Momento delicato per la formazione di Trinchieri
di Umberto De Santis
SIENA. Stasera gara due della finale scudetto 2010-2011 tra la Mens Sana e la Bennet Cantù, al meglio delle quattro vittorie in sette sfide previste. Si gioca alle ore 20:30 con una folta rappresentanza della tifoseria brianzola. Trinchieri sa benissimo che la Bennet deve ricominciare a giocare in gara 2 il suo migliore basket partendo da 75, i punti fatti. La squadra ha giocato in campionato 2010-2011 con una media di 77 punti/partita fatti, quindi in attacco ci siamo. Quello che non deve succedere è concedere alla Mens Sana di distendersi in contropiede a campo aperto, perché la facilità di penetrazione ha migliorato anche le percentuali al tiro da tre dei senesi che negli ultimi cinque anni non erano mai state così basse (addirittura, rispetto allo scorso anno, i tentativi sono quasi la metà 486 contro 879). E per prima cosa non vergognarsi di praticare la zona, che, forse bruttina da vedere, ha concesso solo 17 punti nel terzo quarto, ma che al coach Pianigiani rimane indigesta da sempre. Poi un consiglio da chi era presente alla gara: le botte sono state date, non solo prese sotto canestro. Ormai il metro arbitrale si sta adeguando a un basket più fisico e meno tecnico: abbiamo visto anche azioni con più di un giocatore fare passi in partenza, anche con evidente vantaggio sul difensore, completamente ignorati dalla terna. Come accade sempre più spesso in Eurolega. E se ha bisogno di un fallo per far respirare la squadra, usi qualcuno inutilizzato in panchina e non si ritrovi ad avere dei birilli negli ultimi cinque minuti di gara, fermi non solo per problemi di falli ma per evidente stanchezza…
Stamani le due squadre hanno svolto un allenamento di preparazione alla sfida di stasera al Palaestra. Simone Pianigiani, sempre alla ricerca della perfezione, dovrà combattere contro il possibile rilassamento psicologico in gara 2, come successo contro la Virtus Bologna, e demolire le velleità canturine come ben realizzato contro la Benetton Treviso, che gara 3 in casa l’aveva già persa mentalmente in partenza dopo la resa incondizionata nella seconda sfida giocata a Siena e perduta con un nettissimo 94-63. Il turnover sembra un problema di scarsa importanza, ormai, per lo staff tecnico: non c’è situazione tattica in cui il roster può risultare inadeguato in questa serie playoff: Aradori rimpiazza alla pari ormai il “vecchietto” Kaukenas e Michelori è tatticamente superiore a Rakovic che nel finale di stagione non sembra mostrare segnali di miglioramento tecnico rispetto al suo arrivo a Siena. Con buona pace del “pepe” di Sky e della propaganda di Gazzetta dello Sport e Legabasket. Siamo tutti nelle mani di Green e Mazzarino per alimentare l’attenzione dei media e degli appassionati.