FORTIS JUVENTUS-ASTA TAVERNE 2-3
Fortis Juventus (4-3-3): Morandi; Zoppi, Calzolai, Marucelli, Baggiani; Serotti, Bettoni (Landini 38’ St), Morozzi; Mearini, Piazze (Buscè 30’ St), Noferi. A disposizione: Moretti, Salvadori, Niccoli, Paternò, Parrini, Costa, Torricelli. Allenatore: Nicola Magera
Asta Taverne (4-2-3-1): Anselmi; Di Renzone (Seri 18’ St), Grassini, Ceccatelli, Bardotti (Gianni 32’ St); Mazza, Uznanski (Curcio 30’ St); Doka, Discepolo, Jrad (Guidarelli 45’ St); Dieme. A disposizione: Cicali, Cinelli, Pugliese, Cappelli, Bianchi. Allenatore: Stefano Bartoli
ARBITRO: Edoardo Bo sezione di Livorno (Andrea Pacifici sezione di Arezzo; Riccardo Spinelli sezione di Pisa)
MARCATORI: Doka 23’ Pt (A); Piazze 10’ St (F); Zoppi 13’ St (F); Doka 30’ St (A); Mazza 44’ St (A)
AMMONITI: Piazze (F); Mazza (A)
SIENA. Tre punti dal valore inestimabile. Sono quelli conquistati dall’Asta sul campo della Fortis Juventus grazie ad una vittoria per 3-2. La partita è fin da subito molto tesa e le polemiche della squadra di casa impazzano al 23esimo del primo tempo quando Mazza va giù in area di rigore e l’arbitro indica il dischetto. Dagli undici metri Doka non sbaglia e realizza il decimo gol del suo campionato. Dopo questo episodio la partita si innervosisce ulteriormente con i padroni di casa che, a più riprese, reclamano dei falli in area di rigore mai concessi dal direttore di gara. Il gol del pareggio la Fortis Juventus lo trova al decimo della ripresa con Piazze. Gli arancioblè accusano il colpo e, infatti, una manciata di minuti dopo anche Zoppi riesce a bucare Anselmi per il 2-1. Quando l’inerzia ormai sembrava definitivamente passata in mano ai padroni di casa un lancio di Dieme mette in moto Doka che scarta un avversario e fa 2-2. Nel finale rocambolesco il più attivo di tutti è Lorenzo Mazza che, con uno dei suoi classici inserimenti, elude la difesa della Fortis per il gol del vantaggio arancioblè. A pochi istanti dalla fine l’Asta riesce a difendersi e a blindare i tre punti che, in chiave classifica, sono a dir poco fondamentali.