SIENA. Continuiamo con i ragazzi dell V B della scuola Don Milani, che hanno presentato degli elaborati molto espressivi ed articolati (disegni, racconti, poesie, canzoni, diari, quadri), attraverso i quali raccontano i loro sentimenti. Oggi è il turno di Gaia.
TRA LE EMOZIONI…
Il diario
CARO DIARIO…
Oggi sono un po’ triste come tutti gli altri giorni perché con questo maledetto Corona-virus non posso né uscire, né vedere le mie fantastiche maestre e i miei compagni, né vedere i miei parenti e non posso nemmeno vedere le mie compagne di squadra. Per me questo è un vero disastro e mi rende molto triste. Grazie alla tecnologia posso vedere tutti attraverso le videochiamate o le video-lezioni ma non è assolutamente uguale che vederli dal vivo, è tutt’altra cosa. Un vero peccato!!
Se tutti rispettiamo le regole… non uscire o solo per esigenze indispensabili, per portare fuori i cani solo a 200 metri da casa… riusciremo a combattere questo virus e tutto tornerà ad essere come prima. Per fare questo bisogna unirsi tutti e aiutarsi l’uno con l’altro, tutto passerà. Noi di 5^ siamo anche un po’ sfortunati perché il prossimo anno non avremo più le nostre adorate maestre. Avrei voluto passare altro tempo insieme a loro perché siamo stati insieme solo pochi mesi, pensare a tutte le belle attività, la recita di fine anno e le gite anche di 2/3 giorni che avevamo progettato e non poterle fare è un vero peccato. Speriamo di poter avere l’occasione di passare altri mesi insieme. Non parliamo delle mie amiche del basket. Loro prima di ogni partita o allenamento riescono a togliermi l’ansia. E’ un fantastico gruppo per me perché siamo molto unite e nello spogliatoio scherziamo e ridiamo come delle matte. E’ molto difficile che noi non ridiamo o scherziamo tutte insieme. Tra l’altro, anche se ora il campionato è sospeso, era andato molto bene perché avevamo perso solo una partita.
Spero di rivedere tutti molto presto e tornare a stare tutti in compagnia.
Caro diario domani ti racconterò.
Speriamo passi tutto.
A presto.
Il quadro
Ho scelto questo quadro perché rappresenta un po’ di felicità, un po’ di tristezza e un po’ di paura.
La canzone
CANZONE CHE MI RAPPRESENTA
LA GUERRA DI PIERO
Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa non è il tulipano
Che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
Ma son mille papaveri rossi
Lungo le sponde del mio torrente
Voglio che scendano I lucci argentati
Non più I cadaveri dei soldati
Portati in braccio dalla corrente
Così dicevi ed era inverno
E come gli altri verso l’inferno
Te ne vai triste come chi deve
Il vento ti sputa in faccia la neve
Fermati Piero, fermati adesso
Lascia che il vento ti passi un po’ addosso
Dei morti in battaglia ti porti la voce
Chi diede la vita ebbe in cambio una croce
Ma tu no lo udisti e il tempo passava
Con le stagioni a passo di giava
Ed arrivasti a varcar la frontiera
In un bel giorno di primavera
E mentre marciavi con l’anima in spalle
Vedesti un uomo in fondo alla valle
Che aveva il tuo stesso identico umore
Ma la divisa di un altro colore
Sparagli Piero, sparagli ora
E dopo un colpo sparagli ancora
Fino a che tu non lo vedrai esangue
Cadere in terra a coprire il suo sangue
E se gli sparo in fronte o nel cuore
Soltanto il tempo avrà per morire
Ma il tempo a me resterà per vedere
Vedere gli occhi di un uomo che muore
E mentre gli usi questa premura
Quello si volta, ti vede e ha paura
Ed imbraccia l’artiglieria
Non ti ricambia la cortesia
Cadesti in terra senza un lamento
E ti accorgesti in un solo momento
Che il tempo non ti sarebbe bastato
A chiedere perdono per ogni peccato
Cadesti interra senza un lamento
E ti accorgesti in un solo momento
Che la tua vita finiva quel giorno
E non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggio
Ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all’inferno
Avrei preferito andarci in inverno
E mentre il grano ti stava a sentire
Dentro alle mani stringevi un fucile
Dentro alla bocca stringevi parole
Troppo gelate per sciogliersi al sole
Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa non è il tulipano
Che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
Ma sono mille papaveri rossi
Questa canzone che ho scelto è triste ma l’ho scelta perché tutti noi stiamo vivendo un momento molto triste.
CANZONE CHE ASCOLTO DI PIU’
VICEVERSA
Tu non lo dici ed io non lo vedo
L’amore è cieco o siamo noi di sbieco?
Un battibecco nato su un letto
Un diluvio universale
Un giudizio sotto il tetto
Up con un po’ di down
Silenzio rotto per un grande sound
Semplici eppure complessi
Libri aperti in equilibrio tra segreti e compromessi
Facili occasioni per difficili concetti
Anime purissime in sporchissimi difetti
Fragili combinazioni tra ragione ed emozioni
Solitudini e condivisioni
Ma se dovessimo spiegare
In pochissime parole
Il complesso meccanismo
Che governa l’armonia del nostro amore
Basterebbe solamente dire
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
E detto questo che cosa ci resta
Dopo una vita al centro della festa?
Protagonisti e numeri uno
Invidiabili da tutti e indispensabili a nessuno
Madre che dice del padre
“Avrei voluto solo realizzare
Il mio ideale, una vita normale”
Ma l’amore di normale non ha neanche le parole
Parlano di pace e fanno la rivoluzione
Dittatori in testa e partigiani dentro al cuore
Non c’è soluzione che non sia l’accettazione
Di lasciarsi abbandonati all’emozione
Ma se dovessimo spiegare
In pochissime parole
Il complesso meccanismo
Che governa l’armonia del nostro amore
Basterebbe solamente dire
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
È la paura dietro all’arroganza
È tutto l’universo chiuso in una stanza
È l’abbondanza dentro alla mancanza
Ti amo e basta
È l’abitudine nella sorpresa
È una vittoria poco prima dell’arresa
È solamente tutto quello che ci manca
E che cerchiamo per poterti dire che “ti amo”
Ma se dovessimo spiegare
In pochissime parole
Il complesso meccanismo
Che governa l’armonia del nostro amore
Basterebbe solamente dire
Senza starci troppo a ragionare
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa
IO ASCOLTO MOLTO QUESTA CANZONE QUASI OGNI GIORNO PERCHE’ RIESCE A FARMI FELICE
Il racconto
VATTENE VIA!
C’era una volta una bambina di nome Gaia, per un periodo era diventata molto triste perché nel suo paese, e non solo, era venuta una malattia di cui tutti avevano paura. Gaia era molto triste perché non poteva stare con le proprie maestre, i compagni e i parenti. Dopo giorni e giorni che pensava, si pose una domanda: “Ma se io avessi i super poteri?” Lei pensò per molti altri giorni e, studiando e ristudiando, si inventò un potere che aveva solo lei e che forse riusciva a salvare tutti. Propose il suo potere alla sua famiglia; la sua famiglia ci pensò per qualche minuto e disse che sarebbe stata una buona idea. Visto che lei voleva salvare il suo paese provò subito il suo potere ma prima pensò che, se poi fosse diventato utile, avrebbe dovuto dargli un nome, e lo chiamò: VINCO IO!
Appena lo provò non funzionò subito e andò a dirlo ai suoi parenti mentre era triste.
Però pensò che se tutti avessero creato un nuovo potere di sicuro sarebbero riusciti a combatte questo virus maledetto. . Dopo qualche giorno tutti avevano inventato il proprio potere; era rimasto solo da unirli tutti insieme e tutto sarebbe stato risolto. Appena uniti tutti, venne fuori un super mega potere ed io ero sicura che con quello il virus non avrebbe avuto più scampo. Si misero tutti insieme a decidere che nome dargli e venne fuori… VATTENE VIA! Appena provato funzionò subito; quando tutti seppero di questo mega potere chi aveva questa malattia riuscì a guarire e chi non ce l’aveva non poteva prenderlo perché aveva il potere addosso. Appena tutto finì, il paese organizzò una festa a sorpresa per Gaia e la sua famiglia. A loro piacque molto ed erano felicissimi, sia della festa, che non si sarebbero mai aspettati, sia di essere riusciti a combattere la malattia. Tutto il paese era esploso dalla gioia e soprattutto era orgoglioso che una ragazza avesse avuto un’idea geniale di questo tipo. Da quel giorno Gaia e la sua famiglia diventarono famosi. Una volta all’anno tutto il paese si incontra per salutarsi e ringraziare mille volte Gaia e la sua famiglia.
Il paese è tornato ad essere come prima. E tutti viviamo molto sereni. Nessuno si scorderà più di questo super mega potere e della bravissima famiglia.
La poesia