di Enrico Campana
SIENA. una Siena “congelata” che ha registrato la minor affluenza di pubblico della giornata (2572 spettatori), si è congedata dall’Eurolega con un sorriso amaro. Apprendere – di fronte a una vittoria – della sconfitta del Real Madrid col Maccabi e del passaggio della squadra di Ettore Messina per 1 solo punto di differenza, e di archiviare questa eliminazione con 3 vittorie e 3 sconfitte, risultato che ha permesso la qualificazione di altre 4 squadre (Partizan, Real, Prokom, Caja Laboral). brucia.
Poco conta che la stessa sorte sia toccata anche al Khimki Mosca di Sergio Scariolo, il coach del primo successo europeo della nazionale di Spagna, dai toni anche più drammatici, perché il Caja Laboral è passato per 1 punto di differenza dopo aver rischiato di perdere la gara col Cibona, e rimediato i 12 punti utili nel supplementare. Incredibile ma vero.
Credo che tutto sommato sia una prestazione più che onorevole quella con l’Efes Pilsen, formazione a cavallo fra il primo e il secondo livello, che per metà stagione non ha saputo esprimere il suo potenziale, tornata dopo la sfuriata con Siena ai suoi problemi irrisolti, vedi le due scoppole domestiche subite dal Fenerbahce di Tanjevic, e che ha provveduto a dare una sforbiciata al budget, chiudendo prima della trasferta senese il rapporto con Santiago con Rakocevic una delle sue due deludenti star..
Solita storia per la Siena che ricalca come risultati altre formazioni al top dell’ultima decade, fortissime in casa e arrendevoli in Europa, quali la Fortitudo e la Benetton. Una Siena che masochisticamente ha voluto sottoporsi anche quest’anno a uno sforzo doppio, e che ha sbagliato in quella ultima a ingaggiare una guardia-globetrotter di vecchio pelo come McDonald’s, invece di un pivot, e sarebbe bastato il Marconato di questa stagione, che – quando è stato mandato in campo – ha risposto alla grande, come per quel segnale che aveva mandato in gara1 contro il Real che è rimasto lettera morta, quando logica voleva che il premio fosse la partenza in quintetto in gara2 a Madrid, dove nel frattempo Siena poteva anche contare su Uros Slokar, giocatore di 2,10 già rodato in Coppa dei Campioni e reclamizzato a dovere, almeno per giustificarne il costo.
Ad un certo punto nel cosiddetto girone di ferro ,dove solo l’Efes aveva rimbalzisti veri, Siena ha ceduto alle rivali il vantaggio dei rimbalzi che si era assicurato con operazioni di mercato, ma ha optato per l’antico.blocco in odore di inevitabile usura, anziché usare meglio il suo capitale, e all’indomani della sua nomina a CT Simone Pianigiani non ha accettato di rischiare, anche perché comunque sa far giocare e allena benissimo la sua squadra e ha voluto andare fino in fondo con le sicurezza ,quando avrebbe invece potuto scrivere nel suo manifesto del rilancio azzurro che ha entusiasmato tutti quanti, primo il presidente Meneghin (che inizialmente voleva Jasmin Repesa), un risultato di prestigio per la sua società ma anche per la nazionale e per se stesso, come una vittoria con Ettore Messina.
Il Real, quel Real che sotto di 14 punti ne ha guadagnati 7 alla fine perché ha sottovalutato la personalità esplosiva di uno sbarbato, Sergio Llull, ha perso in fotocopia a Madrid, e senza provare i lunghi contro una squadra che preferisce il valze lento, che non ha il micidiale contropiede del Barcellona. E’ venuta insomma fuori in tutta la stagione quella manifesta inferiorità ai rimbalzi che sovente ricorre persino nella scontata italica giostra della Spaghetti-League.
Certe volte le statistiche della Mps sono quanto di più balzano si possa immaginare, e questo deriva dalla costruzione “edilizia” della formazione. Un buon compromesso fra vantaggi legati a regole (tesseramenti) che altre squadre praticano, di disponibilità di mercato, organizzazione societaria ottimale (puntualità negli stipendi, logistica, comparto medico, tecnico, marketing, media, eccetera), trasformata in carisma (e quindi sudditanza domestica) e scelte tecniche fatte più sul campionato, e quindi premianti al massimo con una selva di record storici “anni sessanta”, che purtroppo richiamano al Simmenthal di quasi 50 anni fa con le sue 47 vittorie consecutive nell’allora serie A. Scelte di posizione a mezza predica, vedi l’arrivo di Zizis, non determinanti per il gioco europeo assolutamente differente, più maschio, più lealista, più tecnico. E più rispettato dagli arbitri , rispetto ai nostri eroi in grigio, come si legge da certe “gesta” nei verbali della Procura di Reggio Calabria dove si certifica abbondantemente quanto sia invalsa la raccomandazione, l’autoraccomandazione perfino la richiesta sfacciata di avere quel commissario che assicura un buon voto finale. Insomma, vogliamo mettere la qualità del campionato rispetto all’Euroliga?. In fondo la Supersiena si è rifugiata nei record domestici e nei molti scudetti giovanili, il blocco italiano come media.punti totale è sotto lo scarto medio (quindi teoricamente la sua utilità viene giudicata relativa) e paga non certo il deficit del campionato, se vediamo quali sono le squadre arrivate ai playoff (Israele, Bologna, Serbia) ma l’autarchia. Quasi tutti i giocatori sono stati pescati nella Lega Italiana, Siena ha valorizzato i McIntyre, Stonerook, Sato, Eze, ma non è bastato per conquistare anche l’ultimo trofeo mancante, e nella formazione di quest’anno ci stava bene un lungo in carriera, come il serbo-australiano Alecs Maric o il Nikola Pekovic perno del titolo europeo del Panathinaikos lo scorso anno. Non è bastato chiamare 3 ex riservisti di qualità degli anni d’oro di Treviso, Zizis, Slokar e Marconato, che con Carraretto hanno formato una brigata di ex trevigiani seria ma poco utile per un disegno più ampio. Si è scelta la via del minimo rischio, fortuna vuole che Siena abbia almeno dato una lezione a certi dirigente di fuori Siena che si permettono di definire decadente e non abbia mai bestemmiato sulla coppa dei Campioni, un traguardo per grandi squadre che marca cicli, stagioni e annali più delle Supercoppe e di campionati con momenti farsistici, come quando una squadra come Napoli raccoglie 11 spettatori.
L’Efes ha catturato l’enormità di 16 rimbalzi in più (23-39), e ben 17 offensivi in totale sono quanti i totali di Siena in difesa, ma soprattutto la cartina di tornasole dei problemi che questa squadra si è trascinata negli ultimi 5 anni, quelli degli anni d’oro, mascherando – tutto sommato ammirevolmente – il transfert del passaggio fra il campionato e l’Euroleague. Un gioco di specchi ingannevole che in fondo nell’arco di questo ciclo utile per un’analisi in profondità, più veritiera, del risultato a caldo di una singola stagione, ha portato solo una Final Four, fra l’altro caratterizzata da un vantaggio di 17 punti sciupato nella semifinale di due anni fa col solito Maccabi.
Sono convinto che in questa stagione è stata spesa tutta la franchigia concessa a questa dirigenza e Pianigiani, se sarà ancora lui (e soprattutto vorrà essere fortemente con onori e oneri che derivano anche dalla sua esposizione come CT azzurro) il coach del nuovo ciclo.
E’ ora di aprire un nuovo ciclo, il mercato è pieno di occasioni, il budget (17 milioni di euro e un utile d’esercizio) è più vicino a quello dei cresi greci e spagnoli che a quello di altre squadre fra le prime 8, a cominciare dal Partizan per la terza volta consecutiva nei playoff (spendendo un terzo).
La griglia dei playoff al meglio di 5 (prime due gare il 23 e 25 marzo) è la seguente: Barcellona-Real, Maccabi-Partizan, Cska-Caja Laboral e Olympiakos-Prokom.I polacchi non si erano mai qualificati. Nei playoff degli ultimi 5 anni non si sono mai incontrati Cska-Caja Laboral e Maccabi-.Partizan, Olympiakos, Caja Laboral, Barcellona sono al 5° playoff consecutivo, il Maccabi al 4° in 5 anni (l’anno scorso era fuori), il Partizan al 3° consecutivo , mentre per il Real Madrid è la 3.a volta (e il 2° anno consecutivo) ed è stato eliminato per 2-1 dal Barcellona nel 2006.
E Siena deve andare oltre “The dark side of the moon”, l’altra faccia della Luna come cantavano i Pink Floyd.
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SIENA. una Siena “congelata” che ha registrato la minor affluenza di pubblico della giornata (2572 spettatori), si è congedata dall’Eurolega con un sorriso amaro. Apprendere – di fronte a una vittoria – della sconfitta del Real Madrid col Maccabi e del passaggio della squadra di Ettore Messina per 1 solo punto di differenza, e di archiviare questa eliminazione con 3 vittorie e 3 sconfitte, risultato che ha permesso la qualificazione di altre 4 squadre (Partizan, Real, Prokom, Caja Laboral). brucia.
Poco conta che la stessa sorte sia toccata anche al Khimki Mosca di Sergio Scariolo, il coach del primo successo europeo della nazionale di Spagna, dai toni anche più drammatici, perché il Caja Laboral è passato per 1 punto di differenza dopo aver rischiato di perdere la gara col Cibona, e rimediato i 12 punti utili nel supplementare. Incredibile ma vero.
Credo che tutto sommato sia una prestazione più che onorevole quella con l’Efes Pilsen, formazione a cavallo fra il primo e il secondo livello, che per metà stagione non ha saputo esprimere il suo potenziale, tornata dopo la sfuriata con Siena ai suoi problemi irrisolti, vedi le due scoppole domestiche subite dal Fenerbahce di Tanjevic, e che ha provveduto a dare una sforbiciata al budget, chiudendo prima della trasferta senese il rapporto con Santiago con Rakocevic una delle sue due deludenti star..
Solita storia per la Siena che ricalca come risultati altre formazioni al top dell’ultima decade, fortissime in casa e arrendevoli in Europa, quali la Fortitudo e la Benetton. Una Siena che masochisticamente ha voluto sottoporsi anche quest’anno a uno sforzo doppio, e che ha sbagliato in quella ultima a ingaggiare una guardia-globetrotter di vecchio pelo come McDonald’s, invece di un pivot, e sarebbe bastato il Marconato di questa stagione, che – quando è stato mandato in campo – ha risposto alla grande, come per quel segnale che aveva mandato in gara1 contro il Real che è rimasto lettera morta, quando logica voleva che il premio fosse la partenza in quintetto in gara2 a Madrid, dove nel frattempo Siena poteva anche contare su Uros Slokar, giocatore di 2,10 già rodato in Coppa dei Campioni e reclamizzato a dovere, almeno per giustificarne il costo.
Ad un certo punto nel cosiddetto girone di ferro ,dove solo l’Efes aveva rimbalzisti veri, Siena ha ceduto alle rivali il vantaggio dei rimbalzi che si era assicurato con operazioni di mercato, ma ha optato per l’antico.blocco in odore di inevitabile usura, anziché usare meglio il suo capitale, e all’indomani della sua nomina a CT Simone Pianigiani non ha accettato di rischiare, anche perché comunque sa far giocare e allena benissimo la sua squadra e ha voluto andare fino in fondo con le sicurezza ,quando avrebbe invece potuto scrivere nel suo manifesto del rilancio azzurro che ha entusiasmato tutti quanti, primo il presidente Meneghin (che inizialmente voleva Jasmin Repesa), un risultato di prestigio per la sua società ma anche per la nazionale e per se stesso, come una vittoria con Ettore Messina.
Il Real, quel Real che sotto di 14 punti ne ha guadagnati 7 alla fine perché ha sottovalutato la personalità esplosiva di uno sbarbato, Sergio Llull, ha perso in fotocopia a Madrid, e senza provare i lunghi contro una squadra che preferisce il valze lento, che non ha il micidiale contropiede del Barcellona. E’ venuta insomma fuori in tutta la stagione quella manifesta inferiorità ai rimbalzi che sovente ricorre persino nella scontata italica giostra della Spaghetti-League.
Certe volte le statistiche della Mps sono quanto di più balzano si possa immaginare, e questo deriva dalla costruzione “edilizia” della formazione. Un buon compromesso fra vantaggi legati a regole (tesseramenti) che altre squadre praticano, di disponibilità di mercato, organizzazione societaria ottimale (puntualità negli stipendi, logistica, comparto medico, tecnico, marketing, media, eccetera), trasformata in carisma (e quindi sudditanza domestica) e scelte tecniche fatte più sul campionato, e quindi premianti al massimo con una selva di record storici “anni sessanta”, che purtroppo richiamano al Simmenthal di quasi 50 anni fa con le sue 47 vittorie consecutive nell’allora serie A. Scelte di posizione a mezza predica, vedi l’arrivo di Zizis, non determinanti per il gioco europeo assolutamente differente, più maschio, più lealista, più tecnico. E più rispettato dagli arbitri , rispetto ai nostri eroi in grigio, come si legge da certe “gesta” nei verbali della Procura di Reggio Calabria dove si certifica abbondantemente quanto sia invalsa la raccomandazione, l’autoraccomandazione perfino la richiesta sfacciata di avere quel commissario che assicura un buon voto finale. Insomma, vogliamo mettere la qualità del campionato rispetto all’Euroliga?. In fondo la Supersiena si è rifugiata nei record domestici e nei molti scudetti giovanili, il blocco italiano come media.punti totale è sotto lo scarto medio (quindi teoricamente la sua utilità viene giudicata relativa) e paga non certo il deficit del campionato, se vediamo quali sono le squadre arrivate ai playoff (Israele, Bologna, Serbia) ma l’autarchia. Quasi tutti i giocatori sono stati pescati nella Lega Italiana, Siena ha valorizzato i McIntyre, Stonerook, Sato, Eze, ma non è bastato per conquistare anche l’ultimo trofeo mancante, e nella formazione di quest’anno ci stava bene un lungo in carriera, come il serbo-australiano Alecs Maric o il Nikola Pekovic perno del titolo europeo del Panathinaikos lo scorso anno. Non è bastato chiamare 3 ex riservisti di qualità degli anni d’oro di Treviso, Zizis, Slokar e Marconato, che con Carraretto hanno formato una brigata di ex trevigiani seria ma poco utile per un disegno più ampio. Si è scelta la via del minimo rischio, fortuna vuole che Siena abbia almeno dato una lezione a certi dirigente di fuori Siena che si permettono di definire decadente e non abbia mai bestemmiato sulla coppa dei Campioni, un traguardo per grandi squadre che marca cicli, stagioni e annali più delle Supercoppe e di campionati con momenti farsistici, come quando una squadra come Napoli raccoglie 11 spettatori.
L’Efes ha catturato l’enormità di 16 rimbalzi in più (23-39), e ben 17 offensivi in totale sono quanti i totali di Siena in difesa, ma soprattutto la cartina di tornasole dei problemi che questa squadra si è trascinata negli ultimi 5 anni, quelli degli anni d’oro, mascherando – tutto sommato ammirevolmente – il transfert del passaggio fra il campionato e l’Euroleague. Un gioco di specchi ingannevole che in fondo nell’arco di questo ciclo utile per un’analisi in profondità, più veritiera, del risultato a caldo di una singola stagione, ha portato solo una Final Four, fra l’altro caratterizzata da un vantaggio di 17 punti sciupato nella semifinale di due anni fa col solito Maccabi.
Sono convinto che in questa stagione è stata spesa tutta la franchigia concessa a questa dirigenza e Pianigiani, se sarà ancora lui (e soprattutto vorrà essere fortemente con onori e oneri che derivano anche dalla sua esposizione come CT azzurro) il coach del nuovo ciclo.
E’ ora di aprire un nuovo ciclo, il mercato è pieno di occasioni, il budget (17 milioni di euro e un utile d’esercizio) è più vicino a quello dei cresi greci e spagnoli che a quello di altre squadre fra le prime 8, a cominciare dal Partizan per la terza volta consecutiva nei playoff (spendendo un terzo).
La griglia dei playoff al meglio di 5 (prime due gare il 23 e 25 marzo) è la seguente: Barcellona-Real, Maccabi-Partizan, Cska-Caja Laboral e Olympiakos-Prokom.I polacchi non si erano mai qualificati. Nei playoff degli ultimi 5 anni non si sono mai incontrati Cska-Caja Laboral e Maccabi-.Partizan, Olympiakos, Caja Laboral, Barcellona sono al 5° playoff consecutivo, il Maccabi al 4° in 5 anni (l’anno scorso era fuori), il Partizan al 3° consecutivo , mentre per il Real Madrid è la 3.a volta (e il 2° anno consecutivo) ed è stato eliminato per 2-1 dal Barcellona nel 2006.
E Siena deve andare oltre “The dark side of the moon”, l’altra faccia della Luna come cantavano i Pink Floyd.
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