di Enrico Campana
SIENA. Si farà, non si farà questo palasport – o meglio il “palamontepaschi” secondo la dizione letta su un documento FIBA – da 10-11 mila posti? Rimango al (sopito?) dibattito del consiglio comunale, e alla mia proposta di un bel referendum mirato su 2-3 cose importanti per la città, così da evitare scontri fratricidi monotematici e coinvolgere il più possibile la gente, magari col sondaggio preventivo dei rappresentanti di quartiere . Si potrà così superare il solito barboso discorso di “caste & costi”
Voglio tranquillizzare gli amici senesi che seguono la squadra in trasferta, specie in questo periodo di crisi economica, anche se il costo degli abbonamenti è notoriamente ra i più bassi del basket per uno spettacolo sportivo d’alto livello in genere, a ogni latitudine. Per quest’anno non sono previste migrazioni settimanali a Bologna al seguito dell’”amata Mensana” per le partite di coppa.
Dallo screening del sito e dei comunicati ufficiali del board dell’Eurolega di questo martedì e mercoledì a Barcellona non c’è traccia del diktat di un anno fa, e forse il Commissioner e il suo consiglio hanno capito che i tempi non sono maturi, e magari chi ha la squadra non ha il palazzo o viceversa, come l’Alba Berlino, il basket di Parigi e così via.- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } –>
Certamente il progetto non è stato rinfoderato, ma tenuto sotto traccia, non è stato trattato nei comunicati né dalla stampa.. “Ho verificato – questa la precisazione di un delegato presente ai lavori al quale abbiamo chiesto lumi sull’argomento – per la capienza degli impianti per poter partecipare all’eurolega e questo partirà dal 2012. Poi sicuramente ci saranno delle deroghe per chi avrà iniziato i lavori e quindi a regime,se la legge terrà veramente (cosa di cui dubito), si andrebbe a regime dal 2013”. Ci sono evidentemente altre priorità. Prima di edittare palasport da 10 mila posti obbligando anche i club a riempirli per l’80 per cento in abbonamento, si è capito forse che bisogna partire dalle fondamenta e non dal tetto. E, quindi, sarà utile considerare questi 4 capitoli: 1) equilibrio economico fra i club, 2) garanzie, 3) maggior livello tecnico delle squadre, 4) concorrenza NBA se è vero che anche quest’anno di magra, a parte i piccoletti, sono stati scelti una decina di giocatori dell’area continentale, e “vengono buoni” ormai anche gli Jerebko.
Siccome il capo, Bartolomeo I°, è un gran furbo, il più furbo di tutti i furbi, ha dettato alla fine del meeting un comunicato stampa nel quale si spacciano lucciole per lanterne. Appena uno legge che parte una “riforma immediata” allo scopo di “creare una competizione più dinamica e moderna e sviluppare un mercato competitivo, e dare stabilità” s’immagina di vedere che la NBA ha deciso di sbarcare in Europa, di fare una joint venture col basket in salsa catalana. O, per non andare lontano da Barcellona, di vedere qualcosa di simile al progetto con cui i madrileni hanno dato scacco all’Italia e alla Cina nell’assegnazione ai mondiali, e cioè un progetto in grado di cooptare i vari governi nazionali, la grande industria europea, ma la tecnica Uleb è lo stesso di un altro catalano, Ferran Adrià, il più furbo fra i furbi degli chef, il quale ti fa pagare un pranzo con cibo sifonato 300 euro, per correre al primo McDonald’s e mettere qualcosa sotto i denti.
Se mando una e-mail alla FIBA, ti rispondono dopo 5 minuti, ed è una festa lavorare con loro. Ti senti dentro il basket, sto aspettando invece da quasi un anno che mi diano lumi su questo piano palasport (attenadance), e sulla comunicazione gli italiani, a cominciare da Siena, gli fa scuola. Cliccare Eurolega, sembra, è meno divertente che andare a leggere quel che scrivono a Firenze i tifosi del Gruppo Guelfo anche in B-2. Ho dato un’occhiata al sito dell’Eurolega, giusto per vedere se almeno curano l’informazione spicciola, essendo la grafica già tragica, i colori spenti, basterebbe almeno un jingle, una musichetta di benvenuto, per ravvivare l’atmosfera. Non ci crederete, ma cliccando “All the final four 1988-2008”, non si trova nemmeno l’aggiornamento della squadra che ha vinto l’ultima coppa europa!. Comico… E che dire, poi, della rappresentatività nazionale? Nel programma, alla voce prequalifiche, non ho trovato la nazionalità delle squadre né le date degli incontri, e ho dovuto chiamare Treviso. Ma forse è già tanto che gli abbiano dato il contentino di essere lì, con questo spirito 16 paesi rappresentati non danno l’immagine di un grande movimento continentale.
Credo dunque che, tornando alla regola degli impianti, Siena per prima capisca di uscire da questo equivoco. Non gli conviene stare al gioco di Bartolomeo I°, ma forte delle sue credenziali, del suo progetto, fare corsa su se stessa, senza raccontare “il palazzo siamo obbligati a farlo”. Un palazzo è sempre un immobile, è un investimento commerciale, se gestito bene. Credo proprio che alla fine passerà questa logica perché il coordinatore della candidatura italiana ai mondiali, il dottor Massimo Cilli, si incontrerà presto con i vertici della Fondazione e della Mens Sana per portare una bella notizia che potrà essere la scintilla dell’operazione.
Sarà forse una riparazione alla scelta di dare alla Spagna il mondiale, sarà che Siena (la Fondazione) ha investito molto e qualcosa deve tornargli, so per certo che l’illustre messo arriverà nella città del Palio con la delega per l’organizzazione del prossimo mondiale di club fra il 2010 e il 2011. L’unico dubbio, da quel che ho capito, non sarà più il nuovo Palasport, quello si farà, ma il nome della formazione NBA. Siena pretende ovviamente la squadra campione, gli americani c’hanno l’anello, noi mica c’abbiamo l’anello al naso…