di Enrico Campana
SIENA. La vicenda (o il caso?) di Moss, accusato di stupro da una hostess della Lufthansa al termine di una notte brava in quel di Firenze, mi obbliga a tornare alla mia attività di cronista, da sempre molto amata. Ma prima del “fattaccio” – che reca un senso di spiacevolezze, di opacità, di imbarazzo nel momento in cui il basket uscito male dall’estate delle nazionali sta promuovendo la nuova stagione, vedi la caccia agli abbonati e alle risorse che sono sempre minori – sarà giusto darvi conto della spicciola cronaca cestistica.
Siena ha dunque messo in bacheca l’ennesima Supercoppa. La proporzione della vittoria col suo fedele “Vassallo”(parlo della Virtus Bologna, quando si dice l’esaltazione dei numeri due…) è del tutto uguale a quella degli anni scorsi. Nel suo primo (arciscontato) atto ufficiale la Spaghetti League ribadisce l’inguaribile gattopardismo (ahinoi intervenuto, frutto dal nuovo management proveniente da una cultura diversa da quella sportiva artefice del primo e secondo boom di questo sport), il cui slogan potrebbe essere la famosa frase del libro di Tomasi di Lampedusa che spiega – esaltandolo – il trasformismo italiano: “Tutto cambia perché nulla cambi”.
Domenica 17, con la Mps in trasferta a Cremona, comincerà invece un campionato che potrebbe raggiungere una maggior intensità solo se Milano e Benetton, e soprattutto i rispettivi coaches, coglieranno il bisogno generale di cambiamento. Credo, se il fiuto (cronistico) non mi tradisce, che potrebbe incidere però sorprendentemente anche quella guerra fredda strisciante fra Siena e Milano, ovvero il nuovo e antico potere di questo sport.
Una guerra fredda che, come già raccontato in una puntata precedente, cova da tempo sotto la cenere e prevede anche l’arruolamento di alcuni scribi, a titolo di passione e non solo. Uno di questi avrebbe raccontato addirittura di essere stato ingaggiato per fare le pulci al sottoscritto…Troppo onore, mi diverto (la cosa infatti più che scorretta è davvero umoristica…) a registrare che il basket è diventato anche questo.
Le partite le vincono le squadre, i giocatori, gli allenatori e magari, per quanto attiene alla Spaghetti League, anche la casta arbitrale che ha fatto il diavolo a quattro per avere un proprio presidente e poi l’ha lapidato, per cui si ricomincia con un commissario. Uno, con tutto il rispetto per Vittorio (il caro Smiroldo, anche lui guarda caso un gattopardo siculo..) con la c minuscola, quando ci sarebbe bisogno ad esempio una figura come quello della Mobile di Firenze che a tempo di record ha avviato le indagini sul presunto stupro. Fortuna vuole, tornando alla nostra rubrica, che per gli “onesti dissenzienti”, che non sono altro che buoni cronisti, oltre il Gulag psicologico non ci sia anche quello fisico e che il cittadino, come faceva il vecchio contadino prussiano, possa confidare sulla magistratura.
Per finire questo excursus, il giorno 20 parte l’Eurolega col girone più facile che si potesse desiderare per la Mps del dopo McIntyre-Sato-Eze, e quindi la squadra di Simone Pianigiani potrà arrivare al top per le Top 16, dove l’anno scorso “toppò” cedendo il passo a due squadre, Real Madrid e Maccabi, che videro le Final Four col binocolo. Cosa capitata peraltro 5 volte su 6 a Siena nelle ultime edizioni. I due posti delle qualificazioni sono stati conquistati da due italiani, uno dei quali belga, Sergio Scariolo col suo Khimki Mosca (2-0 ai francesi del Le Mans) e Giovanni Bozzi col suo Charleroi (70 pari e 81-77 contro l’Alba Berlino), mentre il terzo italiano in gara, Pino Sacripanti, non ha avuto fortuna con la sua Caserta tanto, che dopo il deludente ko coi russi ha licenziato il pivot nigeriano.
Caso Moss. Questi gli elementi “probatori”. Moss e l’hostess si conoscono durante il volo Monaco-Lufthansa, al termine del torneo in Polonia nel quale l’americano è stato il miglior giocatore. I due si ritrovano (casualmente, versione senese) in una discoteca del centro la notte stessa. Si conosco no meglio, lui si offre di accompagnarla in auto. La hostess vuole salire sul sedile posteriore (non vi sembra strano? non era forse alterata?). Conoscenza carnale nell’auto del giocatore, posteggiata a due passi da Piazza della Signoria, in pieno centro, in una notte piovosa. Portiere bloccate, lei però si libera, raggiunge gli amici alla discoteca che l’accompagnano al pronto Soccorso dell’Ospedale di Careggi. I medici riscontrano escoriazioni alle parti intime e la prognosi di 5 giorni fa scattare d’ufficio l’indagine di Polizia, per cui il caso passa alla Mobile che si precipita a Siena, perquisisce la casa del giocatore e gli sequestra l’auto per gli esami del caso.
La Mps non scarica Moss, non si fa prendere in contropiede, emette un comunicato nel quale dichiara di essere stata tempestivamente informata dal giocatore stesso il cui legale offre una versione speculare: “Non è vero niente, è stata proprio lei (la hostess) ad avvicinarlo prima sull’aereo e poi nel locale si è ripetuta con atteggiamenti che non lasciavano dubbi”.
Caso già complicato dalle rispettive nazionalità, i consolati sono al lavoro. Vedremo se la hostess si costituirà parte civile e ricorrerà ad eventuali testimonianze. Chi sale sull’aereo ha il posto prenotato, non è difficile risalire alle persone che potrebbero aver ascoltato le avances di cui parla l’avvocato senese di Moss.
Le versioni, ripeto, sono speculari, ma una cosa combacia nelle rispettive versioni: in quell’auto si è fatto sesso. E a farlo in un auto parcheggiata in strada, si rischia una denuncia per atti osceni in luogo pubblico. Inoltre a quell’ora, le 3 e mezza di notte, uno sportivo e una hostess che l’indomani deve riprendere servizio non dovrebbero mai starci. Altra cosa certa le escoriazioni, quindi non si parla di lesioni. A parte la ricostruzione dell’approccio fatale, che sarà già un tassello fondamentale, per la soluzione del caso, si ricorrerà dunque alle perizie. Lo stupro (cito lo Zingarelli) è un atto sessuale imposto con la violenza, ma ci sono anche amanti focosi e dotati (a proposito: il soprannome di Moss è The Cat, il gatto per la zampata felina…), di prime volte, e circostanze particolari.
Certamente Siena, un club dotato di un apparato di vigilanza perfetto, forte di un regolamento interno ferreo, si è trovata suo malgrado sulle prime pagine dei giornali, e il basket è partito ufficialmente con titoli “promozionali” del tipo “Siena, Moss accusato di stupro” (Repubblica, pag.58 domenica 10 ottobre), e del “fattaccio” hanno parlato anche le Tv. Non è una buona pubblicità per l’immagine di uno sponsor, per la gloriosa società, men che meno per una banca sponsor che finanzia il basket con denaro pubblico.
A proposito di Tv e di immagine: sarà un caso (o una questione di imbarazzo), ma Ferdinando Minucci per la prima volta non ha alzato la coppa, idem Pianigiani, come ho notato nel servizio di telegiornale sport di Italia1 del lunedì. Ha voluto prendere un distacco netto? Il giocatore che ha segnato 10 punti contro la sua ex squadra, ha già in tasca il foglio di via a prescindere? Si aspetta solo il rientro in squadra di Hairston? Certi sviluppi, credo, siano scontati, anche perché metti il caso pratico e malaugurato di una conferma dell’accusa: giocando in Eurolega qualche paese potrebbe eccepire che un giocatore condannato per questi reati non può entrare. In Italia il regolamento delle federazioni sportive non prevede sanzioni particolari, e sarebbe l’ora di adeguarlo e non per il caso Moss.
Queste storie si ripetono puntualmente ogni stagione nel basket, capitano anche nelle migliori famiglie. L’anno passato la Benetton licenziò il suo miglior tiratore pescato in una discoteca di Milano con i colleghi dell’Armani, ben più grave del pivot usa di Avellino al centro di un episodio analogo a quello di Moss. E ancora più su, addirittura Kobe Bryant, il numero uno della NBA, ha dovuto risarcire la cameriera che l’aveva accusato di stupro con un assegno milionario e per fare pace con la moglie ha dovuto regalarle un gioiello costoso quando un jet privato. Il caso Moss potrebbe essere più affine a quello di Tiger Woods, forse dovuto all’esuberanza (diciamo così). Certo è che il matrimonio fra Moss e Siena è davvero contrastato. Due anni fa Siena lo acquistò con un triennale operosissimo, 1,6 milioni di euro, pochi giorni dopo fu ceduto (e mai ho capito il perché) in prestito all’amica Virtus, che però l’ha rispedito a fine campionato al mittente sotto il peso di critiche della stampa bolognese. Frequentava troppo le discoteche. All’ultimo momento, coi problemi fisici di Hairston Siena gli ha dato fiducia, il suo inserimento stava andando a meraviglia quando è scoppiata questa brutta storia. Si tratta di una spada di Damocle molto scomoda. La Mps però ha un apparato molto forte, oltre alla squadra più forte, fino a prova contraria le conviene difendere il giocatore: sul piano pratico alleggerirà enormemente il contratto in essere e, se l’accusa venisse provata, dovrebbe addirittura essere risarcita dai danni, dopo averlo licenziato.
Giustamente, come ha scritto nel comunicato, la Mps “segue l’evoluzione della vicenda in attesa di ulteriori sviluppi”. Il gruppo di Siena è sano, credo che scatterà adesso un coprifuoco generale in attesa che la tempesta sia passata. E conoscendo l’accuratezza e il suo pragmatismo in materia di etichetta e condotta morale di “Mister president”, credo che scatterà persino la proibizione di parlare con le hostess durante le trasferte e, nel caso di voli privati, richiederà vecchie hostess come in certe compagnie british. E proibirà anche l’uso di sinonimi moderni, per cui l’arcaica “entrata” non potrà più essere definita “percussione” o “penetrazione” nelle cronache giornalistiche…
SIENA. La vicenda (o il caso?) di Moss, accusato di stupro da una hostess della Lufthansa al termine di una notte brava in quel di Firenze, mi obbliga a tornare alla mia attività di cronista, da sempre molto amata. Ma prima del “fattaccio” – che reca un senso di spiacevolezze, di opacità, di imbarazzo nel momento in cui il basket uscito male dall’estate delle nazionali sta promuovendo la nuova stagione, vedi la caccia agli abbonati e alle risorse che sono sempre minori – sarà giusto darvi conto della spicciola cronaca cestistica.
Siena ha dunque messo in bacheca l’ennesima Supercoppa. La proporzione della vittoria col suo fedele “Vassallo”(parlo della Virtus Bologna, quando si dice l’esaltazione dei numeri due…) è del tutto uguale a quella degli anni scorsi. Nel suo primo (arciscontato) atto ufficiale la Spaghetti League ribadisce l’inguaribile gattopardismo (ahinoi intervenuto, frutto dal nuovo management proveniente da una cultura diversa da quella sportiva artefice del primo e secondo boom di questo sport), il cui slogan potrebbe essere la famosa frase del libro di Tomasi di Lampedusa che spiega – esaltandolo – il trasformismo italiano: “Tutto cambia perché nulla cambi”.
Domenica 17, con la Mps in trasferta a Cremona, comincerà invece un campionato che potrebbe raggiungere una maggior intensità solo se Milano e Benetton, e soprattutto i rispettivi coaches, coglieranno il bisogno generale di cambiamento. Credo, se il fiuto (cronistico) non mi tradisce, che potrebbe incidere però sorprendentemente anche quella guerra fredda strisciante fra Siena e Milano, ovvero il nuovo e antico potere di questo sport.
Una guerra fredda che, come già raccontato in una puntata precedente, cova da tempo sotto la cenere e prevede anche l’arruolamento di alcuni scribi, a titolo di passione e non solo. Uno di questi avrebbe raccontato addirittura di essere stato ingaggiato per fare le pulci al sottoscritto…Troppo onore, mi diverto (la cosa infatti più che scorretta è davvero umoristica…) a registrare che il basket è diventato anche questo.
Le partite le vincono le squadre, i giocatori, gli allenatori e magari, per quanto attiene alla Spaghetti League, anche la casta arbitrale che ha fatto il diavolo a quattro per avere un proprio presidente e poi l’ha lapidato, per cui si ricomincia con un commissario. Uno, con tutto il rispetto per Vittorio (il caro Smiroldo, anche lui guarda caso un gattopardo siculo..) con la c minuscola, quando ci sarebbe bisogno ad esempio una figura come quello della Mobile di Firenze che a tempo di record ha avviato le indagini sul presunto stupro. Fortuna vuole, tornando alla nostra rubrica, che per gli “onesti dissenzienti”, che non sono altro che buoni cronisti, oltre il Gulag psicologico non ci sia anche quello fisico e che il cittadino, come faceva il vecchio contadino prussiano, possa confidare sulla magistratura.
Per finire questo excursus, il giorno 20 parte l’Eurolega col girone più facile che si potesse desiderare per la Mps del dopo McIntyre-Sato-Eze, e quindi la squadra di Simone Pianigiani potrà arrivare al top per le Top 16, dove l’anno scorso “toppò” cedendo il passo a due squadre, Real Madrid e Maccabi, che videro le Final Four col binocolo. Cosa capitata peraltro 5 volte su 6 a Siena nelle ultime edizioni. I due posti delle qualificazioni sono stati conquistati da due italiani, uno dei quali belga, Sergio Scariolo col suo Khimki Mosca (2-0 ai francesi del Le Mans) e Giovanni Bozzi col suo Charleroi (70 pari e 81-77 contro l’Alba Berlino), mentre il terzo italiano in gara, Pino Sacripanti, non ha avuto fortuna con la sua Caserta tanto, che dopo il deludente ko coi russi ha licenziato il pivot nigeriano.
Caso Moss. Questi gli elementi “probatori”. Moss e l’hostess si conoscono durante il volo Monaco-Lufthansa, al termine del torneo in Polonia nel quale l’americano è stato il miglior giocatore. I due si ritrovano (casualmente, versione senese) in una discoteca del centro la notte stessa. Si conosco no meglio, lui si offre di accompagnarla in auto. La hostess vuole salire sul sedile posteriore (non vi sembra strano? non era forse alterata?). Conoscenza carnale nell’auto del giocatore, posteggiata a due passi da Piazza della Signoria, in pieno centro, in una notte piovosa. Portiere bloccate, lei però si libera, raggiunge gli amici alla discoteca che l’accompagnano al pronto Soccorso dell’Ospedale di Careggi. I medici riscontrano escoriazioni alle parti intime e la prognosi di 5 giorni fa scattare d’ufficio l’indagine di Polizia, per cui il caso passa alla Mobile che si precipita a Siena, perquisisce la casa del giocatore e gli sequestra l’auto per gli esami del caso.
La Mps non scarica Moss, non si fa prendere in contropiede, emette un comunicato nel quale dichiara di essere stata tempestivamente informata dal giocatore stesso il cui legale offre una versione speculare: “Non è vero niente, è stata proprio lei (la hostess) ad avvicinarlo prima sull’aereo e poi nel locale si è ripetuta con atteggiamenti che non lasciavano dubbi”.
Caso già complicato dalle rispettive nazionalità, i consolati sono al lavoro. Vedremo se la hostess si costituirà parte civile e ricorrerà ad eventuali testimonianze. Chi sale sull’aereo ha il posto prenotato, non è difficile risalire alle persone che potrebbero aver ascoltato le avances di cui parla l’avvocato senese di Moss.
Le versioni, ripeto, sono speculari, ma una cosa combacia nelle rispettive versioni: in quell’auto si è fatto sesso. E a farlo in un auto parcheggiata in strada, si rischia una denuncia per atti osceni in luogo pubblico. Inoltre a quell’ora, le 3 e mezza di notte, uno sportivo e una hostess che l’indomani deve riprendere servizio non dovrebbero mai starci. Altra cosa certa le escoriazioni, quindi non si parla di lesioni. A parte la ricostruzione dell’approccio fatale, che sarà già un tassello fondamentale, per la soluzione del caso, si ricorrerà dunque alle perizie. Lo stupro (cito lo Zingarelli) è un atto sessuale imposto con la violenza, ma ci sono anche amanti focosi e dotati (a proposito: il soprannome di Moss è The Cat, il gatto per la zampata felina…), di prime volte, e circostanze particolari.
Certamente Siena, un club dotato di un apparato di vigilanza perfetto, forte di un regolamento interno ferreo, si è trovata suo malgrado sulle prime pagine dei giornali, e il basket è partito ufficialmente con titoli “promozionali” del tipo “Siena, Moss accusato di stupro” (Repubblica, pag.58 domenica 10 ottobre), e del “fattaccio” hanno parlato anche le Tv. Non è una buona pubblicità per l’immagine di uno sponsor, per la gloriosa società, men che meno per una banca sponsor che finanzia il basket con denaro pubblico.
A proposito di Tv e di immagine: sarà un caso (o una questione di imbarazzo), ma Ferdinando Minucci per la prima volta non ha alzato la coppa, idem Pianigiani, come ho notato nel servizio di telegiornale sport di Italia1 del lunedì. Ha voluto prendere un distacco netto? Il giocatore che ha segnato 10 punti contro la sua ex squadra, ha già in tasca il foglio di via a prescindere? Si aspetta solo il rientro in squadra di Hairston? Certi sviluppi, credo, siano scontati, anche perché metti il caso pratico e malaugurato di una conferma dell’accusa: giocando in Eurolega qualche paese potrebbe eccepire che un giocatore condannato per questi reati non può entrare. In Italia il regolamento delle federazioni sportive non prevede sanzioni particolari, e sarebbe l’ora di adeguarlo e non per il caso Moss.
Queste storie si ripetono puntualmente ogni stagione nel basket, capitano anche nelle migliori famiglie. L’anno passato la Benetton licenziò il suo miglior tiratore pescato in una discoteca di Milano con i colleghi dell’Armani, ben più grave del pivot usa di Avellino al centro di un episodio analogo a quello di Moss. E ancora più su, addirittura Kobe Bryant, il numero uno della NBA, ha dovuto risarcire la cameriera che l’aveva accusato di stupro con un assegno milionario e per fare pace con la moglie ha dovuto regalarle un gioiello costoso quando un jet privato. Il caso Moss potrebbe essere più affine a quello di Tiger Woods, forse dovuto all’esuberanza (diciamo così). Certo è che il matrimonio fra Moss e Siena è davvero contrastato. Due anni fa Siena lo acquistò con un triennale operosissimo, 1,6 milioni di euro, pochi giorni dopo fu ceduto (e mai ho capito il perché) in prestito all’amica Virtus, che però l’ha rispedito a fine campionato al mittente sotto il peso di critiche della stampa bolognese. Frequentava troppo le discoteche. All’ultimo momento, coi problemi fisici di Hairston Siena gli ha dato fiducia, il suo inserimento stava andando a meraviglia quando è scoppiata questa brutta storia. Si tratta di una spada di Damocle molto scomoda. La Mps però ha un apparato molto forte, oltre alla squadra più forte, fino a prova contraria le conviene difendere il giocatore: sul piano pratico alleggerirà enormemente il contratto in essere e, se l’accusa venisse provata, dovrebbe addirittura essere risarcita dai danni, dopo averlo licenziato.
Giustamente, come ha scritto nel comunicato, la Mps “segue l’evoluzione della vicenda in attesa di ulteriori sviluppi”. Il gruppo di Siena è sano, credo che scatterà adesso un coprifuoco generale in attesa che la tempesta sia passata. E conoscendo l’accuratezza e il suo pragmatismo in materia di etichetta e condotta morale di “Mister president”, credo che scatterà persino la proibizione di parlare con le hostess durante le trasferte e, nel caso di voli privati, richiederà vecchie hostess come in certe compagnie british. E proibirà anche l’uso di sinonimi moderni, per cui l’arcaica “entrata” non potrà più essere definita “percussione” o “penetrazione” nelle cronache giornalistiche…