Robur: che confusione, dal vertice in giù
di Augusto Mattioli
SIENA. La parola programmazione sembra essere sconosciuta quasi del tutto nel mondo del calcio. Solo la Juve ci pensa e i risultati (e i soldi) arrivano. Un modo di lavorare che dovrebbe essere un punto di riferimento, fatte le debite proporzioni, per le società minori. Come il Siena che ha chiuso il campionato con una sconfitta casalinga al sesto posto, salvandosi. Ma il presidente Ponte non è contento (neanche noi, come tanti tifosi) e dice che ha sbagliato tutto. L’idea iniziale, mai smentita, era quella, dopo la bella promozione dai dilettanti (e chissà perché non si è puntato su alcuni giocatori di quel gruppo vincente), di fare un altro salto perché in serie B ci sono più soldi. Poi ci si è accorti, dopo una prima campagna acquisti, costosa, di non farcela. E allora si sono cambiatri squadra e allenatore. Puntando alla salvezza. Alla faccia della programmazione. Dunque una società in confusione piuttosto sensibile, come è sembrato nella conferenza stampa di domenica sera il suo presidente Ponte. Che deve decidere cosa fare da grande.