di Enrico Campana
SIENA. Il reportage “pane passione e canestri” fa tappa in casa Virtus-Consum.it, A dilettanti. Contrappasso dantesco o segno dei tempi, la Virtus Siena con la sua politica della lesina, una delle migliori rappresentazioni delle rarissime società “tipo college” in via di estinzione, inneggia all’idea sportiva ma anche alla filosofia dello sponsor, Consum.it.
Metaforicamente sembrerebbe il matrimonio “fra il diavolo e l’acqua santa” che caratterizza lo sport nazionale. Questo perché dall’effimero-consumistico si è passati di colpo alla crisi economica, mica per colpa diretta dei club sportivi, ma soprattutto per una mancanza di politica specifica dall’alto e di una pigrizia mista a opportunismo dal basso. Se chiedi infatti alla gente della strada quali sono state le più inspiegabili dimenticanze degli ultimi 15 anni dei governi nei confronti del paese, la risposta è: agricoltura e sport. Forse perché erano due settori che funzionavano da soli, sostenuti dalla logica di tempi più spartani e dal cosiddetto ingannevole “stellone italico”, che tante medaglie e trofei ci ha regalato.
Ma oggi, prendendo in esame lo stato di salute dello sport, Gianni Petrucci deve fare i salti mortali per gestire il CONI, e uso spesso l’immagine di questo cireneo-Fra Galdino obbligato annualmente a questuare centinaia di milioni per risanare il bilancio dell’ente sportivo. Da qui la mia proposta di trasformare il CONI in un ministero dello sport – come dire? – leggero. Questo significherebbe un finanziamento automatico da parte del governo, con la possibilità di avviare una vera e profonda riforma strutturale del sistema, con una distinzione netta fra i vari “capitoli” d’intervento: sport sociale, professionismo, dilettantismo, impiantistica, promozione, grandi eventi.
Il dilettantismo, come negli Stati Uniti, potrebbe avere una rigida matrice formativa, di produzione, ma collegato alla scuola, riportando nell’alveo quella fascia di atleti sotto i 20 anni che spesso diventano “gioventù bruciata”, rendendo nell’attuale star-system problematico l’inserimento di un ventenne in prima squadra. Anche se, per il vero, ha sottolineato Valerio Bianchini nella scorsa puntata, questo succede nella NBA, ma non più in Italia. Sia chiaro che la responsabilità non è di questa o di quello, è collettiva, e soprattutto oggettiva fino a quanto la maggior parte dei potenti d’Italia continuerà a trastullarsi con le emozioni offerte da Eupalla, come Gianni Brera chiamava la dea della pedata.
Tornando alla Virtus-Consum.it, se davvero fosse adottato il modello americano che, desidero sottolineare, sopravvive alla sua economia tormentata, ai fallimenti delle banche, proprio per la solidità dell’impianto strutturale ed etico, e capacità gestionali (pensiamo a David Stern, il gran capo della NBA, e a come ha trattato i delicati casi Magic Johnson e Jordan, comparandosi alla tragica fine di Pantani…), troverebbe la sua naturale e immediata collocazione.
Perché sono più di 20 anni che prosegue sul solco di un impegno che nasce da lontano, da quando il commendator Bruttini era il presidentissimo della Polisportiva Mens Sana, colui che ha completato l’impianto, posato il primo parquet e creato la prima finanziaria del basket. Il figlio Fabio, ex giocatore mensanino e a sua volta padre di Davide, unico senese doc ad aver vestito la maglia azzurra dai tempi di Barlucchi, giocatore di Imola in Lega Due, ha valorizzato questa eredità di passione, semplicità, coraggio, umiltà trasformando la Virtus in un laboratorio di basket simile a quelle botteghe artigianali, che oggi si definiscono eccellenze, resistono alle vetrine di lusso e agli ipermercati.
Nel frattempo la saggia formichina si è costruita in proprio anche un palazzetto diventato però troppo piccino per le attuali norme riguardanti i campionati nazionali, e deve giocare in trasferta dall’altra parte della città, il che costituisce un onere aggiuntivo. Sissignori… Lo sport italiano, a parte dal rapacità del fisco che i suddetti governi (e da pare loro anche i padroni dello sport…) non hanno mai “indottrinato” nel modo giusto, deve sopportare fra i tanti flagelli anche il caro-impianti. I nostri presidenti dovrebbero tagliare meno nastri e ridurre le presenze in Tv per cercare di trovare delle convenzioni, armonizzare il sistema, non continuare con la politica dello struzzo, perché le Federazioni, ricordiamoci, gestiscono soldi pubblici. Altrimenti aspettiamoci il brutale ridimensionamento. A tutti i livelli, come è già successo e si ipotizza.Vogliamo dimenticare le brusche uscite dell’Ignis, e soprattutto il fallimento dell’Innocenti che spogliò da un giorno all’altro Milano (che fortunatamente però aveva un presidente come Adolfo Bogoncelli, un’idea alta, e risalì presto la china con Peterson e D’Antoni)?
Questa della Virtus-Consum.it è davvero un’altra bella storia, come quella della Mens Sana di Nomi Pesciolini fino ai giorni nostri, del glorioso Costone “basket e fioretti”. Ma, oltre a fare simpatia, produce risultati, titoli, primati. Oltre a due giocatori del giro delle nazionali (Davide Bruttini e Andrea Rullo), ben 8 giocatori figurano nei roster di Lega Due (e quindi i vari Amoni, Coronini, Davide Bruttini, Cutolo Donato e Costantino, Giuri, Rullo e Potì) e altri 4 sono potenziali avversari nella A dilettanti. E ben 23 virtussini senesi hanno vestito la maglia azzurra almeno in un torneo e almeno 30 hanno partecipato ai raduni nel corso degli anni, grazie a una scuola tecnica di prim’ordine, senza fare nomi, che a sua volta è coinvolta nella trafila azzurra.
La Virtus-consum.it ha ottenuto anche ben 24-25 finali giovanili, è stata l’unica, mi raccontano ( e se sbaglio correggetemi…), ad essere stata presente un anno in tutte e 4 le categorie giovanili, dalla Under 20 agli Under 15, ha vinto due scudetti, dei quali l’ultimo la stagione scorsa è stato lo scudetto conquistato da Siena, con un perfetto simbolismo: dal più glorioso al più piccolo tricolore. Fatto che inspiegabilente la giuria del Premio Pegaso, gli oscar dello sport regionale, ha trascurato. Altro primato: la prima Coppa Italia del basket è arrivata a Siena con la Virtus. E ha pure vinto il primo scudetto juniores di Siena nel 2003.
Non mi è rimasto il tempo per intervistare il presidente Fabio Bruttini, ma queste cose bisognava dirle. O meglio: farle sapere. Nell’affresco di un grande ridimensionamento generale di cui si legge e si ascolta frequentemente sui giornali e in Tv – e che in ogni caso non avrà i tempi e i modi e le tinte da “gli ultimi giorni di Pompei” – anche la Virtus-consum.it dovrà fare i conti con la realtà. O cedere in blocco la sua attività e il diritto sportivo, se magari c’è ancora un matto disposto ad investire nel basket (il turn over dei ridimensionamenti ha superato quello delle new entries, ferme al pur illustre caso Armani), o ridimensionare a sua volta il suo già (liofilizzato) budget.
“Sono anni durissimi, le risorse diminuiscono, noi stessi dobbiamo subire un taglio delle sponsorizzazioni. Questo ci porterà probabilmente a un ridimensionamento dell’attività”, dice Fabio Bruttini con quel suo tipico e sano realismo.
Non si tratta di un piagnisteo, e difatti tiene a precisare che “noi della Virtus cercheremo di resistere, in questo quadro cerco di essere positivo, altrimenti sarebbe il tracollo”.
Intanto la Virtus nonostante la sua infermeria sempre affollata è al 6° posto del girone meridionale (in testa i pugliesi dell’Ostuni) con la Liomatic Perugia e quindi in corsa per gli 8 posti dei playoff dove tutto è possibile. Nel girone nordista della A dilettanti guida invece la Fortitudo Bologna che, guarda caso, è l’ultima squadra ad aver battuto la Mps che da allora ha collezionato 38 vittorie consecutive e vola verso il record assoluto del basket, le 46 o 47 del Simmenthal ’62. A proposito di record, va segnalato anche quello della Virtus-consum.it: 199 anni totali per i 10 titolari, età media 19, 9, quindi sotto i 20 anni.. “quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia del doman non v’è certezza..”. Più che giustificati gli alti e bassi, con primi in maggioranza sui secondi…
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SIENA. Il reportage “pane passione e canestri” fa tappa in casa Virtus-Consum.it, A dilettanti. Contrappasso dantesco o segno dei tempi, la Virtus Siena con la sua politica della lesina, una delle migliori rappresentazioni delle rarissime società “tipo college” in via di estinzione, inneggia all’idea sportiva ma anche alla filosofia dello sponsor, Consum.it.
Metaforicamente sembrerebbe il matrimonio “fra il diavolo e l’acqua santa” che caratterizza lo sport nazionale. Questo perché dall’effimero-consumistico si è passati di colpo alla crisi economica, mica per colpa diretta dei club sportivi, ma soprattutto per una mancanza di politica specifica dall’alto e di una pigrizia mista a opportunismo dal basso. Se chiedi infatti alla gente della strada quali sono state le più inspiegabili dimenticanze degli ultimi 15 anni dei governi nei confronti del paese, la risposta è: agricoltura e sport. Forse perché erano due settori che funzionavano da soli, sostenuti dalla logica di tempi più spartani e dal cosiddetto ingannevole “stellone italico”, che tante medaglie e trofei ci ha regalato.
Ma oggi, prendendo in esame lo stato di salute dello sport, Gianni Petrucci deve fare i salti mortali per gestire il CONI, e uso spesso l’immagine di questo cireneo-Fra Galdino obbligato annualmente a questuare centinaia di milioni per risanare il bilancio dell’ente sportivo. Da qui la mia proposta di trasformare il CONI in un ministero dello sport – come dire? – leggero. Questo significherebbe un finanziamento automatico da parte del governo, con la possibilità di avviare una vera e profonda riforma strutturale del sistema, con una distinzione netta fra i vari “capitoli” d’intervento: sport sociale, professionismo, dilettantismo, impiantistica, promozione, grandi eventi.
Il dilettantismo, come negli Stati Uniti, potrebbe avere una rigida matrice formativa, di produzione, ma collegato alla scuola, riportando nell’alveo quella fascia di atleti sotto i 20 anni che spesso diventano “gioventù bruciata”, rendendo nell’attuale star-system problematico l’inserimento di un ventenne in prima squadra. Anche se, per il vero, ha sottolineato Valerio Bianchini nella scorsa puntata, questo succede nella NBA, ma non più in Italia. Sia chiaro che la responsabilità non è di questa o di quello, è collettiva, e soprattutto oggettiva fino a quanto la maggior parte dei potenti d’Italia continuerà a trastullarsi con le emozioni offerte da Eupalla, come Gianni Brera chiamava la dea della pedata.
Tornando alla Virtus-Consum.it, se davvero fosse adottato il modello americano che, desidero sottolineare, sopravvive alla sua economia tormentata, ai fallimenti delle banche, proprio per la solidità dell’impianto strutturale ed etico, e capacità gestionali (pensiamo a David Stern, il gran capo della NBA, e a come ha trattato i delicati casi Magic Johnson e Jordan, comparandosi alla tragica fine di Pantani…), troverebbe la sua naturale e immediata collocazione.
Perché sono più di 20 anni che prosegue sul solco di un impegno che nasce da lontano, da quando il commendator Bruttini era il presidentissimo della Polisportiva Mens Sana, colui che ha completato l’impianto, posato il primo parquet e creato la prima finanziaria del basket. Il figlio Fabio, ex giocatore mensanino e a sua volta padre di Davide, unico senese doc ad aver vestito la maglia azzurra dai tempi di Barlucchi, giocatore di Imola in Lega Due, ha valorizzato questa eredità di passione, semplicità, coraggio, umiltà trasformando la Virtus in un laboratorio di basket simile a quelle botteghe artigianali, che oggi si definiscono eccellenze, resistono alle vetrine di lusso e agli ipermercati.
Nel frattempo la saggia formichina si è costruita in proprio anche un palazzetto diventato però troppo piccino per le attuali norme riguardanti i campionati nazionali, e deve giocare in trasferta dall’altra parte della città, il che costituisce un onere aggiuntivo. Sissignori… Lo sport italiano, a parte dal rapacità del fisco che i suddetti governi (e da pare loro anche i padroni dello sport…) non hanno mai “indottrinato” nel modo giusto, deve sopportare fra i tanti flagelli anche il caro-impianti. I nostri presidenti dovrebbero tagliare meno nastri e ridurre le presenze in Tv per cercare di trovare delle convenzioni, armonizzare il sistema, non continuare con la politica dello struzzo, perché le Federazioni, ricordiamoci, gestiscono soldi pubblici. Altrimenti aspettiamoci il brutale ridimensionamento. A tutti i livelli, come è già successo e si ipotizza.Vogliamo dimenticare le brusche uscite dell’Ignis, e soprattutto il fallimento dell’Innocenti che spogliò da un giorno all’altro Milano (che fortunatamente però aveva un presidente come Adolfo Bogoncelli, un’idea alta, e risalì presto la china con Peterson e D’Antoni)?
Questa della Virtus-Consum.it è davvero un’altra bella storia, come quella della Mens Sana di Nomi Pesciolini fino ai giorni nostri, del glorioso Costone “basket e fioretti”. Ma, oltre a fare simpatia, produce risultati, titoli, primati. Oltre a due giocatori del giro delle nazionali (Davide Bruttini e Andrea Rullo), ben 8 giocatori figurano nei roster di Lega Due (e quindi i vari Amoni, Coronini, Davide Bruttini, Cutolo Donato e Costantino, Giuri, Rullo e Potì) e altri 4 sono potenziali avversari nella A dilettanti. E ben 23 virtussini senesi hanno vestito la maglia azzurra almeno in un torneo e almeno 30 hanno partecipato ai raduni nel corso degli anni, grazie a una scuola tecnica di prim’ordine, senza fare nomi, che a sua volta è coinvolta nella trafila azzurra.
La Virtus-consum.it ha ottenuto anche ben 24-25 finali giovanili, è stata l’unica, mi raccontano ( e se sbaglio correggetemi…), ad essere stata presente un anno in tutte e 4 le categorie giovanili, dalla Under 20 agli Under 15, ha vinto due scudetti, dei quali l’ultimo la stagione scorsa è stato lo scudetto conquistato da Siena, con un perfetto simbolismo: dal più glorioso al più piccolo tricolore. Fatto che inspiegabilente la giuria del Premio Pegaso, gli oscar dello sport regionale, ha trascurato. Altro primato: la prima Coppa Italia del basket è arrivata a Siena con la Virtus. E ha pure vinto il primo scudetto juniores di Siena nel 2003.
Non mi è rimasto il tempo per intervistare il presidente Fabio Bruttini, ma queste cose bisognava dirle. O meglio: farle sapere. Nell’affresco di un grande ridimensionamento generale di cui si legge e si ascolta frequentemente sui giornali e in Tv – e che in ogni caso non avrà i tempi e i modi e le tinte da “gli ultimi giorni di Pompei” – anche la Virtus-consum.it dovrà fare i conti con la realtà. O cedere in blocco la sua attività e il diritto sportivo, se magari c’è ancora un matto disposto ad investire nel basket (il turn over dei ridimensionamenti ha superato quello delle new entries, ferme al pur illustre caso Armani), o ridimensionare a sua volta il suo già (liofilizzato) budget.
“Sono anni durissimi, le risorse diminuiscono, noi stessi dobbiamo subire un taglio delle sponsorizzazioni. Questo ci porterà probabilmente a un ridimensionamento dell’attività”, dice Fabio Bruttini con quel suo tipico e sano realismo.
Non si tratta di un piagnisteo, e difatti tiene a precisare che “noi della Virtus cercheremo di resistere, in questo quadro cerco di essere positivo, altrimenti sarebbe il tracollo”.
Intanto la Virtus nonostante la sua infermeria sempre affollata è al 6° posto del girone meridionale (in testa i pugliesi dell’Ostuni) con la Liomatic Perugia e quindi in corsa per gli 8 posti dei playoff dove tutto è possibile. Nel girone nordista della A dilettanti guida invece la Fortitudo Bologna che, guarda caso, è l’ultima squadra ad aver battuto la Mps che da allora ha collezionato 38 vittorie consecutive e vola verso il record assoluto del basket, le 46 o 47 del Simmenthal ’62. A proposito di record, va segnalato anche quello della Virtus-consum.it: 199 anni totali per i 10 titolari, età media 19, 9, quindi sotto i 20 anni.. “quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia del doman non v’è certezza..”. Più che giustificati gli alti e bassi, con primi in maggioranza sui secondi…
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