"Accesso abusivo al credito" a carico dell
di Filippo Tozzi
SIENA. Massimo Mezzaroma è stato iscritto oggi (11 nevembre) nel registro degli indagati per il reato di “accesso abusivo al credito”. Lo si legge nel comunicato delle Fiamme Gialle, dal quale si apprende che le “perquisizioni della Gdf” sono avvenute in “Toscana, Lazio e Calabria. Insieme a Mezzaroma nel registro degli indagati è stato iscritto anche Mario Lattari, legale rappresentante della Bologna & Washington Comunication”. Acquisiti documenti anche nella sede di Banca Monte dei Paschi. La società B&W Communication è stata protagonista nell’operazione di cessione del marchio della Robur avvenuta nel febbraio 2012. Ecco la ricostruzione della vicenda.
L’OPERAZIONE DI CESSIONE DEL MARCHIO (clicca QUI)
L’operazione con la quale Ac Siena ha portato nelle sue casse oltre venti milioni di euro è la seguente. Come si legge in Robur Anno Zero, la Robur “riacquista dalla controllante Progetto Siena i due marchi in questione (Ac Siena e Ac Siena Robur 1904). Successivamente li cede alla società B&W Communication Srl. Società che risulta essere di proprietà di Davide Buccioni, Fabrizio Sacco e della «Pontina srl 2000», società a sua volta riconducibile al gruppo Impreme Spa della famiglia Mezzaroma. Per acquistare i due marchi, la B&W Communication ha stipulato un contratto il 29 dicembre 2011. La cessione effettiva, tuttavia, è avvenuta il 9 febbraio 2012. Nel frattempo, Mps ha concesso a B&W Communication un finanziamento di circa 25 milioni di euro. In questo modo, la società bianconera ha potuto cedere i due marchi, del valore contabile netto di 14.826 euro, per la cifra di 25.100.000 euro (plusvalenza di 25.085.174 euro). Il Siena Calcio ha quindi concordato con la B&W Communication un accordo ventennale per poter utilizzare i due marchi sociali. Secondo il Sole 24 ore, l’Ac Siena «per questa concessione ha pagato alla B&W Communication 1,5 milioni nel 2012, e corrisponderà 1,4 milioni quest’anno e un milione all’anno per tutta la durata dell’accordo»”. Uno dei dettagli singolari della vicenda è legato “ai due soci persone fisiche di B&W Communication, che si dichiarano entrambi residenti in Piazza Salimbeni 3. Ovvero i soci abiterebbero dentro la banca Mps”, come ricordato da Il Cittadino Online (clicca QUI).
LA CESSIONE DEL MARCHIO NEL 2007
Secondo quanto si legge in “Robur Anno Zero”, i due marchi “Ac Siena” ed “Ac Siena Robur 1904” erano già stati oggetto di cessione da parte della società bianconera, ma ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello corrisposto nell’operazione attualmente sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. La delibera sulla cessione dei marchi è stata assunta “durante la prima assemblea dei soci della gestione Lombardi Stronati. La proposta, andata in porto come dimostrano i documenti contabili di Progetto Siena, riguardava i marchi “Ac Siena” ed “Ac Siena Robur 1904”. Si tratta esattamente degli stessi marchi poi ceduti dalla Robur a B&W Communication per 25 milioni circa […]. Questi due marchi, insieme ai relativi diritti di sfruttamento, erano stati ceduti da Ac Siena a Progetto Siena dietro il corrispettivo di 12.000 euro all’inizio della gestione Lombardi-Stronati. L’accordo tra controllata e controllante stabiliva anche il prezzo per l’utilizzo dei marchi adesso in possesso di Progetto Siena. Un prezzo simbolico «pari ad 1 € in ragione di anno». Somma regolarmente contabilizzata e rintracciabile nei bilanci della controllante Progetto Siena”.
LA NOZIONE DI “RICORSO ABUSIVO AL CREDITO”
L’espressione “ricorso abusivo al credito” compare all’articolo 218 del Regio Decreto n. 267 del 16 marzo 1942. L’articolo 218 è stato poi sostituito dall’articolo 32 della legge n. 262 del 28 dicembre 2005. La norma riguarda “gli amministratori, i direttori generali, i liquidatori e gli imprenditori esercenti un’attività commerciale che ricorrono o continuano a ricorrere al credito […] dissimulando il dissesto o lo stato d’insolvenza”.
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