Ancora vago sulla sua nuova destinazione, ma nell'aria c'è il Fenerbahce

SIENA. Simone Pianigiani davanti alla platea dei giornalisti schierati attende l’arrivo di Ferdinando Minucci, che introduce la conferenza stampa d’addio a una “epopea”. Un inconto nel quale non manca l’emozione. Per tutti.
Simone Pianigiani è chiaro: “Oggi è il mio ultimo giorno da allenatore della Mens Sana. Devo ringraziare Ferdinando per la fiducia accordatami nel seguire tutto il percorso che ho fatto in questo lavoro, liberamente e sentendo dietro le spalle la sua solidità personale di assoluta fermezza. Un rapporto di scambio durato per anni; da qualche mese tutto era nell’aria e c’è stato poco bisogno di parlare. Un rapporto privilegiato, un regalo che ho avuto e che ho dovuto misurare con la responsabilità mia sempre crescente, sempre presente e sempre al massimo. La fine anticipata dell’ultimo ciclo della Mens Sana annunciata da Ferdinando Minucci l’anno scorso mi ha fatto pensare che era giunta l’ora, non è facile perché questo è un posto speciale per fare pallacanestro professionistica. Non è facile parlarne né dopo la partita né ieri e nemmeno ora”.
Sarà solo allenatore della Nazionale? “Sto guardando quello che si prospetta davanti, non c’è bisogno di cercare un posto di lavoro tanto per cercarlo, c’era da interrompere il rapporto con Siena. L’idea è quella di far parte di un percorso dove ci siano entusiasmo, valori importanti. Non nego che ci siano molte squadre che si sono fatte vive, ma ho bisogno di sentirmi coinvolto nella passione, progettualità vera e possibilità di lavorare nel migliore dei modi. Sarà un club non italiano. Io voglio trasmettere un sistema di gioco agli atleti, diventa difficile portare avanti un progetto per far sì che la squadra giochi in un certo modo. Da qui ai dettagli è ancora lunga, ma per lavorare meglio sarebbe importante avere con me qualcuno che conosco bene e che conosce il mio modo di fare le cose, ma sono dettagli ancora da sviluppare. Mi piacerebbe lavorare in un posto passionale. L’esperienza di vita a 360° in un’altra cultura in un campionato diverso, un’aria intorno che ti permette di riempirla di contenuto tecnico. Non vivo con l’idea di dimostrare qualcosa a qualcuno, ma sono contento di quello che faccio e che cerco di fare sempre al meglio con l’entusiasmo di andare in palestra”.
Il coach non ha voluto confermare l’interessamento pressoché certo del Fenerbahce Ulker, anche se nell’aria il nome del club turco è rimbalzato. Anche Ferdinando Minucci, ovviamente, è stato bersagliato dalle domande sul successore di Pianigiani alla guida della squadra. “Successore? Ne avete già parlato tutti e lo sapete tutti (Luca Banchi, ndr). La Mens Sana è una famiglia e c’è rispetto, oggi c’è Simone e basta. L’allenatore è un po’ il simbolo, la faccia di una società, che è sempre sola, arroccata contro tutti, perché tutti vogliono vincere e non ci sono amici fuori. Oggi Simone lascia la propria famiglia e sa che la ritroverà se e quando si creeranno le opportunità. Ci salutiamo con il sorriso e l’amicizia che penso di avere, e sono ben informato dei fatti. La cosa farà scoppiare qualcuno d’invidia. La società è sempre stata vicina a Simone e si è sempre sentita rappresentata dal suo allenatore. Com’è Simone? Persona speciale, piacevole dal punto professionale, e mancherà molto per le sicurezze che da nelle scelte. Protagonista di un periodo mostruoso e irripetibile essere qui sapendo che uno che ha lavorato così tanto tempo con te andrà via è emozionante”.
Ma alla fine qualcosa del futuro di Pianigiani traspare: “Di Siena e del futuro di Siena non parlo, quello di cui sono sicuro è che il prossimo allenatore di Siena sarà una persona super e da tifoso so che potrete stare tranquilli. Il Fenerbahce Ulker è un grande club europeo con 20 milioni di tifosi, una realtà diversa, con un grande palazzo costruito, una grande struttura come luogo in cui lavorare. Se sono interessati fa molto piacere”.