SIENA. Misurato ma orgoglioso, il presidente Massimo Mezzaroma ha presentato il nuovo direttore sportivo (anzi, come ha precisato; il “responsabile dell'area tecnica”), Giorgio Perinetti. Il figliuol prodigo da cui tutta Siena si aspetta una rifondazione della squadra e dell'ambiente.
“Da mesi – ha esordito – ero in contatto con Giorgio ed è lui il primo mattone su cui ricostruire il Siena. Devo ringraziare anche la famiglia Matarrese per aver capito e consentito questi approcci. Ho trovato Perinetti disponibile perché prima di tutto è profondamente affezionato a Siena ed ha deciso di sposare un percorso difficile, in salita; non si è abbattuto per la retrocessione in B e io reputo questo un plusvalore, assieme alla sua cultura del lavoro – rara nel mondo del calcio – e alla voglia di accettare la sfida nella costruzione della squadra. Questo mi dà coraggio, perché spero che insieme costruiremo una squadra vincente e divertente, che rappresenti lo spirito della città”.
La richiesta è quella dell'assunzione di responsabilità: “gli delego il lavoro perché poi voglio chiedergliene conto”. Sarà non solo il direttore sportivo nell'accezione classica del termine, ma “sarà lui a curarsi del settore giovanile, degli osservatori, degli impianti, insomma di tutto quello che ruota intorno ad una squadra di calcio”. Bentornato, conclude Mezzaroma.
“Siamo professionisti sempre in viaggio – dice Perinetti – ma sento l'affetto che mi ha dimostrato la città e con essa anche Bari, cui mando un saluto ed un ringraziamento. A Siena sto benissimo, qui ho conosciuto la vera amicizia. Sono sempre rimasto a Siena, anche se non fisicamente in questi tre anni, ma ho sempre mantenuto i contatti, quinndi il mio non è un vero e proprio ritorno”. Il ds, che ha lasciato Bari da 48 ore, ringrazia quindi il presidente per la paziente attesa “E' stata una grande gratificazione”, ha ammesso. Dalla sua parte, oltre alla proprietà, ci sono anche i tifosi “che mi hanno manifestato gradimento” e lo sponsor “che mi ha dato il suo appoggio”.
Ora dovrà rimboccarsi le maniche: c'è da riequilibrare il monte-ingaggi e cercare il giusto equilibrio generale per affrontare la realtà della serie B, “una stagione ed un campionato difficili, in cui non sai mai i valori reali. L'obiettivo è vincerlo – conferma Perinetti – ma ci vuole la giusta mentalità ed il giusto approccio, fare meno errori possibile. Esiste un solo modo: interpretarlo bene con grandi motivazioni”. E' questo il Leitmotiv (“il minimo comun denominatore”, dice il ds) del suo intervento, il tasto su cui batte spesso per ribadire che la motivazione deve coinvolgere ogni settore della società e della squadra. Il tecnico (Malesani o un altro, la rosa è ristretta,,ma "decideremo in tempi brevi", dicono presidente e ds) deve avere umiltà e motivazioni, i giocatori devono avere le giuste motivazioni "Li valuteremo uno a uno: sei motivato o no? Senza condizioni". Patti chiari. Perinetti vuole qualità ed equilibrio. Anche dai tifosi e dai media, cui chiede di non esalatarsi per i successi e non deprimersi per le sconfitte.
Il Siena dovrà sfoltire la rosa: da 50 a 18 giocatori "è un problema serio", commenta Perinetti, poi si parla di chi vorrà restare anche in B. "Nella retrocessione in B ci sono anche le responsabilità di chi ha giocato – dichiara il ds bianconero – non è stata una punizione arrivata per caso". Per quanto riguarda Alberto Malesani, ci sarà un incontro per capire "le sue motivazioni e la sua adesione al progetto della società".
Assunzione del rischio e della responsabilità, motivazione, "mission", lavoro di squadra: il new deal di Perinetti e Mezzaroma passa da una gestione molto vicina a quella di un'azienda e "la squadra nascerà dalle verifiche con l'allenatore e la proprietà", conferma Perinetti, sottollineando che il tecnico (nuovo o presente) non dovrà avere "giocatori non motivati" a disposizione, perché sono un elemento di disturbo che non va messo sul percorso del ritorno in serie A. "In un anno – dice il diesse – ma non sono un mago, penso a lavorare e comincio oggi: mi devo rendere conto della situazione attuale e studiare le soluzioni. Credo che per creare una società solida ci vogliano circa 5 anni. Io devo fare da collante tra ruoli, competenze e budget…".
Il presidente Mezzaroma viene poi sollecitato dai giornalisti sugli impianti di allenamento. "Vogliamo un campo per l'allenamento, degli impianti che possiamo considerare come la casa del Siena. ll progetto preliminare per Taverne e San Miniato – dal punto di vista del costruttore – è già stato presentato, ma dal punto di vista sportivo toccherà a Perinetti". Il quale sarà coadiuvato da Daniele Faggiano che sarà il suo alter ego sul mercato e si occuperà del settore giovanile: "Il settore in cui investire per crearsi giovani calciatori in casa".
Il Siena sarà anche un'iniziativa di marketing turistico attraverso il calcio: punta anche a questo la proprietà, come spiega il presidente Mezzaroma: "La squadra deve diventare un veicolo di promozione e comunicazione per il territorio".
“Da mesi – ha esordito – ero in contatto con Giorgio ed è lui il primo mattone su cui ricostruire il Siena. Devo ringraziare anche la famiglia Matarrese per aver capito e consentito questi approcci. Ho trovato Perinetti disponibile perché prima di tutto è profondamente affezionato a Siena ed ha deciso di sposare un percorso difficile, in salita; non si è abbattuto per la retrocessione in B e io reputo questo un plusvalore, assieme alla sua cultura del lavoro – rara nel mondo del calcio – e alla voglia di accettare la sfida nella costruzione della squadra. Questo mi dà coraggio, perché spero che insieme costruiremo una squadra vincente e divertente, che rappresenti lo spirito della città”.
La richiesta è quella dell'assunzione di responsabilità: “gli delego il lavoro perché poi voglio chiedergliene conto”. Sarà non solo il direttore sportivo nell'accezione classica del termine, ma “sarà lui a curarsi del settore giovanile, degli osservatori, degli impianti, insomma di tutto quello che ruota intorno ad una squadra di calcio”. Bentornato, conclude Mezzaroma.
“Siamo professionisti sempre in viaggio – dice Perinetti – ma sento l'affetto che mi ha dimostrato la città e con essa anche Bari, cui mando un saluto ed un ringraziamento. A Siena sto benissimo, qui ho conosciuto la vera amicizia. Sono sempre rimasto a Siena, anche se non fisicamente in questi tre anni, ma ho sempre mantenuto i contatti, quinndi il mio non è un vero e proprio ritorno”. Il ds, che ha lasciato Bari da 48 ore, ringrazia quindi il presidente per la paziente attesa “E' stata una grande gratificazione”, ha ammesso. Dalla sua parte, oltre alla proprietà, ci sono anche i tifosi “che mi hanno manifestato gradimento” e lo sponsor “che mi ha dato il suo appoggio”.
Ora dovrà rimboccarsi le maniche: c'è da riequilibrare il monte-ingaggi e cercare il giusto equilibrio generale per affrontare la realtà della serie B, “una stagione ed un campionato difficili, in cui non sai mai i valori reali. L'obiettivo è vincerlo – conferma Perinetti – ma ci vuole la giusta mentalità ed il giusto approccio, fare meno errori possibile. Esiste un solo modo: interpretarlo bene con grandi motivazioni”. E' questo il Leitmotiv (“il minimo comun denominatore”, dice il ds) del suo intervento, il tasto su cui batte spesso per ribadire che la motivazione deve coinvolgere ogni settore della società e della squadra. Il tecnico (Malesani o un altro, la rosa è ristretta,,ma "decideremo in tempi brevi", dicono presidente e ds) deve avere umiltà e motivazioni, i giocatori devono avere le giuste motivazioni "Li valuteremo uno a uno: sei motivato o no? Senza condizioni". Patti chiari. Perinetti vuole qualità ed equilibrio. Anche dai tifosi e dai media, cui chiede di non esalatarsi per i successi e non deprimersi per le sconfitte.
Il Siena dovrà sfoltire la rosa: da 50 a 18 giocatori "è un problema serio", commenta Perinetti, poi si parla di chi vorrà restare anche in B. "Nella retrocessione in B ci sono anche le responsabilità di chi ha giocato – dichiara il ds bianconero – non è stata una punizione arrivata per caso". Per quanto riguarda Alberto Malesani, ci sarà un incontro per capire "le sue motivazioni e la sua adesione al progetto della società".
Assunzione del rischio e della responsabilità, motivazione, "mission", lavoro di squadra: il new deal di Perinetti e Mezzaroma passa da una gestione molto vicina a quella di un'azienda e "la squadra nascerà dalle verifiche con l'allenatore e la proprietà", conferma Perinetti, sottollineando che il tecnico (nuovo o presente) non dovrà avere "giocatori non motivati" a disposizione, perché sono un elemento di disturbo che non va messo sul percorso del ritorno in serie A. "In un anno – dice il diesse – ma non sono un mago, penso a lavorare e comincio oggi: mi devo rendere conto della situazione attuale e studiare le soluzioni. Credo che per creare una società solida ci vogliano circa 5 anni. Io devo fare da collante tra ruoli, competenze e budget…".
Il presidente Mezzaroma viene poi sollecitato dai giornalisti sugli impianti di allenamento. "Vogliamo un campo per l'allenamento, degli impianti che possiamo considerare come la casa del Siena. ll progetto preliminare per Taverne e San Miniato – dal punto di vista del costruttore – è già stato presentato, ma dal punto di vista sportivo toccherà a Perinetti". Il quale sarà coadiuvato da Daniele Faggiano che sarà il suo alter ego sul mercato e si occuperà del settore giovanile: "Il settore in cui investire per crearsi giovani calciatori in casa".
Il Siena sarà anche un'iniziativa di marketing turistico attraverso il calcio: punta anche a questo la proprietà, come spiega il presidente Mezzaroma: "La squadra deve diventare un veicolo di promozione e comunicazione per il territorio".