Il tecnico della Robur: “Basta proclami, è l'ora di sgomitare per migliorare la classifica”
di Francesco Giustiniani
SIENA. Niente commenti sulla sezione di calciomercato appena conclusa, stop ai facili proclami e al ritornello “siamo più forti degli altri, vogliamo la serie B” e tanta tanta concentrazione rivolta al lavoro sul campo. Sono questi i temi principali della conferenza stampa dell’allenatore della Robur Siena Alessandro Dal Canto alla vigilia della trasferta sul campo della Pro Patria.
Mercato. “Non parlo di mercato, le entrate e le uscite le avete viste tutti – esordisce il tecnico – Se la società vorrà dire qualcosa lo farà, sennò va bene così. Le puntualizzazioni è giusto che le faccia la società, io alleno i giocatori a disposizione”.
Concentrato sul campo. “Prima del mercato ho sempre detto che faccio con i giocatori che ho a disposizione, lo ribadisco dopo la chiusura del mercato. È meglio che mi concentri sul mio lavoro e i miei compiti che devo cercare di svolgere nel miglior modo possibile. Il mercato lo posso solo commentare ripetendo quello che ho detto ai tifosi che vennero al campo sportivo a manifestare il proprio malcontento dopo la sconfitta di Carrara: nella vita ogni tanto ci sono cose che puoi fare e altre che non puoi fare, quando le puoi fare batti il ferro, altrimenti fai in un’altra maniera, tutto qua”.
La cessione di Serrotti e l’arrivo di Bovo. “Serrotti ha giocato tutte le partite con noi, ma va così. Al suo posto è arrivato Andrea Bovo, un giocatore di grande esperienza anche se con caratteristiche diverse, più mezzala. Lo conosco bene, l’ho allenato un anno e mezzo a Padova: ha giocato in categorie importanti e può essere un valore aggiunto”.
Il gruppo. “I giocatori sono abituati al via vai durante il calciomercato, è la norma. I ragazzi si sono allenati bene in questa settimana, come sempre del resto, sono consapevoli della situazione, dell’importanza della prossima partita e che andiamo ad affrontare una squadra rognosa”.
Errori da non ripetere. “Contro il Lecco nel primo tempo non siamo stati brillantissimi negli ultimi 30 metri, ma non abbiamo neanche concesso tiri in porta. Il primo quarto d’ora del secondo tempo abbiamo concesso quattro palle gol, di cui tre grosse e la squadra si è spenta, si è impaurita dopo la prima occasione. Poi abbiamo avuto il vantaggio numerico e il gol su rigore e da questo punto di vista la squadra deve essere più brava a portare a casa la vittoria in una giornata difficile. Se non riusciamo a vincere le partite sofferte, diventa dura. Non si può solo vincere quando si gioca bene e si creano tante palle gol”.
La Pro Patria. “E’ una squadra fisica che in casa diventa pericolosa, andiamo a giocarci le nostre chance. È un gruppo che ha una identità ben precisa, da due anni c’è lo stesso allenatore e anche il gruppo ha subito pochi cambiamenti. Dobbiamo stare attenti, ma lo sappiamo, nessuno si illude che possa essere una passeggiata di salute”.
Acciaccati. “Restano a casa Da Silva, Baroni, Andreoli e Guberti. Da Silva ha un problema pubalgico che si porta dietro, più o meno stessa patologia per Andreoli. Resta a Siena anche Guberti, che ha accusato una ricaduta: è meglio che si fermi e si curi per bene. Capisco un giocatore importante come lui che non si sente in condizione di darci una mano, diventa frustrante. Cesarini sembra a posto e partirà dalla panchina, si è allenato solo due giorni. Vedremo le soluzioni tattiche, abbiamo due nuovi innesti davanti”.
Meno chiacchiere e più punti. “Fino a ora 23 partite hanno dimostrato che 12-13 squadre sono sullo stesso livello, il resto sono chiacchiere che porta via il vento. Sennò tutte le volte che faccio conferenza stampa sembra che vi racconti la solita storiella che vogliamo arrivare qua o là… è meglio stare zitti e lavorare”.
‘Sgomitare per un posto al sole’. “I giocatori fanno il massimo, se dopo 23 partite in classifica siamo ancora con Albinoleffe, Pro Patria, Juventus U23, Arezzo vuol dire che la squadra è come le altre. Se partiamo dal presupposto che siamo migliori degli altri e dobbiamo arrivare secondi, non va bene, vendiamo una cosa che in realtà non è così. Non lo dico né per proteggere il mio lavoro, né per scaricare la responsabilità sugli altri: le altre squadre non sono più scarse di noi, senza offesa per nessuno, ma i valori si equivalgono. Non abbiamo il diritto acquisito di pensare che dobbiamo arrivare secondi perché siamo più forti degli altri. Se noi avremo la forza mentale di capire che dobbiamo andare a fare a gomitate vere, sportivamente parlando, per tentare di guadagnarci il miglior posto possibile allora stiamo sempre in tiro e sempre in partita. Sennò continuiamo a ripeterci ‘noi vogliamo andare in B, noi vogliamo…’. Anche io vorrei tante cose che a volte posso fare e a volte non posso fare, come del resto tutti quelli che fanno il mio lavoro”.