Il capitano parla del suo rientro e della delicata fase stagionale della Robur
di Filippo Tozzi
SIENA. Una stagione difficile, afflitta dal riacutizzarsi della fascite plantare e recentemente dalla lesione al soleo del polpaccio. Simone Vergassola deve ancora ritrovare il campo dopo la prima presenza con la neonata Robur Siena nell’ormai lontano agosto 2014, al termine di un’estate da incubo. “Quando il presidente e il mister mi hanno cercato prima volta, mi hanno subito convinto – ha dichiarato ad Anteprima Robur Siena – L’affetto che ho sentito dai tifosi mi ha fatto prendere la decisione di rimanere. Purtroppo, ho giocato solo una partita e questo mi fa male. In ogni caso, i ragazzi stanno facendo cose buonissime, sono più che fiducioso. Personalmente, spero di rientrare presto per dare una mano in campo, anche perchè questa era la mia intenzione iniziale”. La figura di Vergassola è stata comunque determinante. Sotto la sua ala si è formato quel gruppo che, secondo le parole dello stesso capitano, è alla base della classifica bianconera. “Tutti si stanno comportando da professionisti – ha proseguito – La società, il presidente, l’allenatore e lo staff tecnico. Tutti lavorano duramente da questa estate, ottenendo ottimi risultati. Adesso siamo arrivati al rush finale. Sarà importante rimanere compatti. Anche l’affetto del pubblico dimostrato ad agosto con gli abbonamenti, il senso appartenenza e di rivalsa è più che mai fondamentale. Daremo più del cento per cento come sempre. Vogliamo arrivare in fondo con questa classifica, per poi partecipare di nuovo a un campionato che ci compete sia per la piazza che per le qualità tecniche e umane del gruppo e del mister”. Lo spogliatoio bianconero è formato da molti giovani, anche a causa del sistema delle quote imposto dalla Lega. “Quando avevo 17 anni ed ero agli inizi, anche io guardavo con attenzione ai compagni più esperti, cercando di ascoltare i consigli che mi venivano dati. Con il sogno di fare quello che poi sono riuscito a fare. Nella Robur ci sono ragazzi giovanissimi e questo significa che per loro è contemporaneamente un’esperienza bellissima e molto complicata. Trovarsi in uno stadio grande, con tanto pubblico portatore di una storia pesante, non è mai semplice. Le avversarie giocano sempre al massimo anche a causa del nome che vedono sulla maglia, ma questa squadra non ha niente a che vedere con il passato. Nei giovani, il fattore emotivo influisce prestazione. Quindi può succedere che nel percorso di maturazione possano esserci momenti di difficoltà, indipendentemente dalla categoria. Ma sotto questo punto di vista, i nostri ragazzi stanno migliorando”. Difficile ipotizzare tempi certi per il rientro del capitano.
“Non voglio parlare di date precise – ha commentato – Pensavo di essere uscito dal tunnel qualche settimana fa. Avevo ripreso ad allenarmi con la squadra ed ero stato in panchina contro la Colligiana. Pensavo seriamente di poter giocare quella successiva contro il Poggibonsi. Il polpaccio invece mi ha mandato un messaggio piuttosto chiaro, dicendomi ‘Simone non sei più un ragazzino, devi rallentare un attimo’. Adesso spero che, nel giro di qualche domenica, sarò nuovamente a disposizione. Ho voglia di giocare, sono stanco di stare ai margini. Andare in palestra, in piscina, e non poter fare ciò che più mi piace è una sofferenza”.
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