SIENA. Continuiamo con i ragazzi dell V B della scuola Don Milani, che hanno presentato degli elaborati molto espressivi ed articolati (disegni, racconti, poesie, canzoni, diari, quadri), attraverso i quali raccontano i loro sentimenti. Oggi è il turno di Tommaso.
POESIA
Per i medici e gli infermieri dell’ospedale di Siena
I veri eroi si vedono nel real bisogno
a loro non interessa la carriera,
indosso il super camice e chiudo la cerniera.
Il loro non è solo un lavoro
è una ragione di vita
la professionalità nei loro cuori è cucita.
Non hanno patrie nel mondo
né bandiere da sventolare
ma solo pazienti da poter curare.
Combattono senza paura alcuna
contro questo nemico invisibile
che purtroppo oggi, sembra imbattibile.
Ma vanno avanti a testa alta
contro questo subdolo vampiro
che si mangia in silenzio il nostro respiro.
Son eroi per un giorno
per un mese o per un anno
intrisi nel coraggio e nell’affanno
La loro forza è una speranza
in questa triste calamità
lì ricorderemo tutti per l’eternità.
Gabriele Ruffoli
27 marzo 2020
Ho scelto questa poesia perché i miei genitori sono infermieri e tutti i giorni lavorano in quest’ospedale.
QUADRO D’AUTORE
di M. Brilli
Ho scelto questo quadro perché di solito un clown è divertente e in questi giorni siccome siamo tutti tristi l’idea del clown potrebbe far sorridere un po’ di più.
CANZONE
VICEVERSA di Francesco Gabbani
Tu non lo dici ed io non lo vedo
L’amore è cieco o siamo noi di sbieco?
Un battibecco nato su un letto
Un diluvio universale
Un giudizio sotto il tetto
Up con un po’ di down
Silenzio rotto per un grande sound
Semplici eppure complessi
Libri aperti in equilibrio tra segreti e compromessi
Facili occasioni per difficili concetti
Anime purissime in sporchissimi difetti
Fragili combinazioni tra ragione ed emozioni
Solitudini e condivisioni
Ma se dovessimo spiegare
In pochissime parole
Il complesso meccanismo
Che governa l’armonia del nostro amore
Basterebbe solamente dire
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
E detto questo, che cosa ci resta
Dopo una vita al centro della festa?
Protagonisti e numeri uno
Invidiabili da tutti e indispensabili a nessuno
Madre che dice del padre
“Avrei voluto solo realizzare
Il mio ideale, una vita normale”
Ma l’amore di normale non ha neanche le parole
Parlano di pace e fanno la rivoluzione
Dittatori in testa e partigiani dentro al cuore
Non c’è soluzione che non sia l’accettazione
Di lasciarsi abbandonati all’emozione
Ma se dovessimo spiegare
In pochissime parole
Il complesso meccanismo
Che governa l’armonia del nostro amore
Basterebbe solamente dire
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
È la paura dietro all’arroganza
È tutto l’universo chiuso in una stanza
È l’abbondanza dentro alla mancanza
Ti amo e basta
È l’abitudine nella sorpresa
È una vittoria poco prima dell’arresa
È solamente tutto quello che ci manca e che cerchiamo
Per poterti dire che ti amo
Ma se dovessimo spiegare
In pochissime parole
Il complesso meccanismo
Che governa l’armonia del nostro amore
Basterebbe solamente dire
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
https://www.youtube.com/watch?v=cNoylMSXYcE
Ho scelto questa canzone perché è una canzone che ascolto spesso e mi mette di buon umore. Parla del sentimento dell’amore e in questo momento un po’ particolare penso che questo sentimento sia molto importante.
PAGINA DI DIARIO
GIOVEDI’ 2 APRILE 2020
Caro diario,
oggi mi sono svegliato presto e siccome non mi andava di pensare subito alla scuola sono andato a guardare i cartoni anche se dopo mezz’ora sono dovuto tornare a fare il mio dovere cioè i compiti. Alle 12 mi sono collegato su zoom a leggere il diario di Anna Frank, una lettura che ascolto sempre con gran piacere trovandola interessante. Arrivata l’ora di pranzo come tutti i giorni mi sono dedicato alla cucina e ho pranzato in compagnia di mio fratello Alessandro.
Anche se a pranzo non ci sono i miei genitori per fortuna ho la compagnia di mio fratello, anche se a volte litighiamo.
Dopo aver fatto pranzo ho riguardato un po’ i cartoni e poi alle 14.30 mi sono collegato di nuovo con la maestra, questa volta per geometria e sono stato contento di essere riuscito a fare i problemi senza aver fatto pasticci. Verso le 15.30 è tornata mamma e, visto che era stanca, si è riposata sul divano; secondo me sembra anche giusto riposarsi dopo una giornata di lungo lavoro all’ospedale. Il mio pomeriggio un po’ triste perché non si può uscire è proseguito giocando a carte e a giochi di società fino a verso le 19, orario in cui avevo appuntamento su Fortnite con Andrea e un altro mio amico che si chiama Federico. Abbiamo giocato fino alle 20.
Dopo aver fatto cena, prima di andare a letto ho giocato a carte con mio babbo e mio fratello, peccato che ha vinto quasi sempre mio babbo.
Verso le nove e mezzo, stanco, sono andato verso il letto e appoggiandomi sul cuscino mi sa che sono subito crollato!
GINO IL LAGOTTINO
Gino era un cane di razza lagotto che viveva in un canile di cacciatori.
Un giorno Gino venne adottato da una famiglia che decise di portarlo a casa e prendersi cura di lui; i padroni però non sapevano che quando lo lasciavano da solo in casa, lui diventa il protettore degli umani insieme ad altri suoi amici. Un giorno, quando i padroni uscirono per andare a lavoro, Gino sentì al tg1 che gli umani erano in serio pericolo perché era comparso sulla terra un nuovo virus detto “coronavirus” che poteva diventare molto pericoloso per gli uomini. Alla notizia anche Gino inizialmente aveva paura, ma cercò di superarla perché voleva aiutare in tutti i modi gli umani.
Poiché il nuovo virus obbligava tutti a rimanere a casa, Gino pensò di entrare in contatto con i suoi amici come facevano gli umani cioè attraverso dei dispositivi informatici e appena i padroni uscirono accese il pc e per fortuna ci riuscì. Tutti insieme dopo giorni, settimane di tempo riuscirono a capire quale potesse essere l’antidoto per distruggere definitivamente il coronavirus e salvare l’umanità.
Nel frattempo scoprì anche che i suoi padroni lavoravano all’ospedale e quindi un giorno decise di infiltrarsi nella loro macchina e raggiungere l’ospedale. Per non farsi notare all’interno dell’ospedale decise di saltare nella cesta dei camici sporchi. Arrivato in zona coronavirus, mise l’antidoto in tasca ad un infermiere che passava di lì e che era diretto proprio verso il laboratorio analisi per portare altre provette ad analizzare.
Tirò fuori dalla tasca quella di Gino e, una volta analizzata, si resero conto che era un antidoto per curare il coronavirus.
Finalmente il nuovo antidoto era stato trovato e le persone iniziarono a guarire velocemente.
Gino nel frattempo era tornato a casa e contento della missione portata a termine, ma soprattutto sfinito dalla stanchezza, si addormentò russando fino al giorno dopo.