Se lo chiede Forza Italia di Siena
SIENA. La buona scuola”, il decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, lascia perplessi. Con questa definizione saremmo portati a pensare che effettivamente, a suon di decreto, la scuola italiana, o per meglio dire, l’istruzione e la formazione, subiranno una rivoluzione, un cambiamento epocale. Ma andando ad esaminare più a fondo quel poco che possiamo conoscere, siamo, al contrario, indotti a pensare che sia il solito bluff, la solita esposizione di facciata, probabilmente a uso e consumo delle prossime elezioni regionali, che la sinistra non riesce a evitare. In questa fase la Toscana potrebbe continuare a essere “caput mundi”. Le “migliori menti politiche-amministrative” vengono proprio da questa regione, (premier docet) e quindi non si può correre il rischio di veder diminuiti i consensi. La figura sarebbe disastrosa!!!
A persone come me che hanno trascorso la propria vita, umana e professionale, nella scuola a vari livelli e con diverse funzioni non è semplice far apparire ciò che non esiste, non è un gioco di prestigio, bensì un gravoso impegno per la nostra società e il nostro futuro. La buona scuola ci sarà, quando si ridarà dignità e decoro a tutto il personale scolastico: dirigenti, docenti e personale ata. Ciò non potrà avvenire se per una forma di speculazione di “spending review” si continuerà a sostenere, per esempio, la formula del dimensionamento, della razionalizzazione, dell’accorpamento degli Istituti, spesso neanche troppo affini.
Il capo di Istituto, a tale riguardo, deve fare la gimcana per poter seguire l’evoluzione e l’andamento dell’attività scolastica, spesso con distanze veramente impossibili da affrontare. Nella buona scuola non si parla, se non vado errata, del rapporto importante tra le due componenti essenziali per una visione equilibrata dell’attività stessa: cioè il rapporto tra scuola e famiglia. Spesso i disagi e i malesseri dei nostri figli sono proprio il frutto di una disattenzione del legislatore a tale riguardo. In altri tempi ma sono quelli da dimenticare!? “qualcuno” come il Prof. Luciano Corradini aveva iniziato un tale percorso che dava risultati spesso positivi. Mi riferisco “al progetto giovani” in cui c’erano le basi, le premesse per realizzare un valido e positivo percorso formativo. “Star bene con sè, con gli altri, con le istituzioni”, ma solo se tutte le componenti, interagiscono. La scuola infatti è sottoposta a una serie di sollecitazioni delle quali è indispensabile capire le origini e individuare quali risposte dare sotto il profilo metodologico-operativo.
Spesso gli insegnanti lasciano la scuola non solo per ragioni famigliari e di salute ma per stanchezza e sfiducia; ci sono ragazzi che lasciano la scuola per delusione, fatica e rabbia. Questo comporta, inevitabilmente, la dispersione di persone, di idee e di energie preziose. Possiamo sempre sbagliarci ma nel decreto “la buona scuola” non ci sono le due linee parallele di pedagogia scolastica: la linea dei “partigiani dell’educazione e quella dei partigiani dell’istruzione”. Personalmente per le mie esperienze sono in linea con la politica della mediazione e integrazione tra le due esigenze.
Una particolare attenzione vorrei, in fine, riporla sui libri di testo che, a parte la pesantezza, spesso sono talmente difficili da capirsi che non riescono a svolgere la funzione che dovrebbero avere: quella dell’apprendimento leggero e scorrevole. Inoltre e sono così tante le ore e le discipline da affrontare con una massa di compiti da svolgere che, spesso i giovani, tornati a casa, riescono solo a sognare un meritato riposo.
Ecco mi piacerebbe che il giovane Premier oltre al Ministro competente, potesse riflettere su tali, semplici problematiche che sono il risultato di anni di lavoro sul campo e potesse dare anche un volto umanizzato a un freddo sistema legislativo.
Rita Fiorini Vagnetti Forza Italia – Coordinamento Provinciale Siena