SIENA. Da più parti, leggiamo convinte asserzioni di esponenti del PD senese e/o comunque di personaggi appartenenti o appartenuti a quell’area politica, che ha avuto le massime responsabilità nel “crollo“ d’immagine e di potenza economica del Monte dei Paschi, dichiarazioni che propongono di ridurre il terzo gruppo bancario italiano al rango di un istituto operativo nel solo ambito regionale, al più con qualche propaggine nel Centro Italia.
Si stenta a credere che chi avanza tali progetti ne possa essere davvero convinto e che qualcuno appoggi con apparente entusiasmo tali fantasiose e pericolose idee.
I Socialisti senesi, che nei decenni passati tanto hanno contribuito all’arricchimento ed al buongoverno della nostra Banca, si oppongono e si opporranno in ogni modo a tali miopi visioni che paventano un futuro del Monte relegato, da istituto presente in tutto il territorio nazionale, in Europa ed anche in diverse aree del mondo, al ruolo di banchetta buona per sponsorizzare la sagra del lardo di Colonnata o quella del cacciucco nel Livornese.
Quello che davvero sconcerta, è il fatto che i proponenti non si rendano conto degli effetti che tale insensato riavvolgimento autarchico avrebbe sull’attuale personale dipendente della Banca: sulle decine di migliaia di impiegati operanti nelle filiali del resto d’Italia e sulle migliaia di addetti che lavorano in seno alla Direzione Generale/Centro Elettronico/Centro Servizi.
Per la Direzione Generale di una banca di interesse poco più che toscano, avanzerebbe un decimo del personale attualmente in servizio a Siena. E l’altro 90% dove andrebbe a finire? Che cosa farebbero le loro famiglie?
Invitiamo tutti a riflettere bene, tenendo presente che operiamo nell’ambito di una economia italiana tuttora impoverita, di una Toscana che procede a luci ed ombre, di Siena che stenta a recuperare credito d’immagine e posizioni di sviluppo, mettendo a rischio il posto di lavoro di tante persone che da anni onorano il MPS pur in presenza di comportamenti scellerati di chi li ha diretti ed amministrati.
Invitiamo tutti a domandarsi: quale sarebbe l’impatto che avrebbe sulla fragile economia della nostra città la perdita di circa 3.000 buoni stipendi e di altrettante famiglie?
Si sono resi conto i proponenti, che nell’attualità – con il dilagare dei servizi telematici – i punti vendita tradizionali hanno perso di valore ed è quindi difficile che trovino acquirenti interessati, specialmente se dovessero accollarsi anche personale e costi di Direzione Generale?
Forse qualcuno immagina che un MPS-bonsai possa far proseguire ai “soliti noti” la coltivazione dei “soliti” orticelli clientelari?
Noi Socialisti, per il futuro del Monte ci aspettiamo qualche cosa di diverso e di migliore, non un rinchiudersi a riccio nella trincea, non uno smembramento, ma un complessivo rilancio con l’ingresso di nuovi capitali, posseduti da azionisti interessati a fare banca con un piano industriale – adeguato al mercato – che faccia perno e chiami a raccolta le tante ed eccellenti professionalità che si trovano nei dipendenti della banca, e che mantenga a Siena la Direzione Generale.
Aldo Pannini – segretario Comitato Comunale PSI di Siena