Il confronto per la tutela dei lavoratori si sposta a livello nazionale
MONTEPULCIANO. Da Fabi Bcc riceviamo e pubblichiamo.
“Venerdì 15 aprile 2016 presso la Sede della BCC di Montepulciano si è svolto l’incontro sindacale relativo alla fusione Banca Valdichiana/BCC Montepulciano, previsto dall’art. 22 PARTE SECONDA del CCNL. Erano presenti, oltre alla Federazione Toscana BCC e alla parte datoriale, tutte le OO.SS. firmatarie del Contratto Nazionale. Purtroppo, nonostante la lunga e approfondita discussione, non è stato possibile raggiungere un’intesa ragionevole che avrebbe tutelato i “LAVORATORI” dalle ricadute (giuridiche, economiche e sociali) derivanti dai processi di aggregazione, senza provocare eccessivi disagi all’azienda.
Tutte le OO.SS. hanno dovuto prendere atto della mancanza dei presupposti per la sottoscrizione dell’Accordo di fusione.
Ricordando che sono otto i processi di FUSIONE tra BCC in corso in Toscana e che il presidente della Banca Valdichiana, Mara Moretti, è anche il presidente della Federazione Toscana delle Banche di credito Cooperativo della Toscana, la cosa fa molto preoccupare il Sindacato perchè:
1) questo è il primo mancato accordo su un processo di aggregazione tra BCC in Toscana che doveva servire a mitigare sulle ricadute giuridiche, economiche e sociali per i LAVORATORI;
2) la Banca Valdichiana e BCC Montepulciano hanno detto “NO” perfino ad alcune tutele che fino ad oggi erano state inserite in tutti gli accordi di fusione precedentemente trattati in Toscana, e anche alla richiesta (veramente una piccola cosa, e soprattutto A COSTO ZERO PER L’AZIENDA) di una pausa pranzo variabile ridotta;
3) arriva dopo il mancato accordo del 04/04/2016 con la CHIANTIBANCA relativo all’art.22 CCNL – PARTE TERZA sempre su un processo di aggregazione dove la banca aveva dichiarato esuberi dei LAVORATORI”.
Pur consapevoli della diversità dei due NO, abbiamo il timore di essere alla presenza di un disegno politico, per noi arrogante e insensato, che rifiuta a priori il confronto sindacale. Tutto ciò sarà evidente se nei prossimi incontri sui previsti processi di aggregazione le nostre proposte di accordo avranno ancora in risposta un NO assoluto, immotivato e irragionevole.
A questo punto in base alle previsioni del CCNL “Nel caso di mancato accordo in sede locale, ovvero in sede aziendale per Azienda facente parte di gruppo bancario, le Organizzazioni sindacali nazionali stipulanti possono chiedere, con comunicazione non oltre 5 giorni lavorativi, rispettivamente a Federcasse, ovvero alla capogruppo, di attivare una fase di confronto, che deve esaurirsi entro 15 giorni dalla convocazione (con possibilità di proroga del termine, se concordata). La capogruppo ha facoltà di farsi assistere da Federcasse.” il confronto per la tutela dei “LAVORATORI” si sposta a livello nazionale.
Non capiamo per ora il disegno politico sottostante, ma è chiaro che questo “modus operandi” sposta le trattative delle soluzioni dei problemi inerenti ai processi fusione da Firenze a ROMA.
Quello che capiamo bene, invece, è che come sempre saranno I LAVORATORI a pagare, per questo motivo valuteremo insieme a loro, se dobbiamo avviare le procedure di mobilitazione AZIENDALI e/o REGIONALI.
FABI SIENA
Coordinamento BCC