di Filippo Tozzi
SIENA. Un confronto tenuto al di fuori del campo da calcio quello che questa mattina il tecnico bianconero Massimo Morgia ha avuto con gli studenti dell’Istituto Ricasoli. “Non sono qui per parlare di calcio, né di temi strettamente tecnici. Sono qua per confrontarmi con voi – ha dichiarato rivolto ad una platea di circa cento studenti – , perché voi sarete i tifosi e gli appassionati del futuro. Da anni porto avanti una battaglia personale tesa ad affermare valori che molto spesso cozzano con l’immagine del calcio moderno”. Il tecnico bianconero ha preso spunto dalle competizioni europee per illustrare la sua prospettiva. “Ieri ho visto il Borussia perdere 0-3 e il loro tecnico Klopp è andato tranquillamente verso l’uscita a piedi, senza nessun tipo di problema per l’ordine pubblico. A Roma, con la Fiorentina che ha espugnato l’Olimpico, i vari Totti e De Rossi sono dovuti andare a scusarsi e prendersi quindici minuti di offese e di insulti. Quindici minuti di prostituzione mentale. Non accuso i tifosi o gli Ultras perché il problema parte da noi, principali attori di questo gioco”. Narrando l’esperienza come allenatore fin dalle categorie giovanili, Massimo Morgia è arrivato a raccontare agli studenti l’episodio che lo aveva fatto allontanare dal calcio e dalla panchina. “Circa quattro anni fa allenavo la Juve Stabia e, quando due miei calciatori furono aggrediti da pseudo-tifosi che li malmenarono, decisi di fermarmi. Un anno e mezzo fa sono stato chiamato dalla Pistoiese in qualità di allenatore-manager per un progetto fondato sui giovani e sviluppato a trecentosessanta gradi sull’etica e sui valori dello sport. Un progetto bellissimo. Successivamente, la società ha preso una strada diversa e sono venuto a Siena, dove fin dalla prima conferenza stampa ho dichiarato di voler replicare l’impegno personale per la diffusione di questi principi”. Il pensiero del tecnico bianconero è raccolto nella tesi da direttore sportivo intitolata “Vengo dal mare, vivo sulla terra, ho voglia di volare”, contenuta anche nel volume “Ricominciamo a giocare a pallone”. “Ho scritto queste riflessioni e mi faccio portatore di questa battaglia in prima persona, rappresentando solo me stesso, perché credo che ci sia bisogno di cambiare il calcio, quel business che ha peggiorato tutti, la stampa, i tifosi, noi stessi attori del pallone – ha proseguito il tecnico bianconero – Come ripeto sempre, la maggior parte della responsabilità è nostra. Nei talk show nazionali sento allenatori e calciatori che parlano di vittoria e sconfitta. Soltanto di questo. Tutti abbiamo colpe, ciascuno ovviamente nel proprio ruolo. Il risultato condiziona tutto. Siamo passati da tre filoni di calcioscommesse. Ad esempio, le vittorie mondiali dell’82 e del 2006 hanno mascherato molti dei problemi del nostro calcio, e proprio perché si intende lo sport solo come contrasto tra vittoria e sconfitta. Non c’è più la cultura della sconfitta, conta solo vincere. Dopo Ponsacco mi sono scusato pubblicamente, non perché il Siena è stato battuto, ma perché due miei giocatori hanno perso la testa e in campo hanno dato un esempio sbagliato reagendo alla frustrazione psicologica. Infatti dopo Bastia non mi sono scusato perché abbiamo dato tutto sul campo. Sarebbe bello se personaggi del calibro di Conte, Allegri, Pirlo o Totti si rivolgessero continuamente ai giovani per insegnare questo tipo di cultura sportiva. Sarebbe bello se le trasmissioni televisive nazionali, invece di parlare di sterili numeri, condannassero atti violenti, pretestuosi o illegali invece di asservirsi al sistema”. Al fianco del tecnico, Varricchio e Fontanelli. “Questi ragazzi – ha concluso Morgia, sono due giovani come voi, che stanno muovendo i primi passi nel mondo del calcio. Eppure per molti sono assimilabili ai campioni già fatti ed affermati che hanno calcato quel campo fino a pochi mesi fa, come Rosina, Vergassola, Portanova o Taddei. Non è così. E’ dando le cose il giusto valore e il giusto peso che si riparte. Il calcio è e deve essere passione e divertimento”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Scritto con WordPress per Android