di Filippo Tozzi
SIENA. “The sound of silence” non è soltanto il titolo di uno dei brani più celebri della storia della musica. Parafrasato, può essere anche la sintesi che descrive la situazione della Robur dall’inizio dell’anno. La società ha scelto la via del silenzio. Un silenzio che fa rumore. Nessuna conferenza stampa di tesserati dall’inizio del 2016, nessuna intervista, nessuna comunicazione ufficiale e canali in uscita ridotti al minimo indispensabile, come il postpartita imposto dalla Lega. In questo clima, il presidente Antonio Ponte sta portando avanti i contatti relativi alla cessione di una parte delle quote societarie con la cordata costituita da Mattia Piscaglia, Tito Corsi e Sauro Catellani. Quest’ultimo ha manifestato pubblicamente l’interesse per la società bianconera dalle colonne de La Nazione. In assenza di ulteriori notizie o smentite provenienti dalla società, il clima in città si sta facendo rovente. Alcune frange del tifo bianconero hanno avviato una vera e propria campagna virale sui social networks con lo scopo di invogliare da un lato i potenziali acquirenti a farsi avanti, e dall’altro il presidente Ponte a vendere le sue quote.
IL NODO DA SCIOGLIERE
Attualmente, uno degli interrogativi che attendono risposta riguarda il valore del bene oggetto della contesa. In altre parole, cosa acquisterebbe un potenziale compratore? Domanda non semplice. La stagione scorsa si è chiusa con una perdita poi ripianata di 800 mila euro circa (clicca QUI). Durante la presentazione degli skybox a novembre 2015, il presidente Ponte ipotizzò un “disavanzo di un milione e mezzo o superiore” per quest’annata in un’intervista rilasciata a SienaTv. Il doppio, approssimando le cifre. Con la boa di metà stagione appena oltrepassata, l’eventuale correttezza della previsione del numero uno della società attesterebbe attualmente la perdita dai 700 agli 800 mila euro, doppiando di fatto il capitale sociale. Particolare difficilmente trascurabile quando in corso ci sono i contatti per il passaggio delle quote. In questa ottica va considerato il mercato in uscita condotto a colpi di rescissioni contrattuali (Bindi, Avogadri e Bonazzoli), con gli allontanamenti di Piredda e Guglielmi e l’imminente uscita di Sacilotto. Insomma, quantificare il valore della società non è cosa da poco, ma è anche un passaggio ineludibile se si vuol concretamente parlare di avvicendamento al vertice.
LA SCADENZA DEL 1 FEBBRAIO
Con il trascorrere dei giorni si avvicina la scadenza del 1 febbraio. Data in cui le società dovranno depositare presso la Covisoc il report consuntivo riguardante il capitale netto circolante. La normativa stabilisce chiaramente che, nel caso in cui il dato sul capitale risulti negativo, occorrerà predisporne la copertura mediante un’iniezione diretta di liquidità, una ricapitalizzazione o un versamento in conto futuro aumento di capitale
GLI STIPENDI
In questo clima di incertezza, si avvicina a larghe falcate anche un’altra scadenza, quella del 16 febbraio. A metà del prossimo mese, infatti, la Covisoc vorrà acquisire la documentazione relativa al pagamento di stipendi e contributi. La penalità in caso di infrazione colpirebbe la classifica.
LE USCITE DALL’ORGANIGRAMMA
La Robur non ha confermato o smentito neppure le notizie sulle uscite dal Cda dell’ormai ex DG Andrea Bozza e dell’avvocato Riccardo Sallustio. La parola “fine” su questa vicenda arriva dalla documentazione ufficiale. Il consiglio di amministrazione è adesso composto da Antonio Ponte (presidente) e dai due consiglieri Livio D’Alessandro e Pietro Mele.
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