di Enrico Campana
SIENA. Saputo del mio viaggio nel basket che mi sforzo di non definire minore ma del primo livello, come è stato per i servizi dedicati al Chianti Basket e al Costone, vengo invitato sul Trasimeno per condurre un convegno dei Flippers Passignano (11 vittorie su 11, grazie ad alcuni giocatori senesi), che esprime pienamente tutta la potenza progettuale (e soprattutto motivazionale, scevra cioè da ogni secondo o terzo fine o interesse per il peso di eventuali cartellini di futuri golden boys) dei piccoli club. Quelli che riescono a essere all’altezza dei grandi, sono obbligati a superarsi,
Scopro che mi hanno fatto trovare attorno a un tavolo professionisti leader, amministratori entusiasti per il basket e in sala anche i rappresentanti della scuola e genitori. Sarà che mi piace la storia e la natura, ricordo la calata di Annibale, l’economia antica, come del merletto, della pesca, la cucina locale, il famoso tegamaccio (e mi dicono anche il pollo fritto), la natura locale descritta in un bel libro di erboristeria dove ho letto delle miracolose proprietà di alcune erbe del Trasimeno quali l’iperico.
Fatto sta che divago questi miei interessi dando corda al simpatico sindaco, Claudio Bellaveglia. Forse non riesco a spiegare bene il mio assunto per il piacere di respirare una boccata d’aria fresca, per cui sfido le previsioni metereologiche: fuori nevica, la mia vecchia auto s’infila in un greppo e dovrò fare gli ultimi 6 chilometri a piedi, pensando a uno sgambetto del maligno.
“Noi del basket – esorto – oggi dobbiamo guardare agli slavi che hanno creato nel sessanta una grande scuola, li consideravamo un po’ cheap a non ragionare con la calcolatrice e i budget”. A questo proposito. avete letto le dichiarazioni (Repubblica) dell’ad di Armani che parla di risparmi in casa del re della moda giustificati da un’Eurolega decadente, dove la presenza di Milano è nulla di più che un allenamento?.Trovo strano che la Mens Sana molto attenta anche alle virgole non gli abbia risposto per le rime; se il gruppo Armani dice queste cose, chi guida il movimento (Siena) deve come minimo rispondergli, anche perché è mica bello a maggio a Parigi alzare al cielo in trofeo di una manifestazione considerata decadente.
Tornando alla mia introduzione, sottolineo che viviamo in momenti difficili per l’economia, che alle istituzioni mancano i soldi: l’assessore della Provincia di Perugia Roberto Bertini, che riesce ad essere presente nonostante i problemi sismici della zona, conferma e ringrazia. Ho realizzato anni fa, e ne sono onorato, il progetto dello sport per la Provincia di Siena e so quanto sia facile scottarsi con quella patata bollente della sciagurata legge-delega con cui dal 2000 le Regioni hanno passato al territorio l’organizzazione dello sport, specie in province dove la densità per abitante è da nazione nordica.
Ne approfitto per ricordare che qualcosa si sta muovendo, che la Benetton, 22 titoli in 20 anni di Verdesport, ha davvero preso una strada innovativa, vedi lo storico convegno di Milano. Nel lanciare per Natale l’idea dei Parchi Giochi nazionali per i ragazzini da 0 a 6 anni, ha colto la palla al balzo per costruire un rapporto produttivo fra sport e responsabilità sociale d’impresa, reso più importante con la presenza del ministro del welfare Sacconi, il sottosegretario allo sport Rocco Crimi, Gianni Petrucci, Gilberto Benetton e altri grandi gruppi economici. Insomma, per il finanziamento del CONI, questa potrebbe essere una strada, anche se forse – suggerisco – bisognerebbe (come in America) pensare a una politica di lasciti ereditari, dove certe discusse alienazioni di cui si è letto non sarebbero possibili. Guarda caso, mi raccontano che hanno bussato alla porta della Benetton che ha detto: va bene, qualche maglietta, simpatia, possibilità di fare degli stages alla Ghirada. Sembra però che l’ad trevigiano, sangue paterno umbro nelle vene, abbia precisato: va bene, però, nessuna prelazione, vincoli, marchi di fabbrica. Fate, fate, fate…
Era da poco terminata la festa natalizia dei ragazzini del mini basket della Flippers di Passignano con una simpatica lotteria che aveva, come premio più ambito, la maglia della gloria locale, l’azzurro (della Fortitudo) Cittadini e le “canotte” Benetton. Il convegno non era un appuntamento-civetta, l’Umbria è una regione concreta, capace di novità interessanti, e Passignano organizzerà anche un camp internazionale estivo .
Intanto in una fascia di 50 chilometri sta realizzando un network con gli assessori di molti comuni, fra i quali quelli della Valdichiana senese ed aretina che fanno parte del territorio chianino, per utilizzare anche i relativi gemellaggi internazionali. Si muove anche la Fip e il suo presidente regionale (Mario Capociuchi) mostra alcuni manualetti sulla salute distribuiti nelle farmacie per combattere i nemici endemici dello sport giovanile: obesità, alcol, fumo e doping.
Si cerca insomma di essere uno strumento di sport formativo, agonistico e sociale di interesse per lo sviluppo e l’identità di un territorio ricco di storia e piccole imprese a vocazione turistica. Abbiamo di fronte un progetto “lievitante”, come certe buone torte di una volta, realizzato da un team di appassionati, che nella vita hanno anche consolidate posizioni professionali, esperienze, un entusiasmo giovanile autentico, dimostrato dalla scelta del nick name della nuova società, Flippers, voluto dai ragazzini stessi. Ma c’è anche una prima squadra che non perde da 11 gare, un centro di minibasket diventato subito un’attrazione per ragazzi e famiglie, essendo pensato anche in chiave di salute. Indovinato quindi l’invito a Erminia Battista col suo “Guadagnare in salute”. Spiega infatti che “l’obesità infantile avanza implacabile come un elefante”, favorendo il diabete giovanile, ha costi sociali e morali, e invita i genitori, a loro volta sempre più colpevoli sedentari, a rimuovere le Tv dalle camerette dei figli, aderendo magari all’esperimento di Pedibus: tutti a scuola in gruppo a piedi . Un monito riproposto anche da Francesco Coscia, docente dell’università di Perugia, esperto in fisiologia e psicologia, il quale avverte: "attenti bene, il ragazzino impara per imitazione!. Dimmi con chi vai,. e ti dirò come diventerai"..
A Passignano è in fase di costruzione il nuovo palazzetto ecologico e la prossima estate verrà organizzato il primo campo estivo con istruttori e personaggi importanti, come il coach in seconda della Benetton, l’argentino Marcelo Nicola e il senese Umberto Vezzosi.
La serata è d’alto livello anche percé fra i relatori riesce a mettere due scudettati di due illustri Virtus, Andrea Luchi, il gm delle V nere di Bologna, che hanno vinto il titolo “under 17” (e l’Eurochallenge) mentre grazie alla Virtus di Vezzosi Siena ha conquistato – oltre al titolo della Mens Sana – anche il tricolore baby (under 15), il primo di “casa Bruttini” il cui patriarca, padre dell’attuale presidente Fabio e nonno dell’ottimo giocatore senese in B a Imola e azzurro nella sperimentale. Ex-presidentissimo Mens Sana ha edificato il Palasclavo ed è stato il papà dell’attuale finanziaria Mens Sana Spa. Vezzosi è anche l’assistant coach della nazionale cadetti, è stato lui ad aver scoperto Simone Pianigiani, che nel suo primo incarico da coach fungeva da assistente della moglie. E’un “prof” del basket, che non ricorda di aver vinto se 26 o 27 scudetti, ”un record assoluto” ,dice sommessamente, spiegando di aver fatto ricorso personalmente allo psicologo per capire meglio i suoi allievi, di volere allenamenti di qualità e giocatori che siano prima bravi studenti, e capaci di organizzarsi.
“Anche noi a Bologna oltre a ottimi allenatori e a un bellissimo staff avevamo un tutor scolastico, e chi aveva uno scarso rendimento scolastico veniva sospeso. Personalmente, credo che il successo nella formazione nell’età critica, con tutti i pericoli del giorno d’oggi, sia più importante della vittoria”. Fa specie, in un mondo tanto cinico, che un professionista di 40 anni come Andrea Luchi abbia le stesse motivazioni di Ranko Zeravika, che fu conosciuto come il n.1 degli slavi non per i titoli vinti, ma per i giocatori di successo. “Forse questa mia frase non piacerà a chi crede che sia più importante vincere”, aggiunge senza voler sfidare nessuno. E difatti sono seguiti i fatti, perché la Virtus Bologna ha imbottito quest’anno la prima squadra di ragazzini del vivaio.
Con la neve ai polpacci, certi esempi ti illuminano la strada nella notte buia e tempestosa, e preferisco a rinviare nei prossimi giorni l’argomento “Arbitropoli” (non baskettpoli…), cercando nel frattempo di dare qualche notizia documentata, di selezionare le poche (tardive) informazioni dal vischioso (e dovuto?) moraleggiare della cosiddetta stampa d’opinione, e analizzare serenamente questo sconsolante dibattito fra colpevolisti e autoinnocentisti.
Nessuno ha fatto niente, Meneghin ha dichiarato (tiriamo un sospiro…), che non c’è un livello più alto. Sono finiti nel tritatutto solo gli arbitri, pesci piccoli, ma anche, cosa meno comprensibile, due anni di lavoro da parte di un magistrato inquirente, che ha trovato quel coraggio femminile che solo le donne possiedono.La giustizia del basket fin troppo lenta e assente non avrebbe trovato fatti rilevanti dal punto di vista penale, ma perché allora si è arrabbiato il gran capo del CONI?
Chiosa finale: proprio perché il tutto non esiste, aggiungiamo quindi doverosamente il rituale “ogni riferimento a fatti e persone di quanto si è letto è puramente immaginario”.
SIENA. Saputo del mio viaggio nel basket che mi sforzo di non definire minore ma del primo livello, come è stato per i servizi dedicati al Chianti Basket e al Costone, vengo invitato sul Trasimeno per condurre un convegno dei Flippers Passignano (11 vittorie su 11, grazie ad alcuni giocatori senesi), che esprime pienamente tutta la potenza progettuale (e soprattutto motivazionale, scevra cioè da ogni secondo o terzo fine o interesse per il peso di eventuali cartellini di futuri golden boys) dei piccoli club. Quelli che riescono a essere all’altezza dei grandi, sono obbligati a superarsi,
Scopro che mi hanno fatto trovare attorno a un tavolo professionisti leader, amministratori entusiasti per il basket e in sala anche i rappresentanti della scuola e genitori. Sarà che mi piace la storia e la natura, ricordo la calata di Annibale, l’economia antica, come del merletto, della pesca, la cucina locale, il famoso tegamaccio (e mi dicono anche il pollo fritto), la natura locale descritta in un bel libro di erboristeria dove ho letto delle miracolose proprietà di alcune erbe del Trasimeno quali l’iperico.
Fatto sta che divago questi miei interessi dando corda al simpatico sindaco, Claudio Bellaveglia. Forse non riesco a spiegare bene il mio assunto per il piacere di respirare una boccata d’aria fresca, per cui sfido le previsioni metereologiche: fuori nevica, la mia vecchia auto s’infila in un greppo e dovrò fare gli ultimi 6 chilometri a piedi, pensando a uno sgambetto del maligno.
“Noi del basket – esorto – oggi dobbiamo guardare agli slavi che hanno creato nel sessanta una grande scuola, li consideravamo un po’ cheap a non ragionare con la calcolatrice e i budget”. A questo proposito. avete letto le dichiarazioni (Repubblica) dell’ad di Armani che parla di risparmi in casa del re della moda giustificati da un’Eurolega decadente, dove la presenza di Milano è nulla di più che un allenamento?.Trovo strano che la Mens Sana molto attenta anche alle virgole non gli abbia risposto per le rime; se il gruppo Armani dice queste cose, chi guida il movimento (Siena) deve come minimo rispondergli, anche perché è mica bello a maggio a Parigi alzare al cielo in trofeo di una manifestazione considerata decadente.
Tornando alla mia introduzione, sottolineo che viviamo in momenti difficili per l’economia, che alle istituzioni mancano i soldi: l’assessore della Provincia di Perugia Roberto Bertini, che riesce ad essere presente nonostante i problemi sismici della zona, conferma e ringrazia. Ho realizzato anni fa, e ne sono onorato, il progetto dello sport per la Provincia di Siena e so quanto sia facile scottarsi con quella patata bollente della sciagurata legge-delega con cui dal 2000 le Regioni hanno passato al territorio l’organizzazione dello sport, specie in province dove la densità per abitante è da nazione nordica.
Ne approfitto per ricordare che qualcosa si sta muovendo, che la Benetton, 22 titoli in 20 anni di Verdesport, ha davvero preso una strada innovativa, vedi lo storico convegno di Milano. Nel lanciare per Natale l’idea dei Parchi Giochi nazionali per i ragazzini da 0 a 6 anni, ha colto la palla al balzo per costruire un rapporto produttivo fra sport e responsabilità sociale d’impresa, reso più importante con la presenza del ministro del welfare Sacconi, il sottosegretario allo sport Rocco Crimi, Gianni Petrucci, Gilberto Benetton e altri grandi gruppi economici. Insomma, per il finanziamento del CONI, questa potrebbe essere una strada, anche se forse – suggerisco – bisognerebbe (come in America) pensare a una politica di lasciti ereditari, dove certe discusse alienazioni di cui si è letto non sarebbero possibili. Guarda caso, mi raccontano che hanno bussato alla porta della Benetton che ha detto: va bene, qualche maglietta, simpatia, possibilità di fare degli stages alla Ghirada. Sembra però che l’ad trevigiano, sangue paterno umbro nelle vene, abbia precisato: va bene, però, nessuna prelazione, vincoli, marchi di fabbrica. Fate, fate, fate…
Era da poco terminata la festa natalizia dei ragazzini del mini basket della Flippers di Passignano con una simpatica lotteria che aveva, come premio più ambito, la maglia della gloria locale, l’azzurro (della Fortitudo) Cittadini e le “canotte” Benetton. Il convegno non era un appuntamento-civetta, l’Umbria è una regione concreta, capace di novità interessanti, e Passignano organizzerà anche un camp internazionale estivo .
Intanto in una fascia di 50 chilometri sta realizzando un network con gli assessori di molti comuni, fra i quali quelli della Valdichiana senese ed aretina che fanno parte del territorio chianino, per utilizzare anche i relativi gemellaggi internazionali. Si muove anche la Fip e il suo presidente regionale (Mario Capociuchi) mostra alcuni manualetti sulla salute distribuiti nelle farmacie per combattere i nemici endemici dello sport giovanile: obesità, alcol, fumo e doping.
Si cerca insomma di essere uno strumento di sport formativo, agonistico e sociale di interesse per lo sviluppo e l’identità di un territorio ricco di storia e piccole imprese a vocazione turistica. Abbiamo di fronte un progetto “lievitante”, come certe buone torte di una volta, realizzato da un team di appassionati, che nella vita hanno anche consolidate posizioni professionali, esperienze, un entusiasmo giovanile autentico, dimostrato dalla scelta del nick name della nuova società, Flippers, voluto dai ragazzini stessi. Ma c’è anche una prima squadra che non perde da 11 gare, un centro di minibasket diventato subito un’attrazione per ragazzi e famiglie, essendo pensato anche in chiave di salute. Indovinato quindi l’invito a Erminia Battista col suo “Guadagnare in salute”. Spiega infatti che “l’obesità infantile avanza implacabile come un elefante”, favorendo il diabete giovanile, ha costi sociali e morali, e invita i genitori, a loro volta sempre più colpevoli sedentari, a rimuovere le Tv dalle camerette dei figli, aderendo magari all’esperimento di Pedibus: tutti a scuola in gruppo a piedi . Un monito riproposto anche da Francesco Coscia, docente dell’università di Perugia, esperto in fisiologia e psicologia, il quale avverte: "attenti bene, il ragazzino impara per imitazione!. Dimmi con chi vai,. e ti dirò come diventerai"..
A Passignano è in fase di costruzione il nuovo palazzetto ecologico e la prossima estate verrà organizzato il primo campo estivo con istruttori e personaggi importanti, come il coach in seconda della Benetton, l’argentino Marcelo Nicola e il senese Umberto Vezzosi.
La serata è d’alto livello anche percé fra i relatori riesce a mettere due scudettati di due illustri Virtus, Andrea Luchi, il gm delle V nere di Bologna, che hanno vinto il titolo “under 17” (e l’Eurochallenge) mentre grazie alla Virtus di Vezzosi Siena ha conquistato – oltre al titolo della Mens Sana – anche il tricolore baby (under 15), il primo di “casa Bruttini” il cui patriarca, padre dell’attuale presidente Fabio e nonno dell’ottimo giocatore senese in B a Imola e azzurro nella sperimentale. Ex-presidentissimo Mens Sana ha edificato il Palasclavo ed è stato il papà dell’attuale finanziaria Mens Sana Spa. Vezzosi è anche l’assistant coach della nazionale cadetti, è stato lui ad aver scoperto Simone Pianigiani, che nel suo primo incarico da coach fungeva da assistente della moglie. E’un “prof” del basket, che non ricorda di aver vinto se 26 o 27 scudetti, ”un record assoluto” ,dice sommessamente, spiegando di aver fatto ricorso personalmente allo psicologo per capire meglio i suoi allievi, di volere allenamenti di qualità e giocatori che siano prima bravi studenti, e capaci di organizzarsi.
“Anche noi a Bologna oltre a ottimi allenatori e a un bellissimo staff avevamo un tutor scolastico, e chi aveva uno scarso rendimento scolastico veniva sospeso. Personalmente, credo che il successo nella formazione nell’età critica, con tutti i pericoli del giorno d’oggi, sia più importante della vittoria”. Fa specie, in un mondo tanto cinico, che un professionista di 40 anni come Andrea Luchi abbia le stesse motivazioni di Ranko Zeravika, che fu conosciuto come il n.1 degli slavi non per i titoli vinti, ma per i giocatori di successo. “Forse questa mia frase non piacerà a chi crede che sia più importante vincere”, aggiunge senza voler sfidare nessuno. E difatti sono seguiti i fatti, perché la Virtus Bologna ha imbottito quest’anno la prima squadra di ragazzini del vivaio.
Con la neve ai polpacci, certi esempi ti illuminano la strada nella notte buia e tempestosa, e preferisco a rinviare nei prossimi giorni l’argomento “Arbitropoli” (non baskettpoli…), cercando nel frattempo di dare qualche notizia documentata, di selezionare le poche (tardive) informazioni dal vischioso (e dovuto?) moraleggiare della cosiddetta stampa d’opinione, e analizzare serenamente questo sconsolante dibattito fra colpevolisti e autoinnocentisti.
Nessuno ha fatto niente, Meneghin ha dichiarato (tiriamo un sospiro…), che non c’è un livello più alto. Sono finiti nel tritatutto solo gli arbitri, pesci piccoli, ma anche, cosa meno comprensibile, due anni di lavoro da parte di un magistrato inquirente, che ha trovato quel coraggio femminile che solo le donne possiedono.La giustizia del basket fin troppo lenta e assente non avrebbe trovato fatti rilevanti dal punto di vista penale, ma perché allora si è arrabbiato il gran capo del CONI?
Chiosa finale: proprio perché il tutto non esiste, aggiungiamo quindi doverosamente il rituale “ogni riferimento a fatti e persone di quanto si è letto è puramente immaginario”.