di Enrico Campana
SIENA. Scelgo i miei Oscar per questo primo terzo di stagione, e Siena mi appare il paradosso del nostro basket.
Partiamo dal commento, e non dalla notizia e risparmiamo i peana. Perché, diciamocela tutta, lo scenario ci riporta indietro di 40 anni, ai tempi del Simmenthal e dell’Ignis, squadroni storici che passavano sul campionato come schiacciasassi, ma vincevano molto anche in Europa. Qui la Mens Sana non è facilitata dal campionato poco omogeneo, non spettacolare come quello spagnolo. Un campionato del quale è “splendida eccezione”, in attesa che maturino progetti alternativi come Treviso (ha perso diverse gare di poco, le statistiche dicono che vale più dei risultati) e Roma-Azzurra, se Matteo Boniciolli riuscirà a guarire dalle sue frustrazioni ormai croniche, e crederci ancora. Magari ci sarà anche Milano, se prenderà un campione-faro, come è nella sua tradizione. Riempire il Forum con l’onesto catenaccio è operazione utopica. Per tutte le altre, è una questione di mezzi, di ricavi, e solo una Lega in grado di tradurre il valore-contatto del basket, inespresso, avrebbe creato quell’innalzamento d’immagine e tecnico globale del campionato, molto delocalizzato come il volley.
Ma, tornando a Siena, credo però sia quest’anno molto vicina al traguardo della sua prima Euroleague, pur avendo puntato con Hawkins e Zisiz su due ruoli già coperti, ma che le hanno permesso di avere una specificità unica. Credo sia la più potente trazione posteriore fra tutte le squadre europea, senza perdere l’efficacia del suo “scudo stellare” (semplificando la difesa schierata) e di conquistare successi squillanti anche in trasferta, vedi la batosta rifilata al Cibona a Zagabria o la vittoria a Lione col 60 per cento da 3 punti.
La mia fiducia riposta nella campagna europea di questa stagione della Mens Sana sta appunto nella convinzione delle sue scelte per avere una squadra di propulsione, forte in campo aperto e a difesa schierata, agile ma potente al tempo stesso, con 4-5 leaders (vedere alla voce Oscar in fondo all’articolo) e 7 primattori (nel frattempo sono diventati anche 7 e mezzo, se andiamo a leggere la crescita di Tomas Ress). Giocatori che riflettono la filosofia di gioco e motivazionale del loro allenatore. Una sintesi fra attacco e difesa, o “l’attacco come miglior difesa”, anche “la difesa come miglior attacco”, un po’ la filosofia del catenaccio superbo di Borg nel tennis… Non vediamo infatti quest’anno squadre imbattibili, a cominciare dai campioni uscenti del Panathinaikos, dal puzzle messiniano del Real Madrid che privilegia l’esperienza al talento individuale, e nemmeno dal gasatissimo Barcellona. Forse l’investitura azzurra tornerà utile per prima proprio a Siena e, naturalmente, a Simone Pianigiani. Essere il CT dell’Italia significa godere di maggior credito, e servirà a colmare – o a ridurre – quel divario di sudditanza che gli arbitri hanno nei confronti dei colleghi più famosi quando si passa alla competizione europea.
C’è una dicotomia marcata in questa Mens Sana: ante litteram come risultati e molto avanzata come filosofia di gioco. Un po’ è frutto di circostanze (le scelte di giocatori esclusi dalla NBA ma motivatissimi, e anche presi in funzione del passaporto), e molto – credo – della filosofia di gioco: uno spettacolo è Siena quando vola in contropiede o quando dipana il suo reticolo ma anche quando attacca a difesa schierata. Spettacolo di tecnica, magnetismo, semplicità che riduce il basket quasi a una semplificazione naturale. Come ha capito col suo pragmatismo Pianigiani, il quale predica così: arrivare un istante prima al tiro dell’avversario e un istante prima dell’attaccante quando sei in difesa. Cosa che succede sempre, con una media record di 23,1 punti a gara di scarto più del parametro-standard per le gare di trotto. I trottatori più forti, per dare sale alla gara e pungolare gli scommettitori, come si sa partono infatti 20 metri dietro gli altri.
E’ questo il solco che fa grande Siena e piccolo il campionato, dove non spunta all’orizzonte un’antagonista credibile. Come lo era la scorsa stagione la Virtus Bologna, grazie a un valore individuale sulla carta superiore, senza riuscire però a esprimerlo. Non è certo Caserta, squadra divertente, ben allenata, con un paio di individualità notevoli, o la tetragona Milano, che – senza convincere – vince ormai da parecchie giornate. Non sono queste avversarie che possono far tremare gli imbattibili senesi, sconfitti una sola volta. E la stessa gara interna col Barcellona credo fosse una “verità bugiarda”, molto più veritiero sarà il ritorno con un Lavrinovic ben diverso da quello al rientro da un lungo stop per problemi alla schiena.
Ma veniamo all’assunto: la modernità della Mens Sana e al tempo stesso il suo punto critico (solo negli scontri alti in Eurolega, come si è visto, al centro della ciambella d’oro spunta a volte un buco nel mezzo) vengono confermati dall’analisi statistica – un vero e proprio viaggio nel pianeta di recordland – quando si arriva alla voce rimbalzi.
In particolare: 8° posto nei rimbalzi difensivi, 14° in quelli offensivi, 12° nei rimbalzi totali. Per un basket ancorato a concetti di staticità, il ruolo di pivot diventato via via il centro e il n.5, questo dato sarebbe considerato elemento di mediocrità, se non di debolezza. Ma fortunatamente il campionato italiano, se nel complesso non è molto progredito, possiede una punta di vera modernità proprio nel Pianigiani-game. Quel gioco che definisco all’italiana e che significa qualità e livello internazionale. Se Benjamin Eze non coniuga le sue doti atletiche con progressi tecnici e di personalità, in fondo anche questa (presunta?) debolezza alla fine diventa una forza: sviluppa un senso di gruppo, di partecipazione, sapendo l’onesta corale del rimbalzo senese far leva su altre cose. Ad esempio – altro record – la selezione di tiro, con ben 5 giocatori fra i primi 15 come percentuali di riuscita!
Chiudo ricordando che la Mens Sana è in serie positiva da 31 gare (10 di regular season 2008-2009, 10 di playoff e le 11 di questa stagione), non perde in casa da 54 partite (ultima sconfitta il 30 maggio 2007, 74-88 con Roma, quindi fanno due anni e mezzo) e potrebbe battere il record di Varese che ne ha 67.
Nella statistica individuale questo il piazzamento dei senesi dopo 11 gare: Media punti, 11° Lavrinovic, 20.27; Punti per minuto: 1° Lavrinovic, 0,715; Valutazione: 4° Lavrinovic, 19,75; Valutazione al minuto: 1° Lavrinovic, 0,919¸Tiro da 2: 8° Lavrinovic, 64%; Tiro da 3: 7° Sato, 46,5%; Tiri Totale: 10° Hawkins, 52,48; Tiri liberi: 1° Sato, 94,12 (32/34); Rimbalzi difensivi: 14° Stonerook, 4; Rimbalzi offensivi: 26° Lavrinovic, 1,75; Rimbalzi Totale: 35° Sato, 4,55; Rimbalzi al minuto: 28° Lavrinovic, 0,206; Palle Perse: 1° McIntyre 2,80, Palle Recuperate: 3° Hawkins, 3; Assist: McIntyre, 3,80; Assist al minuto: McIntyre, 0,164; Falli fatti: 24° Stonerook, 3,18; Falli Subiti: 30° Sato, 3,45.
Oscar segnalati da www.ilcittadinoonline.it
Primo quintetto: T.McIntyre (Mps), G.Neal (Benetton), P.Aradori (Biella), K.Lavrinovic (Mps), E.Williams (Scavolini)
Secondo quintetto: D.Brown (Avellino), E.Rowlands (Cremona), R.Sato (Mps), D.Hawkins (Mps), G. Brunner (Montegranaro)
Terzo quintetto: G.Poeta (Teramo), I.Jaaber (Lottomatica), D.Moss (Virtus Bologna), CJ Wallace (Benetton), Troutman (Avellino),
MVP: Pietro Aradori (Biella)
Allenatore: Simone Pianigiani (Mps)
Miglior italiano: P.Aradori (Biella). Menzione speciale: L.Bechi (Biella), C.Pancotto (Avellino), S.Sacripanti (Caserta), F.Vitucci (Benetton), A.Capobianco (Teramo)
Matricola italiana: A.Gentile (Benetton), N.Martinoni (Varese)
Miglior 6° uomo: K.Lavrinovic (Mps)
Quintetto italiano: G.Poeta (Teramo), F.Di Bella (Caserta), R.Mordente (Armani), P.Aradori (Biella), V.Amoroso (Teramo); 6° uomo: pm M.Bulleri (Armani) e Michelori (Caserta)
Leadership: S.Stoonerok (Mps)
Propulsione: T.McIntyre (Mps)
Difesa: R.Sato (Mps)
Impatto immediato: K.Lavrinovic (Mps)
SIENA. Scelgo i miei Oscar per questo primo terzo di stagione, e Siena mi appare il paradosso del nostro basket.
Partiamo dal commento, e non dalla notizia e risparmiamo i peana. Perché, diciamocela tutta, lo scenario ci riporta indietro di 40 anni, ai tempi del Simmenthal e dell’Ignis, squadroni storici che passavano sul campionato come schiacciasassi, ma vincevano molto anche in Europa. Qui la Mens Sana non è facilitata dal campionato poco omogeneo, non spettacolare come quello spagnolo. Un campionato del quale è “splendida eccezione”, in attesa che maturino progetti alternativi come Treviso (ha perso diverse gare di poco, le statistiche dicono che vale più dei risultati) e Roma-Azzurra, se Matteo Boniciolli riuscirà a guarire dalle sue frustrazioni ormai croniche, e crederci ancora. Magari ci sarà anche Milano, se prenderà un campione-faro, come è nella sua tradizione. Riempire il Forum con l’onesto catenaccio è operazione utopica. Per tutte le altre, è una questione di mezzi, di ricavi, e solo una Lega in grado di tradurre il valore-contatto del basket, inespresso, avrebbe creato quell’innalzamento d’immagine e tecnico globale del campionato, molto delocalizzato come il volley.
Ma, tornando a Siena, credo però sia quest’anno molto vicina al traguardo della sua prima Euroleague, pur avendo puntato con Hawkins e Zisiz su due ruoli già coperti, ma che le hanno permesso di avere una specificità unica. Credo sia la più potente trazione posteriore fra tutte le squadre europea, senza perdere l’efficacia del suo “scudo stellare” (semplificando la difesa schierata) e di conquistare successi squillanti anche in trasferta, vedi la batosta rifilata al Cibona a Zagabria o la vittoria a Lione col 60 per cento da 3 punti.
La mia fiducia riposta nella campagna europea di questa stagione della Mens Sana sta appunto nella convinzione delle sue scelte per avere una squadra di propulsione, forte in campo aperto e a difesa schierata, agile ma potente al tempo stesso, con 4-5 leaders (vedere alla voce Oscar in fondo all’articolo) e 7 primattori (nel frattempo sono diventati anche 7 e mezzo, se andiamo a leggere la crescita di Tomas Ress). Giocatori che riflettono la filosofia di gioco e motivazionale del loro allenatore. Una sintesi fra attacco e difesa, o “l’attacco come miglior difesa”, anche “la difesa come miglior attacco”, un po’ la filosofia del catenaccio superbo di Borg nel tennis… Non vediamo infatti quest’anno squadre imbattibili, a cominciare dai campioni uscenti del Panathinaikos, dal puzzle messiniano del Real Madrid che privilegia l’esperienza al talento individuale, e nemmeno dal gasatissimo Barcellona. Forse l’investitura azzurra tornerà utile per prima proprio a Siena e, naturalmente, a Simone Pianigiani. Essere il CT dell’Italia significa godere di maggior credito, e servirà a colmare – o a ridurre – quel divario di sudditanza che gli arbitri hanno nei confronti dei colleghi più famosi quando si passa alla competizione europea.
C’è una dicotomia marcata in questa Mens Sana: ante litteram come risultati e molto avanzata come filosofia di gioco. Un po’ è frutto di circostanze (le scelte di giocatori esclusi dalla NBA ma motivatissimi, e anche presi in funzione del passaporto), e molto – credo – della filosofia di gioco: uno spettacolo è Siena quando vola in contropiede o quando dipana il suo reticolo ma anche quando attacca a difesa schierata. Spettacolo di tecnica, magnetismo, semplicità che riduce il basket quasi a una semplificazione naturale. Come ha capito col suo pragmatismo Pianigiani, il quale predica così: arrivare un istante prima al tiro dell’avversario e un istante prima dell’attaccante quando sei in difesa. Cosa che succede sempre, con una media record di 23,1 punti a gara di scarto più del parametro-standard per le gare di trotto. I trottatori più forti, per dare sale alla gara e pungolare gli scommettitori, come si sa partono infatti 20 metri dietro gli altri.
E’ questo il solco che fa grande Siena e piccolo il campionato, dove non spunta all’orizzonte un’antagonista credibile. Come lo era la scorsa stagione la Virtus Bologna, grazie a un valore individuale sulla carta superiore, senza riuscire però a esprimerlo. Non è certo Caserta, squadra divertente, ben allenata, con un paio di individualità notevoli, o la tetragona Milano, che – senza convincere – vince ormai da parecchie giornate. Non sono queste avversarie che possono far tremare gli imbattibili senesi, sconfitti una sola volta. E la stessa gara interna col Barcellona credo fosse una “verità bugiarda”, molto più veritiero sarà il ritorno con un Lavrinovic ben diverso da quello al rientro da un lungo stop per problemi alla schiena.
Ma veniamo all’assunto: la modernità della Mens Sana e al tempo stesso il suo punto critico (solo negli scontri alti in Eurolega, come si è visto, al centro della ciambella d’oro spunta a volte un buco nel mezzo) vengono confermati dall’analisi statistica – un vero e proprio viaggio nel pianeta di recordland – quando si arriva alla voce rimbalzi.
In particolare: 8° posto nei rimbalzi difensivi, 14° in quelli offensivi, 12° nei rimbalzi totali. Per un basket ancorato a concetti di staticità, il ruolo di pivot diventato via via il centro e il n.5, questo dato sarebbe considerato elemento di mediocrità, se non di debolezza. Ma fortunatamente il campionato italiano, se nel complesso non è molto progredito, possiede una punta di vera modernità proprio nel Pianigiani-game. Quel gioco che definisco all’italiana e che significa qualità e livello internazionale. Se Benjamin Eze non coniuga le sue doti atletiche con progressi tecnici e di personalità, in fondo anche questa (presunta?) debolezza alla fine diventa una forza: sviluppa un senso di gruppo, di partecipazione, sapendo l’onesta corale del rimbalzo senese far leva su altre cose. Ad esempio – altro record – la selezione di tiro, con ben 5 giocatori fra i primi 15 come percentuali di riuscita!
Chiudo ricordando che la Mens Sana è in serie positiva da 31 gare (10 di regular season 2008-2009, 10 di playoff e le 11 di questa stagione), non perde in casa da 54 partite (ultima sconfitta il 30 maggio 2007, 74-88 con Roma, quindi fanno due anni e mezzo) e potrebbe battere il record di Varese che ne ha 67.
Nella statistica individuale questo il piazzamento dei senesi dopo 11 gare: Media punti, 11° Lavrinovic, 20.27; Punti per minuto: 1° Lavrinovic, 0,715; Valutazione: 4° Lavrinovic, 19,75; Valutazione al minuto: 1° Lavrinovic, 0,919¸Tiro da 2: 8° Lavrinovic, 64%; Tiro da 3: 7° Sato, 46,5%; Tiri Totale: 10° Hawkins, 52,48; Tiri liberi: 1° Sato, 94,12 (32/34); Rimbalzi difensivi: 14° Stonerook, 4; Rimbalzi offensivi: 26° Lavrinovic, 1,75; Rimbalzi Totale: 35° Sato, 4,55; Rimbalzi al minuto: 28° Lavrinovic, 0,206; Palle Perse: 1° McIntyre 2,80, Palle Recuperate: 3° Hawkins, 3; Assist: McIntyre, 3,80; Assist al minuto: McIntyre, 0,164; Falli fatti: 24° Stonerook, 3,18; Falli Subiti: 30° Sato, 3,45.
Oscar segnalati da www.ilcittadinoonline.it
Primo quintetto: T.McIntyre (Mps), G.Neal (Benetton), P.Aradori (Biella), K.Lavrinovic (Mps), E.Williams (Scavolini)
Secondo quintetto: D.Brown (Avellino), E.Rowlands (Cremona), R.Sato (Mps), D.Hawkins (Mps), G. Brunner (Montegranaro)
Terzo quintetto: G.Poeta (Teramo), I.Jaaber (Lottomatica), D.Moss (Virtus Bologna), CJ Wallace (Benetton), Troutman (Avellino),
MVP: Pietro Aradori (Biella)
Allenatore: Simone Pianigiani (Mps)
Miglior italiano: P.Aradori (Biella). Menzione speciale: L.Bechi (Biella), C.Pancotto (Avellino), S.Sacripanti (Caserta), F.Vitucci (Benetton), A.Capobianco (Teramo)
Matricola italiana: A.Gentile (Benetton), N.Martinoni (Varese)
Miglior 6° uomo: K.Lavrinovic (Mps)
Quintetto italiano: G.Poeta (Teramo), F.Di Bella (Caserta), R.Mordente (Armani), P.Aradori (Biella), V.Amoroso (Teramo); 6° uomo: pm M.Bulleri (Armani) e Michelori (Caserta)
Leadership: S.Stoonerok (Mps)
Propulsione: T.McIntyre (Mps)
Difesa: R.Sato (Mps)
Impatto immediato: K.Lavrinovic (Mps)