di Augusto Mattioli
SIENA. Pietro Mele ha perduto la sua battaglia per acquistare il Siena facendo valere il suo diritto di prelazione. Nella serata di oggi è arrivata la decisione di Marco Turchi, presidente del collegio sindacale , nominato arbitro da ambedue le parti in causa, Ponte e Durio. Una decisione che in sostanza apre le porte alla proprietà del Siena di Anna Durio che nelle sue dichiarazioni in una conferenza stampa iniziata in netto ritardo, non ha nascosto la sua soddisfazione. Turchi, ex vicepresidente di Banca Mps ci ha detto che “la proposta di Mele non aveva le caratteristiche per fare il diritto di prelazione. Per quanto mi riguarda ho la convinzione di avere fatto bene”. Poche parole ma chiare.
Si vedrà ora la reazione di Pietro Mele che in una lettera ricorda che Ponte il 28 luglio lo aveva informato della sua intenzione di cedere la sua partecipazione del Siena, il 97,50%. E aggiunge che Ponte gli ha fatto sapere che la sottoscrizione dei termini del contratto e di tutti gli altri aspetti nell’ufficio del notaio Mandarini, in una via dei Giglio presidiata dai tifosi bianconeri il 21 luglio scorso “è avvenuta in una situazione di minaccia grave alla mia persona e in un contesto intimidatorio che durava da giorni”. Mele aggiunge “di aver preso atto che l’accordo non poteva essere ritenuto valido in quanto estorto, Non ho quindi potuto e voluto rendermi partecipe di un disegno che tutto può dirsi tranne che trasparente e legittimo”. Di qui la decisione di cercare un’altra strada. Intanto fa saper che invocherà l’aiuto della magistratura e della autorità sportive per fare chiarezza e tutelare la squadra e lui stesso. Questi i passi più significativi della lettera di Mele.
Al quale ha riposto Anna Durio che lo ha sfidato ad un dibattito pubblico un faccia a faccia per chiarire cosa è accaduto “Solo in quell’occasione potrò finalmente raccontare tutti i particolari di questa incresciosa vicenda che lo vede coinvolto insieme ad Antonio Ponte.”. In conferenza stampa Durio ha letto un testo scritto “per non dimenticarmi – ha detto- le cose importanti ed evitare parole non consone”.
Lo riportiamo di seguito nella sua interezza. ”Siamo giunti finalmente all’epilogo di una vicenda che definire assurda è poco. In data odierna abbiamo ricevuto con nostra grande meraviglia la comunicazione del ragionier Marco Turchi, nominato congiuntamente arbitratore con il compito di valutare l’avveramento della condizione sospensiva dell’atto di trasferimento delle quote e dunque la correttezza dell’esercizio del diritto di prelazione da parte di chi dei soci avesse avuto intenzione di esercitarlo. Tutti i soci hanno rinunciato al diritto di prelazione tranne il socio di minoranza Mele che, a detta dello stesso Turchi, ha erroneamente esercitato il diritto per mancanza di requisiti ed elementi sostanziali ed essenziali. La sua decisione non è impugnabile dalle parti e pertanto deve intendersi definitiva.Una parte di me avrebbe voluto già questa sera rendere pubblica la verità su quanto ho dovuto subire in questi mesi, un’altra parte mi suggerisce di concentrarmi su tutto quello che c’è da fare ed ignorare, relegandolo ad un brutto ricordo, tutto quello è successo. Se volessi iniziare a raccontare la verità sarei costretta a parlare almeno due giorni, ma alcuni passaggi possono servire a sconfessare l’enorme quantità di bufale che continuano ad essere profuse da chi farebbe bene a cospargersi il capo di cenere. Voglio solo ricordare al signor Mele che ha voluto camuffare, con argomentazioni assolutamente ultronee ed inconferenti, il fatto di non aver fornito alcuna garanzia di pagamento, pur essendo tenuto a presentarla. Ricordo al signor Mele che chi vuole comprare deve farlo con i soldi in mano e non con le parole in bocca. Ricordo al signor Mele che la sottoscritta ha più di una volta voluto incontrare lui e i soci di minoranza per ragionare del futuro della Robur, ma ogni mio invito è stato da lui stesso boicottato, come mi è stato riferito da alcuni dei soci, perchè a lui interessava parlare dei suoi crediti, a me invece interessava parlare della Robur. Chiede verità e io non vedo l’ora di poterla dire, ed è per questo che oggi stesso invito ufficilamente il signor Mele ad un faccia a faccia pubblico.Detto questo consentitemi di esprimervi l’immensa felicità, mia e di mio figlio, di poter finalmente dare il via a tutti i programmi che abbiamo dovuto tenere in sospeso in questa fase. Mi auguro che tutto possa riprendere regolarmente e con nuovo entusiasmo, perchè siamo qui solo per passione e non per interessi personali e politici”.