Stile di vita e di gioco non "compresi" dal cestista americano
di Umberto De Santis
SIENA. La rescissione del contratto con DaJuan Summers è stata commentata con poche righe di commiato e di auguri dalla società. Diverso il
comportamento del giocatore che ha rilasciato una intervista su Yahoo Sport, al giornalista Marc J. Spears.
Si parla di difficoltà di ambientamento sia in campo che fuori. Il secondo giorno a Siena ha avuto un incidente stradale: “E’ molto diverso dagli Stati Uniti. Qui non guidano nelle corsie, ma saltano da una all’altra”. Portato in ospedale, dove fortunatamente gli venne diagnosticato un semplice colpo di frusta al collo, ha avuto difficoltà a farsi capire per via della lingua, finchè qualcuno ha capito che era un giocatore della squadra di basket locale. Siena è più piccola di quanto è grande la sua popolarità come meta turistica italiana, e poi gli avevano dato una casa in campagna per lui, la moglie e il figlio, in cui non si ritrovavano, una vita a ritmo lento che probabilmente è più confacente a un turista della California che a un cittadino urbanizzato di Detroit. Tutto era un problema: dai letti troppo stretti ai sedili degli aerei non abbastanza confortevoli.
Venendo all’aspetto tecnico, l’articolista di Yahoo Sport ricorda come nella lista dei ritorni a casa Summers non sia solo: DeJuan Blair (Spurs) ha giocato solo quattro partite in Russia prima di tornare a casa, Earl Clark (Magic) ha firmato un contratto in Cina, ma non ha giocato neanche un minuto. “Loro mi dicevano quanto desideravano che facessi parte della squadra – ha detto Summers -. Con queste premesse ho pensato che fosse una buona scelta per farmi vedere nella serie A italiana, così come una squadra al top di Eurolega”. Infatti nella preseason Summers ha giocato molto con una media di 18 punti in circa 30 minuti a gara. Poi, con il ritorno di Pianigiani e dei giocatori impegnati nell’Europeo, la musica per lui è cambiata.
“Giocavo 14-15 minuti di media e non capivo perché, nelle partite vere ottenevo 14, 15 minuti”. La prima ufficiale in regular season, appena tre punti in dodici minuti. E così la prima sconfitta della Montepaschi il 23 ottobre è stata l’ultima gara di Summers. Il giocatore rivela di non esser riuscito a farsi spiegare dal “coaching staff” i motivi per cui non giocava più. Il ragazzo di Detroit fa anche considerazioni tecniche sul modo di giocare in Europa: “L’enfasi è sulla difesa. Sembra di tornare in qualche modo ai tempi del college. Negli Usa devi pensare a far punti, creare giochi, aprire le difese. Ma in Europa è diverso: il pitturato è sempre intasato, le squadre giocano più duro, ma non è un basket più fisico. Questo è un equivoco. Forse pensavano che non fossi felice in Italia. Non sono riuscito a capire che cosa davvero si aspettassero da me e dal mio approccio nell’economia del gioco”.
Ha comunque dichiarato di essere contento di aver risolto il contratto senza che si creassero discussioni tra lui e la società, assisterà la mamma malata e cercherà di non aver troppi danni d’immagine nella sua carriera NBA da questo scivolone. Quando la giostra riprenderà.
SIENA. La rescissione del contratto con DaJuan Summers è stata commentata con poche righe di commiato e di auguri dalla società. Diverso il
comportamento del giocatore che ha rilasciato una intervista su Yahoo Sport, al giornalista Marc J. Spears.
Si parla di difficoltà di ambientamento sia in campo che fuori. Il secondo giorno a Siena ha avuto un incidente stradale: “E’ molto diverso dagli Stati Uniti. Qui non guidano nelle corsie, ma saltano da una all’altra”. Portato in ospedale, dove fortunatamente gli venne diagnosticato un semplice colpo di frusta al collo, ha avuto difficoltà a farsi capire per via della lingua, finchè qualcuno ha capito che era un giocatore della squadra di basket locale. Siena è più piccola di quanto è grande la sua popolarità come meta turistica italiana, e poi gli avevano dato una casa in campagna per lui, la moglie e il figlio, in cui non si ritrovavano, una vita a ritmo lento che probabilmente è più confacente a un turista della California che a un cittadino urbanizzato di Detroit. Tutto era un problema: dai letti troppo stretti ai sedili degli aerei non abbastanza confortevoli.
Venendo all’aspetto tecnico, l’articolista di Yahoo Sport ricorda come nella lista dei ritorni a casa Summers non sia solo: DeJuan Blair (Spurs) ha giocato solo quattro partite in Russia prima di tornare a casa, Earl Clark (Magic) ha firmato un contratto in Cina, ma non ha giocato neanche un minuto. “Loro mi dicevano quanto desideravano che facessi parte della squadra – ha detto Summers -. Con queste premesse ho pensato che fosse una buona scelta per farmi vedere nella serie A italiana, così come una squadra al top di Eurolega”. Infatti nella preseason Summers ha giocato molto con una media di 18 punti in circa 30 minuti a gara. Poi, con il ritorno di Pianigiani e dei giocatori impegnati nell’Europeo, la musica per lui è cambiata.
“Giocavo 14-15 minuti di media e non capivo perché, nelle partite vere ottenevo 14, 15 minuti”. La prima ufficiale in regular season, appena tre punti in dodici minuti. E così la prima sconfitta della Montepaschi il 23 ottobre è stata l’ultima gara di Summers. Il giocatore rivela di non esser riuscito a farsi spiegare dal “coaching staff” i motivi per cui non giocava più. Il ragazzo di Detroit fa anche considerazioni tecniche sul modo di giocare in Europa: “L’enfasi è sulla difesa. Sembra di tornare in qualche modo ai tempi del college. Negli Usa devi pensare a far punti, creare giochi, aprire le difese. Ma in Europa è diverso: il pitturato è sempre intasato, le squadre giocano più duro, ma non è un basket più fisico. Questo è un equivoco. Forse pensavano che non fossi felice in Italia. Non sono riuscito a capire che cosa davvero si aspettassero da me e dal mio approccio nell’economia del gioco”.
Ha comunque dichiarato di essere contento di aver risolto il contratto senza che si creassero discussioni tra lui e la società, assisterà la mamma malata e cercherà di non aver troppi danni d’immagine nella sua carriera NBA da questo scivolone. Quando la giostra riprenderà.