di Enrico Campana
SIENA. Stavo scrivendo un dossier su Firenze quando da Salonicco, una delle grandi del basket europeo anni Ottanta-Novanta, mi arriva testualmente questo messaggio: “Sto ascoltando su una radio locale di Salonicco “Athlitika Nea” l’ intervista di Minucci. Scrivimi di questo uomo”. E’ firmato Kostas.
Ai tempi dell’epopea del dio Marte del basket, quella di Nicos Galis, il dottor Kostas Daskaloupolos era il segretario manager dell’Aris; faceva gli onori di casa ai giornalisti italiani, ci portava a cena regalandoci cortesia e informazioni. E’ fuori quindi dal clichè del greco furbino, pronto a ricordarti la vecchia parentela “Stessa faccia stessa razza”. Rispondo subito alla sua e-mail: “Registrami, se ti è possibile, tutto quanto”.
Alla spregiudicatezza greca della gestione del basket, pratica tipicamente ellenica – la plutocrazia, da noi latini tradotta in “mecenatismo” – Kostas ha preferito capitalizzare la laurea in agraria in una solida società di export, ma segue a sempre attentamente con passione e competenza tutto il basket, compreso quello italiano via satellite.
Quando ha sentito che “Nuova Sport” (Athlitika Nea è la la terza radio del paese per lo sport con un rating d’ascolto del 21 per cento) annunciava l’intervista con Ferdinando Minucci, si è messo attentamente in ascolto; forse conoscendolo di fama, voleva solo avere un riscontro diretto di quanto vado scrivendo con penna d’istrice (“sol per difesa io pungo”) e farsi una propria opinione. Opinione che riporto testualmente.
“Prima di tutto , i giornalisti greci lo hanno presentato come l'uomo che ha portato nel basket la grande banca “Montepaschi'.
“Lui ha detto che ha buonissimi relazione con tutti i giornalisti perchè anche lui fu giornalista”
“C'è nel basket dal 1990 e come presidente dal 1999.
“La squadra ha 4500 abbonamenti ma l' incasso è solo il 10% del budget”
“Si prepara il nuovo palazzo di 11000 spettatori proprietà della banca”
“E' molto orgoglioso dei settori giovanili della società. (Questo non posso capirlo,nel momento che nella prima squadra non gioca nessuno italiano)”
“E' sempre a favore del piano Bertomeu (Jordi Bertomeu, il commissioner dell’eurolega) perchè le società forti devono avere contratti garantiti” (commento io :se una squadra più debole gioca bene e conquista il titolo non può giocare l'Euroliga… un’ idea pericolosa per una città piccola come Siena)”
Letto che alcuni di questi virgolettati non collimavano con quel che sapevo (il nuovo palasport si fa coi soldi Mps, passato giornalistico inedito, inizio del mandato di presidenza nel ’99 quando sugli almanacchi figurava invece Roberto Morrocchi), ho pregato allora Kostas di dirmi qualcosa di più di quell’intervista, e vi riporto il breve dialogo.
Kostas, come viene vista invece Siena lì da voi?
“Siena si vede con simpatia perche i greci la mettono nel secondo livello dopo OLYMPIAKOS, PANATHINAIKOS, CSKA”
Per quale ragione credi abbiano intervistato Minucci?
“Comunque ha stravinto una superpotenza del basket europeo, il Cska. Perciò
gli hanno chiesto l’intervista”
Come sono sembrate le sue parole dai commenti della gente?
“La mentalità di Minucci non piace ai thessalonikesi perchè loro combattono contro i plutocrati di Atene. I 2 milioni di Aris contro i 25 milioni di Olympiakos e
Panathinaikos. Sicuramente il loro sogno e trovare un colosso economico come
Montepaschi per le squadre locali, ma questo è veramente difficile”
Ti sei fatto una tua opinione come uomo di basket e manager dopo quel che hai ascoltato?
“Come conclusione Minucci mi è sembrato come il proprietario di un mini-market che è diventato supermarket, ma lui pensa che è lo stesso Agnelli”
Salonicco è la città della grandezza di Mega-Alexandros (traduco: Alessandro Magno) e forse bisogna rapportarsi a questa dimensione, soprattutto per le ragioni del marketing. Lo sport porta ad avere un linguaggio omerico, nel bene e nel male. E bisogna soprattutto capire l’euforia del momento: non capita tutti i giorni di battere di 18 punti il Cska campione d’Europa e di Messina, e giustamente il “mio” sportevai.it ha offerto per giorni gli highligts della trionfale partita di Eurolega.
Strano però che non abbia ragionato come presidente di una società tipicamente “res publica” (Polisportiva Mens Sana e Monte dei Paschi), ma come un bene di famiglia. Nell’euforia ha trascurato di sottolineare, infatti, i meriti dei giocatori, del gioco (e quindi di coach Pianigiani), ovviamente l’importanza dei suoi tifosi, e del grande sostegno collettivo delle istituzioni, inimmaginabile fino a pochi anni fa per la realizzazione del bellissimo e irripetibile sogno senese. Sogno detto forse impropriamente, in realtà “eccezione delle eccezioni”, la cui omologazione di filiera sta però scivolando verso un’etichetta usata in altri ambiti e poco adatta allo sport: Siena System.
Pensando anche come tanti molti altri “piccoli azionisti” Mps, ripeto infatti il concetto: si tratta di una splendida eccezione, di uno splendido assemblaggio di persone e personalità, per cui si deve lodare certamente Minucci per aver fatto da cerniera fra la Mens Sana e il Monte. Ma non hanno meno meriti i finanziatori, la città e gli azionisti, i giocatori o il coach per il gioco spettacolare e al tempo spietato, ben allenata come ha rimarcato Ettore Messina. Non so adesso se questa eccezione, come tutte le cose, tramonterà o riuscirà a portare Siena sul tetto europeo (possibilissimo) e magari fino nella NBA (più improbabile). E’ certo che si regge, nella sua solidità, fra equilibri precari, soprattutto le leggi dell’economia e della finanza di fronte a 15 milioni circa di sbilancio fra il costo d’esercizio e ricavi. Qualsiasi azienda al mondo, con queste cifre, sarebbe costretta a portare i libri in tribunale, e quindi è ormai sotto la lente d’ingrandimento non solo delle sue istituzioni ma anche del paese.
In ogni caso, dobbiamo ringraziare il premiato executive per averci dato la notizia ufficiale (anche se tramite una radio greca) dell’operazione palasport, dunque realizzato dal Monte dei Paschi Ecco perché nell’ultimo consiglio comunale sono spariti dal bilancio gli 80 milioni previsti per lo Stadio di calcio e la cittadella dello sport di fronte all’incalzare della crisi economica. Mi dicono che il sindaco non ha però fatto pollice verso per il Palasport, quindi Minucci il giorno dopo ha fatto l’annuncio come portavoce del Monte. Siena avrà ben tre palazzi dello sport. Il che, e qui sta la sottigliezza, significa l’obbligo di gestire anche un bacino d’utenza di sole 60 mila anime, senza collegamenti diretti col nodo autostradale, ferroviario e l’aeroporto. Questa del Palasport potrebbe in verità essere anche una buona cosa con garanzie di un attivo di gestione e l’ammortizzazione della spesa, ipotesi per ora aleatoria ascoltando le affermazioni di Minucci, il quale, per la prima volta – e ci voleva ripeto una radio greca – ha riconosciuto ufficialmente quel che andiamo scrivendo da due anni, cifre alla mano: “Gli incassi sono il 10 per cento del budget”. E gli altri 90 per cento, giriamo la domanda, da dove vengono?..Ancora Minucci è stato protagonista dopo pochi giorni a Roma venendo letto nel board dell’Eurolega, altro capitolo sul quale si potrebbe scrivere un libro e che commento, per chi vuole leggerlo, su sportevai.it.
Mi sarebbe piaciuto dedicare questa puntata alle Final Eight, ma son più che certo che da Bologna arriverà questo fine settimana uno degli allori mancanti, la Coppa Italia. Ormai i tifosi e l’opinione lo danno per scontato: col record di 19 vittorie su 19 gare e con la lezione inflitta al Cska pretende la Coppa dei Campioni. Ma questa storia del nuovo Palamps (si chiamerà così?), del “dire a suocera perché nuora intenda”, sarà tema dei crocchi sul corso, nei salotti, e anche, credo, di dibattito in Consiglio Comunale. E il Minucci giornalista?. Incontro Raffaele Ascheri in città, gli chiedo se è vero e l’autore della Casta di Siena si fa una bella risata: “Bravo, se lo scrivi gli danno subito il Premio Frajese”
PS: Ho inviato l’articolo a Kostas chiedendo di poter rendere pubblica la sua e-mail, e di confermarmi – per scrupolo professionale – se rispondesse alla realtà quanto ho scritto (e solo trascritto). Prova e controprova, secondo il codice del “bravo giornalista”; da collega a collega dato per scontato che Ferdifurby davvero sia iscritto all’ordine dei giornalisti, anche se all’ordine non risulta mai essere stato negli elenchi, anche fra quelli cancellati. Questa è stata la risposta dalla Grecia: “Tutto è ok. Ho dimenticato solo, che lui ha portato Pianigiani dai settori giovanili alla prima squadra, ma non ricordo bene se questo l'ha detto Minucci o i giornalisti greci nella presentazione”.
SIENA. Stavo scrivendo un dossier su Firenze quando da Salonicco, una delle grandi del basket europeo anni Ottanta-Novanta, mi arriva testualmente questo messaggio: “Sto ascoltando su una radio locale di Salonicco “Athlitika Nea” l’ intervista di Minucci. Scrivimi di questo uomo”. E’ firmato Kostas.
Ai tempi dell’epopea del dio Marte del basket, quella di Nicos Galis, il dottor Kostas Daskaloupolos era il segretario manager dell’Aris; faceva gli onori di casa ai giornalisti italiani, ci portava a cena regalandoci cortesia e informazioni. E’ fuori quindi dal clichè del greco furbino, pronto a ricordarti la vecchia parentela “Stessa faccia stessa razza”. Rispondo subito alla sua e-mail: “Registrami, se ti è possibile, tutto quanto”.
Alla spregiudicatezza greca della gestione del basket, pratica tipicamente ellenica – la plutocrazia, da noi latini tradotta in “mecenatismo” – Kostas ha preferito capitalizzare la laurea in agraria in una solida società di export, ma segue a sempre attentamente con passione e competenza tutto il basket, compreso quello italiano via satellite.
Quando ha sentito che “Nuova Sport” (Athlitika Nea è la la terza radio del paese per lo sport con un rating d’ascolto del 21 per cento) annunciava l’intervista con Ferdinando Minucci, si è messo attentamente in ascolto; forse conoscendolo di fama, voleva solo avere un riscontro diretto di quanto vado scrivendo con penna d’istrice (“sol per difesa io pungo”) e farsi una propria opinione. Opinione che riporto testualmente.
“Prima di tutto , i giornalisti greci lo hanno presentato come l'uomo che ha portato nel basket la grande banca “Montepaschi'.
“Lui ha detto che ha buonissimi relazione con tutti i giornalisti perchè anche lui fu giornalista”
“C'è nel basket dal 1990 e come presidente dal 1999.
“La squadra ha 4500 abbonamenti ma l' incasso è solo il 10% del budget”
“Si prepara il nuovo palazzo di 11000 spettatori proprietà della banca”
“E' molto orgoglioso dei settori giovanili della società. (Questo non posso capirlo,nel momento che nella prima squadra non gioca nessuno italiano)”
“E' sempre a favore del piano Bertomeu (Jordi Bertomeu, il commissioner dell’eurolega) perchè le società forti devono avere contratti garantiti” (commento io :se una squadra più debole gioca bene e conquista il titolo non può giocare l'Euroliga… un’ idea pericolosa per una città piccola come Siena)”
Letto che alcuni di questi virgolettati non collimavano con quel che sapevo (il nuovo palasport si fa coi soldi Mps, passato giornalistico inedito, inizio del mandato di presidenza nel ’99 quando sugli almanacchi figurava invece Roberto Morrocchi), ho pregato allora Kostas di dirmi qualcosa di più di quell’intervista, e vi riporto il breve dialogo.
Kostas, come viene vista invece Siena lì da voi?
“Siena si vede con simpatia perche i greci la mettono nel secondo livello dopo OLYMPIAKOS, PANATHINAIKOS, CSKA”
Per quale ragione credi abbiano intervistato Minucci?
“Comunque ha stravinto una superpotenza del basket europeo, il Cska. Perciò
gli hanno chiesto l’intervista”
Come sono sembrate le sue parole dai commenti della gente?
“La mentalità di Minucci non piace ai thessalonikesi perchè loro combattono contro i plutocrati di Atene. I 2 milioni di Aris contro i 25 milioni di Olympiakos e
Panathinaikos. Sicuramente il loro sogno e trovare un colosso economico come
Montepaschi per le squadre locali, ma questo è veramente difficile”
Ti sei fatto una tua opinione come uomo di basket e manager dopo quel che hai ascoltato?
“Come conclusione Minucci mi è sembrato come il proprietario di un mini-market che è diventato supermarket, ma lui pensa che è lo stesso Agnelli”
Salonicco è la città della grandezza di Mega-Alexandros (traduco: Alessandro Magno) e forse bisogna rapportarsi a questa dimensione, soprattutto per le ragioni del marketing. Lo sport porta ad avere un linguaggio omerico, nel bene e nel male. E bisogna soprattutto capire l’euforia del momento: non capita tutti i giorni di battere di 18 punti il Cska campione d’Europa e di Messina, e giustamente il “mio” sportevai.it ha offerto per giorni gli highligts della trionfale partita di Eurolega.
Strano però che non abbia ragionato come presidente di una società tipicamente “res publica” (Polisportiva Mens Sana e Monte dei Paschi), ma come un bene di famiglia. Nell’euforia ha trascurato di sottolineare, infatti, i meriti dei giocatori, del gioco (e quindi di coach Pianigiani), ovviamente l’importanza dei suoi tifosi, e del grande sostegno collettivo delle istituzioni, inimmaginabile fino a pochi anni fa per la realizzazione del bellissimo e irripetibile sogno senese. Sogno detto forse impropriamente, in realtà “eccezione delle eccezioni”, la cui omologazione di filiera sta però scivolando verso un’etichetta usata in altri ambiti e poco adatta allo sport: Siena System.
Pensando anche come tanti molti altri “piccoli azionisti” Mps, ripeto infatti il concetto: si tratta di una splendida eccezione, di uno splendido assemblaggio di persone e personalità, per cui si deve lodare certamente Minucci per aver fatto da cerniera fra la Mens Sana e il Monte. Ma non hanno meno meriti i finanziatori, la città e gli azionisti, i giocatori o il coach per il gioco spettacolare e al tempo spietato, ben allenata come ha rimarcato Ettore Messina. Non so adesso se questa eccezione, come tutte le cose, tramonterà o riuscirà a portare Siena sul tetto europeo (possibilissimo) e magari fino nella NBA (più improbabile). E’ certo che si regge, nella sua solidità, fra equilibri precari, soprattutto le leggi dell’economia e della finanza di fronte a 15 milioni circa di sbilancio fra il costo d’esercizio e ricavi. Qualsiasi azienda al mondo, con queste cifre, sarebbe costretta a portare i libri in tribunale, e quindi è ormai sotto la lente d’ingrandimento non solo delle sue istituzioni ma anche del paese.
In ogni caso, dobbiamo ringraziare il premiato executive per averci dato la notizia ufficiale (anche se tramite una radio greca) dell’operazione palasport, dunque realizzato dal Monte dei Paschi Ecco perché nell’ultimo consiglio comunale sono spariti dal bilancio gli 80 milioni previsti per lo Stadio di calcio e la cittadella dello sport di fronte all’incalzare della crisi economica. Mi dicono che il sindaco non ha però fatto pollice verso per il Palasport, quindi Minucci il giorno dopo ha fatto l’annuncio come portavoce del Monte. Siena avrà ben tre palazzi dello sport. Il che, e qui sta la sottigliezza, significa l’obbligo di gestire anche un bacino d’utenza di sole 60 mila anime, senza collegamenti diretti col nodo autostradale, ferroviario e l’aeroporto. Questa del Palasport potrebbe in verità essere anche una buona cosa con garanzie di un attivo di gestione e l’ammortizzazione della spesa, ipotesi per ora aleatoria ascoltando le affermazioni di Minucci, il quale, per la prima volta – e ci voleva ripeto una radio greca – ha riconosciuto ufficialmente quel che andiamo scrivendo da due anni, cifre alla mano: “Gli incassi sono il 10 per cento del budget”. E gli altri 90 per cento, giriamo la domanda, da dove vengono?..Ancora Minucci è stato protagonista dopo pochi giorni a Roma venendo letto nel board dell’Eurolega, altro capitolo sul quale si potrebbe scrivere un libro e che commento, per chi vuole leggerlo, su sportevai.it.
Mi sarebbe piaciuto dedicare questa puntata alle Final Eight, ma son più che certo che da Bologna arriverà questo fine settimana uno degli allori mancanti, la Coppa Italia. Ormai i tifosi e l’opinione lo danno per scontato: col record di 19 vittorie su 19 gare e con la lezione inflitta al Cska pretende la Coppa dei Campioni. Ma questa storia del nuovo Palamps (si chiamerà così?), del “dire a suocera perché nuora intenda”, sarà tema dei crocchi sul corso, nei salotti, e anche, credo, di dibattito in Consiglio Comunale. E il Minucci giornalista?. Incontro Raffaele Ascheri in città, gli chiedo se è vero e l’autore della Casta di Siena si fa una bella risata: “Bravo, se lo scrivi gli danno subito il Premio Frajese”
PS: Ho inviato l’articolo a Kostas chiedendo di poter rendere pubblica la sua e-mail, e di confermarmi – per scrupolo professionale – se rispondesse alla realtà quanto ho scritto (e solo trascritto). Prova e controprova, secondo il codice del “bravo giornalista”; da collega a collega dato per scontato che Ferdifurby davvero sia iscritto all’ordine dei giornalisti, anche se all’ordine non risulta mai essere stato negli elenchi, anche fra quelli cancellati. Questa è stata la risposta dalla Grecia: “Tutto è ok. Ho dimenticato solo, che lui ha portato Pianigiani dai settori giovanili alla prima squadra, ma non ricordo bene se questo l'ha detto Minucci o i giornalisti greci nella presentazione”.