di Filippo Tozzi
SIENA. “Conoscete tutti la mia filosofia, e faccio adesso una premessa sulla metafora del quadrifoglio. Senza l’unione delle componenti del quadrifoglio (squadra, staff tecnico, tifosi e società) non si va da nessuna parte, dobbiamo essere uniti e coesi per il bene della città”. Antonio Ponte apre così la lunga conferenza nella sala stampa del Rastrello. Di seguito il video integrale e gli estratti.
ABBONAMENTI
“Nella mia vita mi occupo di finanza e private banking da oltre quarant’anni, con attività in tutto il mondo e con risultati di un certo livello. Chi crede che le società di calcio si finanziano con gli abbonamenti ignora la realtà, oppure è un provocatore. Lo scorso anno la società ha chiuso l’annata con una spesa di due milioni e mezzo, e questo solo in Serie D. Hanno lavorato per la Robur oltre 120 persone a stipendio. Gli abbonamenti hanno coperto una quota dal 15% al 20% di questa spesa. Il rimanente è sotto la mia responsabilità. Immaginatevi adesso i numero della LegaPro, con un forte aumento della spesa. Io continuo a parlare degli abbonamenti, e la campagna rimarrà aperta fino a fine mese, perché vorremmo essere la prima della classe nel nostro girone in questa voce. È un aspetto importantissimo per tutto quello che stiamo facendo e proprio per questo cerchiamo sempre di migliorarlo. Se parliamo di sponsor, di potenziali introiti, oltre alla visibilità della città in se occorre anche il dato degli abbonamenti, per riuscire ad attrarre investitori. Insisto su questo non solo per l’aspetto puramente economico, ma per quello che gli abbonamenti rappresentano. Molti sembra che vogliano fare in modo che la società si accontenti di quanto raggiunto fin qui, ma noi vogliamo fare ancora meglio. Quindici anni fa portammo oltre diecimila persone allo stadio. Lo stadio pieno, e il calore dei nostri tifosi che non smettono mai di incitarci, fa la differenza. Ho sempre ricordato l’importanza degli abbonati e li ringrazio ancora oggi, ma ho il diritto di sognare uno stadio pieno. Mi concentro anche su coloro che possono sottoscrivere molti abbonamenti, sulle imprese. Non condivido il modo in cui Fabio Caselli ha dichiarato che Siena è una città morta. È un contesto nazionale ed europeo, a Siena è più difficile per ciò che è successo negli ultimi anni. Io cerco sempre di essere positivo, di incoraggiare la città. Bisogna avere molta pazienza. Per quello che riguarda lo sponsor, è una delle poche fonti di entrata, eccezion fatta per gli abbonamenti. Bisogna avere molta creatività per cercare di combattere lo squilibrio tra entrate e uscite. Troppo spesso sento persone che dubitano della presenza della liquidità della società. Non si gestisce solo con il denaro, ma con le idee e con le capacita commerciali. Noi stiamo lavorando per offrire un prodotto competitivo e superiore alla media. Siamo Siena, una città prestigiosa, e tutti insieme dobbiamo presentare un’offerta credibile. Le aziende devono percepire Siena come un privilegio, come un’opportunità di visibilità. Cerchiamo per questo parnters, non sponsor, locali e nazionali. Non ci paragoniamo a squadra di LegaPro perché noi vendiamo valori che non hanno prezzo, il valore di una storia centenaria. Molte società di A e B non hanno sponsor, ma hanno visibilità televisiva nazionale che non sanno sfruttare”.
LA SQUADRA
“Ho parlato con tutti i calciatori e tutto lo staff, ribadendo loro che il nostro obiettivo è quello di vincere ogni gara. Abbiamo investito molto per creare una squadra in grado di confrontarsi con chiunque e vincere. Nel calcio non vale la regola secondo la quale chi più spende alla fine vince. Altrimenti saremmo già almeno ai playoff. Ma in campo contano altre cose, come l’esperienza e l’affiatamento. Per questo abbiamo parlato di consolidamento della categoria, ma deve essere chiaro a tutti che questa squadra è stata creata per un risultato importante. L’ho detto al gruppo: questo non è un anno di transizione e nessuno deve sentirsi di passaggio. Tutti devono sapere che, nella città del Palio, conta solo chi vince. Ci vuole impegno, ci vuole duro lavoro. Non voglio più vedere un atteggiamento come quello contro il Prato. Ora voglio vedere lo spirito visto contro la Lupa Roma e la Cararrese. Abbiamo capito che tipo di campionato ci aspetta. La squadra deve crescere e crescerà, ma non voglio dare alibi sull’atteggiamento e sullo spirito. Chi è qui sapeva di venire in una piazza ambiziosa e per questo non ci sono scusanti. Alle mie parole la squadra ha reagito bene, poi i bilanci si fanno sul campo. Abbiamo sempre parlato di circa due mesi di rodaggio, e solo a questo termine sapremo se le nostre saranno state corrette”.
CENTRO SPORTIVO
“Il 10 luglio ci è stata prospettata la possibilità del terreno di San Miniato e il 10 settembre Pietro Mele ha iniziato a vagliare le possibilità per costruire un centro sportivo che risolva l’annoso problema dei campi di allenamento. Purtroppo, a tutt’oggi i terreni non sono disponibili perché l’offerta del terreno non è mai stata ufficializzata. Finché il Comune non avrà ripreso quel terreno dal Cral degli Ospedalieri, noi non potremo lavorarci. Non è stato possibile costruire la casa della Robur allo stadio. La procedura per San Miniato non è ancora iniziata. Il problema sono i costi. Ad esempio, per lo stadio si rischia di spendere da 500 mila euro a un milione senza la certezza di poter lavorare effettivamente sulle strutture. Cerchiamo di capire se alla fine c’è la convenienza nell’intraprendere questo percorso”.
LO STADIO
“La società deve concentrarsi sull’aspetto tecnico, specialmente durante l’estate. Questo non significa aver abbandonato i piani sullo stadio. Ci vuole però pazienza, quella che voi non avete. La problematica è complessa a tal punto che non so dirvi quante riunioni faccio per cercare di non lasciare nulla indietro. Abbiamo investito sulla tribuna per fare in modo di estere attrattivi per un certo tipo di clientela. Stiamo cercando di vendere i nuovi palchi, ma per tutto questo ci vuole tempo. Nonostante tutto, credo che questi sforzi ci porteranno ad essere la squadra numero uno per presenze allo stadio”.
ORGANIZZAZIONE SOCIETARIA
“La Robur non è solo ed esclusivamente Antonio Ponte. È formata da soci e da grandi lavoratori che ringraziò pubblicamente. Non siamo perfetti, ma nessuno può rimproverarci sull’impegno e sulla dedizione. Il settore giovanile, sotto la guida di Livio D’Alessandro, ha messo in piedi in pochi mesi un’organizzazione da far invidia alle altre. In un anno o due darà i suoi frutti tecnici e economici. L’advisory board è in costruzione. In passato ho precorso i tempi di certi annunci, ma adesso ho imparato dai miei errori e queste comunicazioni verranno date al momento opportuno”.
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