzione Investigativa Antimafia, ha riguardato le province di Firenze, Siena, Salerno, Benevento e Napoli, e ha visto impegnati anche il personale della DIA di Napoli e Salerno, dei Comandi Provinciali Carabinieri e Guardia di Finanza e delle Questure nelle citate province.