"Scetticamente vostro, mi firmo Paolo Piochi"
di Paolo Piochi
SIENA. Spinto da un profondo senso di scetticismo mi permetto di inviare un mio ulteriore contributo in riferimento al quesito promosso dal prof. Augusto Mattioli attraverso la Vostra testata per sapere da appassionati e tifosi del basket quale futuro si prospetta a Siena per questo sport.
Considerato il tempo trascorso da quando è stato avviato il sondaggio, presumendo peraltro che le risposte su questo argomento potrebbero ritenersi ormai esaurite, a margine della particolare ed esaltante stagione in cui due storiche società della nostra città si stanno confrontando in questi giorni in un derby dal sapore antico per guadagnarsi la promozione che spero alla fine dell’agone si concretizzi per entrambe in serie B Interregionale, categoria in cui la matricola Virtus ha quest’anno ben figurato, raggiungendo i quarti di finale play off, mi trovo ancora una volta a riflettere su un tema che stuzzica inevitabili sentimenti e riporta ad indelebili ed animati momenti rimasti dentro di noi e che fanno parte della nostra storia.
Non nego di aver riletto più di una volta con molta attenzione ad uno ad uno i vari interventi pubblicati, interventi con cui ciascuno di noi, compreso il sottoscritto, si è sentito motivato nell’esternare personali considerazioni a favore di un movimento cestistico indubbiamente da valorizzare, richiamando l’attenzione talora con suggerimenti nostalgici e coloriti, talaltra confidando legami e sensazioni di alto spessore che vengono sovente custoditi con silenziosa riservatezza, ma che anche con il più alto grado di abilità riusciamo difficilmente a nascondere, perché – se ci pensiamo bene – riflettono a pieno titolo la cultura a cui apparteniamo.
Si è parlato, infatti, di riflessioni, di ambizioni, di speranze, di programmazione, di adeguamento e fruibilità di strutture, di recuperare credibilità, di ricerca di investimenti, di una comunità di intenti, di forza propulsiva dirigenziale, di marketing e di costante aggiornamento, eccetera.
Insomma nei vari scritti si possono trovare diversi spunti di valutazione che sarebbe oltremodo auspicabile venissero attenzionati senza distacco, ma con il dovuto riguardo da quanti, per i loro trascorsi e per le loro indubbie esperienze conoscitive, si ritengono più addentro ai lavori per poter capire quale potrebbe essere allo stato la strada più giusta ed opportuna da intraprendere – come ha vergato inizialmente il prof. Augusto Mattioli – “per tornare ad essere protagonisti a livelli più consoni per il basket senese, collaborando sia sul piano tecnico sia sul piano politico al fine di contare di più in questo mondo”.
Oltre a rileggere più di una volta questi dodici interventi da Voi pubblicati, nei quali si è potuto riscontrare il valore di una viva sensibilità, non potevo non sfogliare al tempo stesso le pagine di un album in cui ho raccolto una copiosa documentazione fotografica (ovviamente nessuna presunzione e confronto con quella assai più ricca di Augusto Mattioli!), conservata in archivio con un pizzico di gelosia, che ritrae ed evoca quei tanti momenti in cui il basket senese faceva notizia perfino nelle più importanti testate giornalistiche e radiotelevisive nazionali. In quelle stesse foto si riconoscono molto bene quanti hanno frequentato prestigiosi parquet di gioco i quali, godendo di una certa e diffusa ammirazione, facevano in quel periodo dottrina in materia, partecipando spesso in talk show e rilasciando poi interviste e dichiarazioni molto puntuali ed interessanti: programmi che, nonostante l’evoluzione dei tempi ed un inevitabile avvicendamento generazionale, non si sono mai attenuati, grazie soprattutto ai particolari servizi svolti dai media locali che hanno esaltato, per quanto possibile, altri importanti successi nel frattempo conseguiti.
Fatte queste brevi anticipazioni e, ben inteso, nel pieno rispetto di tutte – sottolineo tutte – le opinioni fin qui espresse in merito all’indagine in questione, vorrei provocare l’amico prof. Augusto Mattioli formalizzandogli le seguenti domande:
– Ciò che è stato riportato nei vari scritti è considerato, in cuor suo, sufficientemente esaustivo/funzionale a fornire una plausibile risposta al sondaggio promosso e trovare davvero la giusta ricetta per una via d’uscita, ancorché di non agevole soluzione, o la documentazione pubblicata si è rivelata, invece, come un racconto di ammirevoli osservazioni ed apprezzate confidenze, alcune delle quali risentono di un forte legame di appartenenza, che al momento non può garantire un’automatica eredità di rendite di posizione?
– Non trova deprimente per i non pochi che hanno a cuore le sorti di questo sport nella nostra città il fatto che quanti, ritratti un tempo spesso raggianti in prima fila in quei fotogrammi ormai ingialliti, hanno fatto parte di una struttura organizzativa ben collaudata ed avuto inoltre il merito di far raggiungere impensabili traguardi – unitamente ad altrettanti illustri personaggi che ancora oggi partecipano a programmi radiotelevisivi e che sono punti di riferimento per il basket senese – hanno dimostrato disinteresse per questa iniziativa e non si siano sentiti in dovere, nel momento in cui si richiede priorità nell’unire le forze, di notificare la propria opinione, come fossero tutti anestetizzati o volatilizzati?
– Non crede che sia la mancanza di così preziosi suggerimenti che la volontà di non approfondire pubblicamente una situazione che andrebbe affrontata con più determinazione ed energia possano destare leciti dubbi sulla possibilità di riuscire a risollevarci da un torpore che, nonostante l’entusiasmo riscontrato in questi ultimi tempi sugli affollati spalti dei nostri palazzetti, sta perdurando purtroppo da diversi anni, a causa soprattutto di un quadro economico considerato eufemisticamente piuttosto incerto?
Sono sicuro che il prof. Augusto Mattioli, personaggio stimabile, ben voluto e profondo conoscitore della pallacanestro e del contesto ambientale senese, nonostante il mio invito non tarderà a renderci partecipi delle sue conclusioni e saprà ancora argomentare come al suo solito su un tema così attuale, ispirandosi ai principi di una sana e corretta dialettica.
Intanto, nel restare in curiosa attesa, con tutta sincerità vorrei augurarmi che lo scetticismo dichiarato in premessa fosse presto smentito e che l’accertata assenza di qualificate prese di posizione al quesito in esame possa essere un valido motivo per celare in realtà una logica politica dettata esclusivamente da quella necessaria ed opportuna riservatezza progettuale, volta a perseguire nuove ed ambiziose strategie che non possono essere ancora rivelate, ma che potrebbero contribuire a far ritornare il basket senese ai desiderabili livelli che si merita, tenuto conto della indiscutibile tradizione riconosciuta alla nostra realtà sociale verso questo sport tanto appassionante quanto imprevedibile, perché è di tutta evidenza che i suoi fondamentali – oltre che sulla tecnica – si basano anche sulla incontestabile norma per cui nulla viene dato per scontato e lasciato al caso.