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SIENA. Grazie al rapporto di collaborazione che Camera di Commercio ha instaurato da alcuni anni con Prometeia, una delle più importanti società di consulenza e ricerca economica europee, fondata da un gruppo di docenti universitari coordinati dall’economista e politico Beniamino Andreatta, è possibile , attraverso l’elaborazione delle informazioni della banca dati “Scenari per le economie locali”, ipotizzare una prima stima di quello che potrebbe essere il consuntivo 2020 dei principali indicatori economici della provincia.
Va in ogni caso premesso che se si verificassero nuovi blocchi alle attività economiche, un peggioramento delle stime fornite sarebbe oltremodo inevitabile
Il valore aggiunto della provincia di Siena si dovrebbe attestare a fine anno a circa 7,3 miliardi di euro, in flessione del 9,1% in termini reali.
“Se esaminiamo poi– commenta il presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena Massimo Guasconi – la variazione del valore aggiunto nominale la flessione si attesterebbe al -7,3%. In entrambi i casi, i valori darebbero, con le debite differenze fra le due grandezze macroeconomiche, una previsione migliore rispetto alla flessione nazionale del PIL pari al 10,6% che il Fondo Monetario Internazionale ha previsto per l’Italia. Negli anni successivi è previsto poi, sempre dall’elaborazione dei dati Prometeia per la nostra provincia, un parziale recupero con il valore aggiunto dovrebbe crescere del 6,2% nel 2021, del 2,7% nel 2022 e dell’1,6% nel 2023. Un’ ulteriore conferma dell’andamento di questa fase economica caratterizzata da una curva in rapida discesa a cui farà seguito un recupero più lento e graduale. Tornando al 2020 il settore più duramente colpito dalle conseguenze dell’emergenza è quello dell’industria (-10,6%). Il terziario, composto dalle attività commerciali, turistiche e dei servizi, accusa anch’esso un passivo di rilievo (-9,2%).
Più contenute le flessioni dell’agricoltura (-5,9) anche in conseguenza del cambiamento nelle scelte di consumo registrata nel periodo del lock down con un sensibile aumento della domanda di prodotti alimentari nazionali e delle costruzioni (-5,7%) che risente parzialmente del traino derivante dalla crescita, registrata su base nazionale, degli interventi di riqualificazione degli immobili favoriti dagli incentivi e dalle detrazioni statali.”
Valore aggiunto reale – Var. % anno 2020 per settori
“I dati di Prometeia- prosegue Guasconi –ci permettono anche una elaborazione delle previsioni inerenti le esportazioni che indicano una crescita per il 2020 del 5,2%. La tendenza dovrebbe continuare anche nei due anni successivi: +6,7% per il 2021 e +0,4% per il 2022. Anche in questo caso così come nei dati afferenti i ssettori pesa l’estrema incertezza causata dal protrarsi della pandemia: ulteriori “stop and go” alle nostre attività economiche andrebbero ovviamente ad aggravare, in alcuni casi in maniera molto marcata, le previsioni del consuntivo 2020 e ad incidere sul recupero previsto nel 2021”
“Sul fronte dell’occupazione –evidenzia il segretario generale della Camera di Commercio di Arezzo-Siena Marco Randellini – le chiusure forzate delle attività hanno lasciato un segno tangibile sulle dinamiche lavorative: se infatti sul fronte degli occupati, grazie anche al blocco dei licenziamenti ed all’ampio ricorso alla cassa integrazione, si prevede per il 2020 una flessione abbastanza contenuta (-1%), sul fronte delle unità di lavoro (ULA), che è un’unità di misura del volume di lavoro prestato, la contrazione è ben più elevata (-8,9%). Stiamo quindi subendo una crisi che sta impattando non solo sulle imprese ma anche sulle famiglie: con un’inflazione che Banca d’Italia stima nulla o addirittura negativa, il reddito disponibile delle famiglie senesi, che nel corso dell’ultimo decennio era cresciuto quasi ininterrottamente, subirà una contrazione del 2,3%. Per gli anni successivi, al momento, viene delineato un percorso di recupero sia per il 2021 (+2,2%) che per il 2022 (+2,7%).
“Ben più ampia sarà – conclude Randellini – la flessione della spesa per consumi finali delle famiglie (-12,2%), sulla quale influiscono in maniera determinante non solo il diminuito potere di acquisto ma anche il clima diffuso di incertezza sulla situazione attuale ed in particolare sulle prospettive future. Nel 2021 si dovrebbe comunque delineare, salvo ulteriori crisi innescate dall’emergenza sanitaria, un parziale recupero dei consumi (+7,1%), che si estenderebbe poi in misura minore anche al 2021 (+4,4%). Su questo scenario ancora pervaso da molte incertezze saranno certamente decisivi gli interventi nazionali per modernizzare il sistema economico italiano e quelli europei per sostenere con risorse aggiuntive la ripresa. Interventi che potranno accelerare in maniera molto significativa la ripresa nel medio periodo e permetteranno di affrontare e risolvere alcuni dei problemi strutturali che hanno condizionato negativamente, ancora prima dell’emergenza Covid19, l’economia italiana.”