di Enrico Campana
SIENA. “Supercoppa, un gioco da ragazzi”, titolava nei giorni scorsi il quotidiano di Bologna paventando che il proprietario della Viertus Bologna schierasse domenica la squadra giovanile. Non era la prima volta né sarà l’ultima che escono dichiarazioni di fuoco dall’Arcoveggio, dove è cambiato solo il copione della sceneggiata concluso con la solita retromarcia.
“Diventa difficile pensare che la formazione bianconera disputi la gara dove sarà in palio la Supercoppa 2009”, profetizzava turbato l’articolista precisando che stavolta non si trattava di una decisione ”politica”. Non come quando Claudio Sabatini tuonava contro gli arbitraggi contrari con Siena. Tirava invece in ballo gli infortuni. «Se dovessi decidere oggi – spiegava l’interessato – la prima squadra non scenderebbe in campo. Siamo senza il play titolare, non so ancora quando arriverà Scoonie Penn (che debutterà domenica alle 19, mentre Siena non potrà vedere il suo costoso “sogno di una notte di mezza estate”, David Moss prestato a Bologna e rientrato negli Usa, n.d.a.) e ho notato poi che siamo molto stanchi. Abbiamo avuto parecchi infortuni e chi poteva giocare nelle varie amichevoli ha dovuto fare gli straordinari, figurarsi se possiamo affrontare il primo impegno ufficiale in queste condizioni. La nostra priorità è il campionato e non metteremo certo a repentaglio una intera stagione per una manifestazione che non vale nulla".
Preoccupatissimi per queste dichiarazioni, a Sky hanno dovuto trattare (si parla di attenzioni per certi eventi del suo palasport) per salvare l’evento. Anche se il “personaggio” non ha rimosso il suo sprezzante giudizio sulla gara, forse perché sa in partenza che tornerà a Bologna con le pive nel sacco. “Ringrazio Sky per la sensibilità dimostrata nei nostri confronti – si è fatto bello dopo la sua vittoria personale – abbiamo raggiunto un buon accordo proprio perché la nostra situazione è stata capita e ci sono state fatte delle proposte interessanti".
Ricomposto questo strappo (a parte, ripeto, l’infelice bollatura che meritava le sue scuse) fra gli ulivi felsinei il fuoco cova sotto la cenere. La squadra affidata quest’anno a Lino Lardo, il bravo coach sulla cui breve durata la piazza già scommette non avendo – osserva – mai negli ultimi anni finito con l’allenatore che aveva all’inizio di stagione, non potrà disporre per i prossimi 4 mesi di Andre Collins. Il gran cecchino ha subito una duplice frattura alla mano. Al raduno di Tirrenia, quando il problema sembrava lieve, tanto da non ritenere importante un consulto a Bologna da parte dell’impareggiabile staff medico del club. L’ iter avrebbe suscitato non poche perplessità. Sembra che i muri dell’Arcoveggio abbiano tremato, e purtroppo sono seguite altre disavventure. Vedi la sublussazione alla spalla di un giovane giocatore inglese di m.2,11 (Ryan Richardson) arrivato in prova e prestato ad un club che voleva scrutinarlo, fino ai recenti infortuni di Hurd e Fajardo. Insomma, la squadra è working in progress. Arrivato il tuttofare georgiano Sakanidze, con Scoonie Penn il play Usa dell’Olympiakos potrebbe essere la sorpresa della stagione, e del resto qualche calcio nei denti (metaforico) a squadre ambiziose l’ha già rifilato.
Il patron bolognese ce l’ha col mondo intero e diserta ormai sistematicamente le riunioni di Lega, senza rinunciare a mettere bene sul tavolo le sue posizioni di “presidente-contro”. Come il no alla riduzione alle tasse d’ingresso delle neo-promosse, posizione giudicata antipatica dagli stessi club che da parte loro – noblesse oblige – non hanno battuto ciglio alla decisione di sollevarlo dalla penale per la rottura del contratto per le Final Eight. Mastica amaro l’imprenditore sui criteri discriminatori della ripartizione contro i quali a sorpresa Teramo ha votato contro, in effetti entrano in cassa solo 150 mila euro (sui 2,8 milioni annui di contratto), giusto l’incasso di una sua gara casalinga. Un bruscolino rispetto a certi budget, se pensiamo ai quasi 17 milioni del costo-impresa di Siena. Le “V nere” notoriamente fanno pagare il basket come valore spettacolo, mentre a Siena “la palla al balzello” (come si chiama dal 1907 il giochino) è un “fine sociale”. Lo ricordo spesso solo per dovere di cronaca, anche se l’espressione in slang contradaiolo reca in sé una scontata ironia…
Ha cominciato Sabatini a mettersi di traverso già all’inizio dell’estate votando contro le telecronache Sky (mica per la qualità indiscutibile di Sky, ma perché sperava nel chiaro che dava prospettive di marketing) e da quel momento è salito sull’Aventino. Ha ridimensionato dentro il club a tutti i livelli, rinunciato alle coppe, stracciato come dicevamo l’impegno per le Final Eight nonostante il successo organizzativo gli sia stato ampiamente riconosciuto. Da ultimo, nei giorni scorsi ha rotto anche il rapporto con “E’ Tv “, la Tv ufficiale. Si è letto di “mancanza di un accordo economico”, al momento non sono all’orizzonte altre emittenti cittadine interessate (e soprattutto interessanti). Ma la fantasia non gli manca, e non sarà certo orfano di un media tematico colui che viene presentato come un guru della comunicazione anche se mi chiedo fino a dove queste continue esternazioni siano utili, e perché uno non gli abbia detto che magari sono dannose per il movilento.
Ritrova tuttavia immediatamente il sorriso solo quando vede i suoi amici di Siena ,che difatti gli hanno prestato David Moss, investimento senese da 1.6 milioni di euro, diventato subito il centro del gioco delle “V nere”. Quanto è imprevedibile il destino… The Cat, colui che ha avuto il più alto minutaggio, adesso è addirittura in attesa del nuovo passaporto e, come i suoi connazionali Jaaber di Roma e Rowland di Cremona “bulgarizzati” per poche migliaia di dollari, dovrà vestire la maglia della nuova patria cestistica. Quando diventerà comunitario libererà immediatamente il posto per uno straniero. Non c’è un regolamento che vieta il cambiamento di status durante il campionato. E in quel momento la squadra che, come ho già detto, proprio non è male tornerà a essere competitiva. Anche se non ancora da scudetto – come invece quella dello scorso anno costretta a camminare sui carboni ardenti, come in un’ordalìa.
L’importante in Casa Sabatini è superare questa stagione delicatissima per il futuro del suo progetto per il quale, come ha dichiarato, ha contratto un mutuo di 20 milioni, serviti per l’acquisto del Palasport. Il mattone è sempre un investimento, e le grandi arene italiane si contano sulle dita di una mano. Quello che è stato per anni il club-faro, unico a vincere una coppa europea da oltre un lustro, è fonte di interrogativi, e le belle trovate, tipo la maglia “Forza Bologna” e il “Basket for Life” per la Supercoppa non hanno ancora un riscontro, vedi lo sponsor. Ma all’ombra delle due Torri quest’anno è successo di tutto: dalla trattativa-burla per la cessione della Virtus alla contestazione dei tifosi, con una contrazione di abbonamenti, fino al doloroso il fallimento della Fortitudo (che solo pochi anni fa vinceva lo scudetto) e del collegato “Parco delle Stelle”.
Vinta con astuzia la prova di forza con Sky, Sabatini farà forse capolino alla presentazione del campionato a Roma. Sede strategica, credo, per un riavvicinamento con il Palazzo, dopo le polemiche e da quel che si sente in giro per sancire un’alleanza strategica recuperando Roma. Terminato il vernissage curiosamente contiguo alla grande manifestazione per la Libertà di Stampa, il barnum cestistico nazionale leverà poi le tende verso Siena dove domenica l’Amata metterà in bacheca il primo trofeo stagionale con Sky che offre la novità dell’Alta definizione pur tirandosi fuori dall’Eurolega.
La prima di campionato è invece in agenda domenica 11 ottobre (ore 16 con Napoli, clou del prima basket-day voluto da Sky,), quello in Europa col Cibona al Palasclavo. A proposito dell’impianto: sembra sia già cominciata la conta a rovescio sulla sorte della Casa dei quattro scudetti fatta edificare tanti anni fa dal presidente Bruttini (il padre del presidente-missionario della Virtus Siena). Avevamo sognato di vederlo trasformato nel Dome cittadino, invece la casa dell’ultracentenaria Mens Sana in Corpore Sano sarà resa al suolo. E magari anche le mattonelle di legno verranno vendute ai tifosi come cimelio, perché no, con tanto di autografi e numerazione?. Nell’area del Palasclavo, strategica per il polo ferroviario e dei bus , sorgeranno building moderni con uffici, negozi, abitazioni. Col semaforo verde della Fondazione potrà dunque partire immediatamente l’operazione del Palasport di Isola d’Arbia con 11.500 posti (negozi e annessi e connessi), costo previsto circa 60 milioni di euro. Il tutto, come raccontano, per la regia della Sansedoni che avrebbe scelto l’impresa di Claudio Toti, l’appassionato presidente-maratoneta immortalato mentre corre assieme ai giocatori della sua Virtus Roma, ma azionista “rilevante” del braccio edilizio della Banca. Voce infondata dicono però dalla Fondazione, perché – chiosano – l’imprenditore sarebbe uscito dalla Sandesoni. Alta finanza, roba sulla quale registriamo ogni ipotesi perché è camminare su terreno minato. Per noi è bello sapere che il basket è arrivato a livelli così alti, speriamo che abbia però le persone giuste per gestire questa fortuna.
Intanto di punto in bianco si è sgonfiata la candidatura – lanciata da Siena e sottoscritta pubblicamente dal presidente di Lega a Palazzo Vecchio – per disputare a Firenze la Coppa Italia. Ma sapete perché? Sembrava una specie di ennesimo mistero (poco gaudioso…) e invece s’è scoperto che il Palamandela a febbraio è occupato dai mondiali di danza. Strano che nessuno degli “araldi” fosse informato!. Il richiamo di Firenze era però molto utile per il battage… Per un episodio simile il giovane presidente-manager di Lega caro a Veltroni dopo soli tre mesi perse il posto. Ma stavolta nessuno se n’è accorto, nessuno ne ha parlato. E la figuraccia è stata archiviata a buon mercato. Salvo che per l’immagine del basket, e per quella di Firenze che ogni anno cambia solol per.. peggiorare la propria situazione. Vengo a sapere che per questo evento è favorita Pesaro. Trieste avrebbe tuttavia ottenuto un finanziamento della Regione e a sua volta si fa avanti, affamata di grande basket com’è. Rimane sempre Roma come sede di prestigio, se mai al movimento dovesse servire una parata promozionale al Palaeur. Anche la RCS, l’editoriale della rosea e del corrierone, aveva fatto un pensierino all’evento, ma il Forum sarebbe indisponibile. E il Palalido di Casa Armani è troppo piccolo.