SIENA. Sono stati presentati questa sera i “Palchi Robur”, i cosiddetti skybox che caratterizzeranno la tribuna coperta dell’Artemio Franchi. “Pietro Mele e Gianni Neri sono stati i progettisti – ha dichiarato il presidente Antonio Ponte – di qualcosa di inedito nella storia del calcio a Siena. La ristrutturazione della tribuna è il primo passo in direzione del nuovo stadio. Non si tratta di un sogno, si può fare con un impegno concreto. Si può giocare qui al Rastrello, con un nuovo impianto da circa dodicimila posti con le tribune a due metri dal campo”. Le nuove postazioni sono state realizzate attraverso le “partnership e attraverso il cambio merci con alcune aziende senesi – ha puntualizzato il numero uno della società bianconera – Ne abbiamo già venduti la metà (cinque su un totale di dieci). Sono uno strumento attraverso il quale contiamo di avvicinare al calcio molte realtà imprenditoriali del territorio. Tra gli acquirenti, ve ne sono alcuni che hanno insistito per aumentare la cifra versata rispetto al prezzo base. In particolare, uno ha addirittura quadruplicato la sua offerta”. All’interno degli skybox, gli spettatori potranno assistere alle gare interne della Robur sia da postazioni chiuse sui quattro lati dalle vetrate e climatizzate, che da sedili posti all’aperto sotto la copertura della tribuna Nannini. “La continua ricerca del coinvolgimento dell’economia senese è uno degli aspetti che mi stanno più a cuore – ha proseguito Ponte – Vogliamo continuare a far crescere questa società, dotandola di strutture sempre migliori”.
LA SITUAZIONE SOCIETARIA: “MOMENTO DIFFICILE, OCCORRE CORAGGIO”
“In LegaPro i costi sono molto alti – ha dichiarato il presidente bianconero in relazione alla chiusura del bilancio 2015 (clicca QUI) – Ovunque le squadra sono alla ricerca di sostegno da parte delle imprese. È un momento molto difficile e ci vuole molto coraggio per continuare a fare calcio in queste condizioni. Faccio sempre riferimento alla ricerca di un socio forte proprio perché non è facile intervenire annualmente con milioni di euro. Solo Berlusconi, Moratti o Agnelli possono permetterselo. Fare calcio per noi significa distribuirlo tra imprenditori e imprese diverse che possono mettersi insieme”. La Robur ha infatti chiuso l’esercizio 2015 con 880 mila euro circa di perdite ripianate dai soci. Lo sponsor principale ancora non è stato individuato, per diretta e amara ammissione del numero uno della società. Uno scenario che testimonia le difficoltà incontrate dalla neonata società nell’esercizio delle sue funzioni. “Non credo che le banche del territorio possano costituire un sostegno, nonostante debba ringraziarle per l’aiuto che ci danno – ha concluso Ponte – , ma non sono soggetti imprenditoriali a livello calcistico. Possono essere sponsor, importantissimi in questa ipotesi, ma non credo possano avere una maggioranza di quote. Per quella ci vogliono aziende e imprese varie e diverse”.
La video intervista integrale al presidente della Robur
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