di Enrico Campana
SIENA. Una scena da film dei gremlins, come quando apri l’asse del water e vedi quei mostriciattoli… Dalle condotte della mia casa è spuntato un rotolino di plastica. Come sarà arrivato fin qui, chi ce l’avrà messo?. Sarà pericoloso? Dentro c’era un foglietto. Con le pinzette lo estraggo cautamente mettendolo ad asciugare. Stinto, si legge con difficoltà, sembra una sorta di decalogo “pe’l colto e l’inclita” dall’assunto riportato nell’intestazione “10 motivi per andare su Pianigiani” che non varrebbe nemmeno la pena di leggere perché non concede alternative.
Premessa: in un orrendo italiano, la frase va interpretata: quell’ “andare su” non è andargli addosso; poteva usare, l’amanuense, il verbo “scegliere” o “premiare”, più semplice, efficace, meno pulp fiction. Mi diverto quasi per gioco, alla fine, a confutare ancor prima della decisione della Federbasket sul CT del rilancio, il contenuto dogmatico dello sconosciuto autore. Del quale apprezzo solo una cosa: l’originale trovata di usare questo singolare “canale” (nel senso letterale del termine) di comunicazione: i tubi di scarico.
1) Nel momento più difficile della nazionale bisogna prendere il migliore, e se non sono disponibili Messina e Scariolo il migliore è solo Pianigiani…. Replica: Il migliorismo è un vecchio difetto della stampa italiana di dare un senso assoluto al proprio verbo, magari per soddisfare il signore o il principe di turno; in realtà, il migliore ha sempre un senso relativo, c’è sempre un migliore del migliore. Poi dipende anche dall’autorevolezza delle parti in commedia, magari un sondaggio (documentato!) avrebbe un valore orientativo più efficace. E poi il migliore sulla carta presenta delle riserve sotto altri aspetti, e una somma di titoli non fanno un n.1. Prendiamo Ranko Zeravika, era considerato il n.1 senza aver vinto mai un titolo, però costruiva (non ostruiva…) i giocatori. O Boris Stankovic: sarebbe fiorita, senza il padre-padrone slavo, la scuola di Cantù?. Inoltre in Italia abbiamo fortunatamente altri candidati, butto lì “Oro Pilla” (Stefano Pillastrini) e Andrea Capobianco, e per favore non diciamo che per il ruolo di CT l’abito fa il monaco…Ma vogliamo un forte personaggio ad hoc, basta pensare al CT della Germania. Difatti, ai vertici della Benetton venne suggerito tre anni fa il nome di Bauermann, ma l’autonomia del management portò alla scelta di un tecnico inesperto, e si perse un anno.
2) Con una squadra dall’asse portante giovane serve un tecnico futuribile… Replica: da quando non vale più l’aureo concetto che una guida esperta è l’ideale per squadra giovane? Vedi il CT del calcio Lippi o per rimanere al basket gli esempi di Kazlaukas e – ripeto – di Bauermann?
3) Questa nazionale ha bisogno di un allenatore di sistema, vedere l’attacco e la difesa di Pianigiani.…Replica: cosa significa bene questo termine raggelante “sistema”?. Che dobbiamo avere il chip, essere nel “sistema Siena” in cui gli italiani hanno diritto a entrare in formazione solo in quota, per regolamento? Le vie del successo, come quelle del Signore, fortunatamente sono infinite, le grandi menti non nascono dal sistema ma più spesso fuori…
4) Occorre cambiare la mentalità perdente, Pianigiani ha oltre il 90 per cento di vittorie… Replica: la mentalità perdente è del movimento, non dei giocatori italiani. Non possiamo far ricadere su di loro le colpe di una scarsissima cultura sportiva e internazionale surrogata da altri elementi propri della plutocrazia. In fin dai conti abbiamo perso di pochissimi punti contro una Francia che agli europei ha avuto la miglior percentuale di vittorie, anche della Spagna. Nessuno invece si è chiesto ad esempio: perché Poeta dopo aver trascinato Teramo al 3° posto e aver fatto tremare Milano, è stato utilizzato a strappi? Perché la critica forse anni fa era sopra i 3,05 del cerchio, adesso è sotto le suole dei potenti di turno.
5) Pianigiani ha una credibilità europea di nessun altro italiano… Replica: se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, non ha ancora vinto un titolo europeo e quando sostengo le sue buone qualità, molti ricordano purtroppo solo la gara buttata al vento con Tel Aviv nella Final Four. Inoltre, vorrei fare un altro paio di esempi illuminanti: Diaz Miguel è stato il padre delle “furie rosse”, Primo quello della svolta della nazionale, eppure ha vinto successivamente la prima Coppa dei Campioni. Insomma, non erano stati sceltI per le statistiche, i titoli, le percentuali di vittorie. Stesso discorso per un altro grande CT, Nello Paratore.
6) Pianigiani è attratto dall’idea azzurra per dimostrare, senza lasciare Siena, che le sue qualità non dipendono solo dall’ambiente che lo supporta…Replica: italiano farraginoso, se ho capito bene però: vuole la nazionale rimanendo a Siena. Se è così, il part-time si può concedere solo a un coach esperto, come la Spagna ha fatto con Scariolo. Mi sembra di aver sostenuto per primo la candidatura di Pianigiani, ma rigorosamente con Recalcati tutor. Vogliamo scherzare ragionando solo col pallottoliere?. Bene Siena ha perso una sola partita in campionato, poi ne ha perse 2 nel giro di poche ore in Eurolega quando era il momento di quagliare e aveva quasi un match-ball col Panathinaikos…
7) Scegliendo Pianigiani, Meneghin e la Federazione di mettono al riparo delle critica… Replica. Come nelle nozze di Canaa, le ultime portate di vino del “decalogo” sono deludenti, argomenti come questi sono risibili. Pensate a una Federbasket che sceglie aprioristicamente l’agnello sacrificale, a un fighter Meneghin che si trasforma in Pilato nascondendosi dietro il suo coach? Ma via…
8) Scegliendo un allenatore diverso, in caso di ulteriori fallimenti resterebbe il sospetto che avremmo potuto evitarli… Replica. Tagliamo corto: e se il miglior fallisce, ci resterebbe il sospetto che non era il migliore. Chi grida al complotto ha la mentalità del complottatore, per la proprietà transitiva i “cagadubbi” producono tesi come queste, fortunatamente la scelta di un CT è fatta da molte teste…
9) Nella nazionale si sono lamentati casi di indisciplina rimasti nella penombra, non si può renderli evitabili con un allenatore come Pianigiani?… Replica. Intanto: se si denunciano questi casi, è meglio circostanziarli e non andare sul vago. Secondo: guai all’allenatore che impone il pugno di ferro, fa sempre una brutta fine…
10) Prendendo Pianigiani ci si può abbeverare al sistema vincente di Siena…Replica. Sembra una frase ascoltata alle primarie di partito. Il verbo “prendere” è infelice, meglio “scegliere” o la più rispettose frase “dare fiducia”. Inoltre, voglio ricordare che quando il Simmenthal era la Siena d’epoca e aveva un grande coach come Rubini, nessuno si è mai sognato di trasferirlo alla nazionale che aveva un suo gioco, una sua filosofia, un suo coach. Il club è un prevalentemente sportivo, la nazionale è un fatto prevalentemente culturale.
Se il direttivo del basket sceglierà fra poche ore Pianigiani, sarò il primo a complimentarmi con lui e con Meneghin. Se andrà diversamente – come credo – non scriverò mai che Pianigiani è stato bruciato per colpa di qualche sortita infelice del suo club, che ha acuito il disagio di certe posizioni, di una certa immagine u n po’ proterva. Faccio un esempio: in Italia i vincitori non sono mai amati, figuriamoci quella foto riproposta ad ogni occasione sul sito di Lega, in cui si vedono il capitano e il presidente sventolare le quattro dita, come dire per ora ve ne abbiamo date quattro… Una foto che si giustifica nel dopo-scudetto, ma se ripetuta ha un messaggio subliminale.
Il no a Pianigiani non è un empeachment a Siena. Si tratta piuttosto solo di un errore d’esperienza del giovane e ottimo coach della Lupa per aver accettato (magari in buona fede) di essere strumento di propaganda. Invece di esporre un proprio desiderio e una propria linea attraverso interposte persone, bastava chiedesse sull’argomento una conferenza stampa. Ma poteva bastare anche un comunicato di due righe di questo tono: “In questo momento sono pronto a dare la mia disponibilità alla nazionale se vorrà chiamarmi, nelle forme e nei modi che verranno ritenuti più opportuni”.
SIENA. Una scena da film dei gremlins, come quando apri l’asse del water e vedi quei mostriciattoli… Dalle condotte della mia casa è spuntato un rotolino di plastica. Come sarà arrivato fin qui, chi ce l’avrà messo?. Sarà pericoloso? Dentro c’era un foglietto. Con le pinzette lo estraggo cautamente mettendolo ad asciugare. Stinto, si legge con difficoltà, sembra una sorta di decalogo “pe’l colto e l’inclita” dall’assunto riportato nell’intestazione “10 motivi per andare su Pianigiani” che non varrebbe nemmeno la pena di leggere perché non concede alternative.
Premessa: in un orrendo italiano, la frase va interpretata: quell’ “andare su” non è andargli addosso; poteva usare, l’amanuense, il verbo “scegliere” o “premiare”, più semplice, efficace, meno pulp fiction. Mi diverto quasi per gioco, alla fine, a confutare ancor prima della decisione della Federbasket sul CT del rilancio, il contenuto dogmatico dello sconosciuto autore. Del quale apprezzo solo una cosa: l’originale trovata di usare questo singolare “canale” (nel senso letterale del termine) di comunicazione: i tubi di scarico.
1) Nel momento più difficile della nazionale bisogna prendere il migliore, e se non sono disponibili Messina e Scariolo il migliore è solo Pianigiani…. Replica: Il migliorismo è un vecchio difetto della stampa italiana di dare un senso assoluto al proprio verbo, magari per soddisfare il signore o il principe di turno; in realtà, il migliore ha sempre un senso relativo, c’è sempre un migliore del migliore. Poi dipende anche dall’autorevolezza delle parti in commedia, magari un sondaggio (documentato!) avrebbe un valore orientativo più efficace. E poi il migliore sulla carta presenta delle riserve sotto altri aspetti, e una somma di titoli non fanno un n.1. Prendiamo Ranko Zeravika, era considerato il n.1 senza aver vinto mai un titolo, però costruiva (non ostruiva…) i giocatori. O Boris Stankovic: sarebbe fiorita, senza il padre-padrone slavo, la scuola di Cantù?. Inoltre in Italia abbiamo fortunatamente altri candidati, butto lì “Oro Pilla” (Stefano Pillastrini) e Andrea Capobianco, e per favore non diciamo che per il ruolo di CT l’abito fa il monaco…Ma vogliamo un forte personaggio ad hoc, basta pensare al CT della Germania. Difatti, ai vertici della Benetton venne suggerito tre anni fa il nome di Bauermann, ma l’autonomia del management portò alla scelta di un tecnico inesperto, e si perse un anno.
2) Con una squadra dall’asse portante giovane serve un tecnico futuribile… Replica: da quando non vale più l’aureo concetto che una guida esperta è l’ideale per squadra giovane? Vedi il CT del calcio Lippi o per rimanere al basket gli esempi di Kazlaukas e – ripeto – di Bauermann?
3) Questa nazionale ha bisogno di un allenatore di sistema, vedere l’attacco e la difesa di Pianigiani.…Replica: cosa significa bene questo termine raggelante “sistema”?. Che dobbiamo avere il chip, essere nel “sistema Siena” in cui gli italiani hanno diritto a entrare in formazione solo in quota, per regolamento? Le vie del successo, come quelle del Signore, fortunatamente sono infinite, le grandi menti non nascono dal sistema ma più spesso fuori…
4) Occorre cambiare la mentalità perdente, Pianigiani ha oltre il 90 per cento di vittorie… Replica: la mentalità perdente è del movimento, non dei giocatori italiani. Non possiamo far ricadere su di loro le colpe di una scarsissima cultura sportiva e internazionale surrogata da altri elementi propri della plutocrazia. In fin dai conti abbiamo perso di pochissimi punti contro una Francia che agli europei ha avuto la miglior percentuale di vittorie, anche della Spagna. Nessuno invece si è chiesto ad esempio: perché Poeta dopo aver trascinato Teramo al 3° posto e aver fatto tremare Milano, è stato utilizzato a strappi? Perché la critica forse anni fa era sopra i 3,05 del cerchio, adesso è sotto le suole dei potenti di turno.
5) Pianigiani ha una credibilità europea di nessun altro italiano… Replica: se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, non ha ancora vinto un titolo europeo e quando sostengo le sue buone qualità, molti ricordano purtroppo solo la gara buttata al vento con Tel Aviv nella Final Four. Inoltre, vorrei fare un altro paio di esempi illuminanti: Diaz Miguel è stato il padre delle “furie rosse”, Primo quello della svolta della nazionale, eppure ha vinto successivamente la prima Coppa dei Campioni. Insomma, non erano stati sceltI per le statistiche, i titoli, le percentuali di vittorie. Stesso discorso per un altro grande CT, Nello Paratore.
6) Pianigiani è attratto dall’idea azzurra per dimostrare, senza lasciare Siena, che le sue qualità non dipendono solo dall’ambiente che lo supporta…Replica: italiano farraginoso, se ho capito bene però: vuole la nazionale rimanendo a Siena. Se è così, il part-time si può concedere solo a un coach esperto, come la Spagna ha fatto con Scariolo. Mi sembra di aver sostenuto per primo la candidatura di Pianigiani, ma rigorosamente con Recalcati tutor. Vogliamo scherzare ragionando solo col pallottoliere?. Bene Siena ha perso una sola partita in campionato, poi ne ha perse 2 nel giro di poche ore in Eurolega quando era il momento di quagliare e aveva quasi un match-ball col Panathinaikos…
7) Scegliendo Pianigiani, Meneghin e la Federazione di mettono al riparo delle critica… Replica. Come nelle nozze di Canaa, le ultime portate di vino del “decalogo” sono deludenti, argomenti come questi sono risibili. Pensate a una Federbasket che sceglie aprioristicamente l’agnello sacrificale, a un fighter Meneghin che si trasforma in Pilato nascondendosi dietro il suo coach? Ma via…
8) Scegliendo un allenatore diverso, in caso di ulteriori fallimenti resterebbe il sospetto che avremmo potuto evitarli… Replica. Tagliamo corto: e se il miglior fallisce, ci resterebbe il sospetto che non era il migliore. Chi grida al complotto ha la mentalità del complottatore, per la proprietà transitiva i “cagadubbi” producono tesi come queste, fortunatamente la scelta di un CT è fatta da molte teste…
9) Nella nazionale si sono lamentati casi di indisciplina rimasti nella penombra, non si può renderli evitabili con un allenatore come Pianigiani?… Replica. Intanto: se si denunciano questi casi, è meglio circostanziarli e non andare sul vago. Secondo: guai all’allenatore che impone il pugno di ferro, fa sempre una brutta fine…
10) Prendendo Pianigiani ci si può abbeverare al sistema vincente di Siena…Replica. Sembra una frase ascoltata alle primarie di partito. Il verbo “prendere” è infelice, meglio “scegliere” o la più rispettose frase “dare fiducia”. Inoltre, voglio ricordare che quando il Simmenthal era la Siena d’epoca e aveva un grande coach come Rubini, nessuno si è mai sognato di trasferirlo alla nazionale che aveva un suo gioco, una sua filosofia, un suo coach. Il club è un prevalentemente sportivo, la nazionale è un fatto prevalentemente culturale.
Se il direttivo del basket sceglierà fra poche ore Pianigiani, sarò il primo a complimentarmi con lui e con Meneghin. Se andrà diversamente – come credo – non scriverò mai che Pianigiani è stato bruciato per colpa di qualche sortita infelice del suo club, che ha acuito il disagio di certe posizioni, di una certa immagine u n po’ proterva. Faccio un esempio: in Italia i vincitori non sono mai amati, figuriamoci quella foto riproposta ad ogni occasione sul sito di Lega, in cui si vedono il capitano e il presidente sventolare le quattro dita, come dire per ora ve ne abbiamo date quattro… Una foto che si giustifica nel dopo-scudetto, ma se ripetuta ha un messaggio subliminale.
Il no a Pianigiani non è un empeachment a Siena. Si tratta piuttosto solo di un errore d’esperienza del giovane e ottimo coach della Lupa per aver accettato (magari in buona fede) di essere strumento di propaganda. Invece di esporre un proprio desiderio e una propria linea attraverso interposte persone, bastava chiedesse sull’argomento una conferenza stampa. Ma poteva bastare anche un comunicato di due righe di questo tono: “In questo momento sono pronto a dare la mia disponibilità alla nazionale se vorrà chiamarmi, nelle forme e nei modi che verranno ritenuti più opportuni”.