SIENA. La “Banca della terra”, strumento nato per favorire l’imprenditoria privata su terreni agricoli e forestali incolti, abbandonati o temporaneamente disponibili, ha costituito il tema dell’interrogazione presentata, nella seduta consiliare di ieri (9 maggio), da Michele Pinassi. Il consigliere ha ricordato che i bandi per l’assegnazione dei lotti, pubblicati dal 2014 al 2016 dall’Ente Terre Regione Toscana, sono stati 42 dei quali 34 assegnati; inoltre, che in tutto il territorio regionale soltanto otto Comuni hanno completato l’istruttoria. Pinassi ha chiesto se l’Amministrazione comunale ha eseguito il censimento dei terreni agricoli abbandonati e se sono stati individuati lotti pubblici o privati da destinare al progetto; se e quali iniziative di promozione sono state effettuate e se il Comune ritiene opportuno farsi promotore presso la Regione Toscana per l’abrogazione dell’Ente Terre Regione Toscana, definito dal consigliere come l’ennesimo costoso carrozzone pubblico in virtù del suo costo annuo di 1,5 milioni di euro.
Il vicesindaco Mancuso con delega alle Attività economiche ha risposto che il Comune di Siena ha completato il censimento sulla base di una prima e sommaria mappatura di 1709 particelle catastali fornita dall’Ente Terre Regione Toscana. Dopo ulteriori e dettagliate verifiche sono risultate effettivamente incolte 152 particelle appartenenti a 165 proprietari. In tale operazione di censimento sono state coinvolte le varie organizzazioni professionali agricole e cooperative che operano nel territorio, come richiesto dalla legge regionale n°80/2012, la quale prevede che anche i privati o Enti diversi possano mettere volontariamente a disposizione della “Banca” i terreni che non coltivano.
Per dare visibilità al progetto regionale, il 26 marzo 2015 è stato organizzato un incontro pubblico a Palazzo Patrizi, così da far conoscere l’iniziativa e le varie opportunità al maggior numero possibile di soggetti interessati e semplici cittadini. Tra i vari soggetti coinvolti soltanto il Comune ha proposto ulteriori 33 particelle catastali, appartenenti a 26 proprietari, così da contenere il degrado ambientale, salvaguardare il suolo e gli equilibri idrogeologici, limitare gli incendi e favorire l’ottimale assetto del territorio interno alle mura cittadine e immediatamente a ridosso di esse.
Al termine di questo iter, nel territorio comunale sono state individuate complessivamente 185 particelle, per circa 109 ettari complessivi, appartenenti a 191 proprietari, che sono stati informati del fatto che i loro terreni erano stati classificati come incolti e ai quali è stato chiesto di comunicare, entro i successivi 90 giorni, l’eventuale intenzione di rimetterli a coltura. In mancanza di tale volontà, le proprietà sarebbero state conseguentemente inserite nella “Banca della terra” e messe a disposizione di chi le volesse coltivare con le modalità previste dalla legge regionale.
Per 121 particelle (72,57 ha) è stata richiesta, da parte dei proprietari o dei titolari di diritti reali, la cancellazione dall’elenco, dichiarando l’impegno di rimetterle a coltura entro 180 giorni e indicando le modalità di recupero produttivo; mentre le restanti 64 (36,43 ha) sono state trasmesse all’Ente Terre Regione Toscana per il loro inserimento nel database della “Banca della terra”. Da successivi sopralluoghi, da parte dei tecnici comunali, risulta che tutte le 121 particelle sono state sottoposte a recupero agricolo. Nel frattempo, l’Amministrazione ha ricevuto diverse manifestazioni di interesse da parte di giovani agricoltori, ai quali sono state fornite le indicazioni per formalizzare le richieste. In prospettiva, l’Amministrazione continuerà a verificare i dati contenuti nell’elenco dei terreni incolti, così da mantenere aggiornati i dati in suo possesso.
Pinassi ha espresso un giudizio positivo sul progetto che, tra i vari aspetti, concorre alla cura e alla tutela del paesaggio; riconoscendo, però, la gran mole di lavoro tecnico che viene richiesta alle amministrazioni comunali, ha dichiarato eccessivo il costo di 1,5 milioni annui per la gestione di un database come quello della “Banca della Terra”.