Dolci risponde ad Anpi e Rete Antifascista Senese
SIENA. Dalla segreteria di Forza Nuova Siena riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni di Alessandro Dolci.
“Questo fine settimana Forza Nuova ha effettuato una mobilitazione nazionale a Roma e in altre città italiane contro lo ius soli, quale meccanismo per riconoscere la cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati o scolarizzati in Italia.
Con buona pace per l’ANPI e una non meglio precisata “rete antifascista senese” i quali con toni saccenti, presuntuosi e autoreferenziali hanno attaccato (sulla stampa) la raccolta firme contro lo ius soli organizzata da Forza Nuova Siena, sappiano lor signori che l’iniziativa non solo si è svolta regolarmente ma è stata un successo in termini di partecipazione e firme raccolte.
Visto che questi “scienziati” della politica, quali si ritengono lor signori, amano dare lezioni (ma solo sulla stampa,per evidente mancanza di attributi nell’affrontarci a viso aperto), adesso cogliamo noi l’occasione per precisare i (veri) motivi per i quali lo ius soli rappresenta un vero e proprio suicidio per l’Italia e gli italiani.
1. Illogico e autolesionista il meccanismo di acquisizione della cittadinanza basato sullo ius soli. Esso diventa suicida e criminale nel contesto attuale, determinato dalla convergenza di tre emergenze: immigratoria, terroristica e demografica. Voler cambiare le norme sulla cittadinanza oggi significa solo aprire le porte alla sostituzione etnica, alla dissoluzione dei legami sociali, alla distruzione della cultura. La presunta “urgenza” che giustificherebbe l’adozione di nuove norme sulla cittadinanza trova in realtà la sua origine nei calcoli utilitaristici da parte di elites colluse con il business dell’accoglienza e, più in profondità, in un atavico istinto anti-italiano e anti-europeo che alligna nelle sinistre.
2. Malgrado una ossessiva propaganda in questo senso, essere contro lo ius soli non significa assumere una posizione antistorica. È vero semmai il contrario. Di fatto dal ’48 in poi lo ius soli è stato abbandonato in 53 anni da 37 nazioni. Nello stesso periodo, invece, 21 paesi sono passati alla legislazione sulla cittadinanza per discendenza. A tutt’oggi, lo ius soli puro è applicato solo in Paesi che sono ex colonie, quello “temperato” in una manciata di altri Paesi che hanno comunque storie del tutto particolari. Anti-storica è dunque la previsione dello ius soli quale criterio principale per riconoscere la cittadinanza.
3. Lo ius soli costituirebbe (e costituisce già, nei Paesi che lo adottano) un vero e proprio fattore di attrazione di ulteriore immigrazione. Il sogno di una cittadinanza facile incrementerebbe sicuramente gli arrivi, nella speranza, da parte degli immigrati, di garantire ai propri figli un futuro da cittadini nella “ricca” Europa. Non si tratterebbe di regolarizzare una situazione in atto, come loro affermano, ma di crearne una ex novo. Il carattere “temperato” della legge in esame al Senato non tragga in inganno: come per tutte le rivendicazioni di questo tipo, un passaggio porta necessariamente all’altro.
4. In Paesi come Francia o Belgio, lo ius soli ha chiaramente fallito. Gli stranieri, e soprattutto i loro figli, non si sentono europei, spesso sono anzi animati da un rancore antieuropeo. Interi quartieri di Parigi o di Bruxelles, di Marsiglia e o di Anversa sono di fatto già fuori dall’Europa. Non c’è stata alcuna “integrazione” di genti diverse in un orizzonte culturale europeo, c’è stata solo la disintegrazione della società autoctona per lasciar spazio a un coacervo di enclavi, caos e criminalità.
5. Non tutti gli immigrati sono terroristi, ma tutti i terroristi sono immigrati o figli di immigrati. Il rapporto tra i due fenomeni è del tutto evidente. In Francia, le autorità hanno censito ben 15mila “radicalizzati”. Nel Regno unito si calcola che ci siano 23mila potenziali jihadisti, di cui 3000 sospettati di costituire una “minaccia imminente”. La gran parte di questi individui sono “francesi” o “britannici”, quindi non è possibile espellerli. Ecco a cosa ha portato lo ius soli: alla creazione di una enclave, di focolai nemici pronti a esplodere in casa nostra. Si dice che ciò dipenda da un’integrazione attuata male, ma non è vero. Le biografie dei terroristi parlano chiaro: sono quasi tutti inseriti, hanno frequentato buone scuole, hanno lavori, amici, vita sociale. Ma lasciano tutto questo per seguire un richiamo ancestrale che nessuna norma burocratica può cancellare.
Tanto premesso e senza pretesa di esaustività perché avremmo ancora molti argomenti contro le pagliacciate e le falsità di lor signori, auspichiamo che i senesi continuino a dare il loro sostegno alla campagna di Forza Nuova a difesa dello ius sanguinis e dell’Italia”.