Una mostra fotografica “Solitudini di polvere” prima dello spettacolo “Diario precario”
SIENA. La Corte dei Miracoli dedica, venerdì (5 dicembre), un’intera serata al delicato ed attualissimo tema del precariato. Lo fa ospitando un’iniziativa del nascente Collettivo Garabombo che prevede la messa in scena, a partire dalle ore 20:00, dello spettacolo teatrale “Diario Precario”, a cui seguirà un dibattito sul tema del lavoro precario. Il tutto sarà preceduto da un aperitivo alle 19.00, quando verrà illustrata la mostra fotografica “Solitudini di polvere” di Gregorio Patanè, sui fuochi di Crotone e sulle lotte operaie che si susseguirono durante la chiusura degli stabilimenti petrolchimici.
Serata ad ingresso libero
Lo spettacolo teatrale “Diario Precario”
La definizione di precarietà che risulta dal dizionario è, sommariamente, assenza di un certo equilibrio. La definizione di precarietà intesa in ambito sociale è quasi sempre riferita al lavoro, o meglio alla sua altalenante presenza/assenza che costringe i lavoratori ad una situazione, appunto, di precarietà non solo economica, ma che conseguentemente estende il suo raggio d’azione a tutte le sfere affettive, sociali, politiche e personali che circondano il precario.
Giovanni Messincroce è uno di essi. Un trentenne. Un laureato-senza-lavoro che nutre le fila di un esercito generazionale ormai rassegnato a dover accontentarsi di mille lavori saltuari, espedienti vari e costante frustrazione per un futuro incerto e più che mai nebbioso. Giovanni ha una grande passione, la scrittura. Decide così di non stare più con le mani in mano, e visto che di tempo ne ha da “vendere”, comincia a raccontare al suo diario d’infanzia ritrovato per caso durante un trasloco, il suo ultimo anno di ricerca di lavoro in Italia, riprendendo da dove aveva lasciato, da quando era “felicemente inconsapevole”. Tra colloqui andati male, lavoretti saltuari, giorni di prova non retribuiti e tanta frustrazione, Giovanni Messincroce racconta i suoi giorni con spirito e sarcasmo, ma anche con tenerezza, caratteristiche di una generazione ormai disillusa e consapevole, ma che ha imparato a sorridere nonostante tutto.
Andrea Giuda nasce a Crotone il 25 febbraio 1984. Dopo aver conseguito il diploma presso I.P.S.S.C.T.P “S.Pertini”, comincia ad approfondire lo studio dell’arte drammatica e del teatro incontrata in tempi scolastici. Iscritto al DAMS presso L’università della Calabria, continua la sua formazione che lo porta a spostarsi in tutta Italia partecipando a workshop, laboratori teatrali e spettacoli con varie compagnie. Nel 2007 collabora in veste di attore con Carlo Fanelli, docente di storia del teatro UNICAL e la sua compagnia “Maschera e Volto” . Con il Teatro Stabile di Calabria segue i corsi di Rosa Masciopinto, Alvaro Piccardi, Olli Hauenstein. Nel 2009 consegue il master in commedia dell’arte presso l’Istituto Internazionale della Commedia dell’arte (ICAI) partner del Teatro Stabile del Veneto. Affiancandone l’attività di spettacoli dal vivo, continua la sua attività formativa in quanto parte di percorso teatrale basato sulla costante auto-formazione e sulla ricerca di un metodo personale all’approccio dell’arte scenica. Tornato a Crotone nel 2011, mette in scena i primi spettacoli da lui scritti e interpretati tra i quali “Ciminiere Spente” spettacolo di narrazione sulla parabola industriale e operaia crotonese, e “Diario Precario” (2013), monologo sotto forma di diario intorno al tema della precarietà. Attualmente è impegnato in attivata di formazione teatrale indirizzata a soggetti appartenenti alla cosiddetta sfera “sociale”, collaborando con scuole e associazioni del settore, affiancandone la sua attività di attore e regista.