SIENA. Altro che gli assist “no look” di T-Mac (T sta per Train, il treno e non l’autocorriera senese con la quale viaggio spesso…) la mano vellutata di Kaukenas, la corazza d’acciaio di Stonerook, il gioco tridimensionale di Simone Pianigiani, gioco preso ad esempio nei giorni scorsi da Bogdan Tanjevic, ex CT azzurro, slavo e oggi dell’Ulker, il quale da un pulpito alto ha detto le stesse modeste cose che vado affermando e scrivendo da due anni. I giocatori sono la causa, il gioco che il coach esprime col loro contributo è l’effetto, tutto il resto – marketing docet – è una giustificazione di mercato.
Questo concetto “meritocratico” è mutuato pari pari dallo sport e lo dimostra la sua massima espressione il calcio: difatti i soli 3-4 club che possono permettersi i migliori giocatori hanno blindato lo scudetto. Berlusconi è l’indiscusso re del marketing, però, per vincere ha bisogno dei fuoriclasse Kaka e Beckam. Altrimenti il marketing sarebbe il fiocco di una delusione popolare. E quindi per il “chi più spende meglio spende”, anche la Mps basket fa onore a questo aforisma consumistico. E’ ormai lontana la lunga stagione di “pianto greco”. Questo grazie al suo abile presidente-pubblicitario e all’amore di neofiti tifosi quali i signori di Piazza Salimbeni e Palazzo Sansedoni.
Calcio a parte, anche se in qualche caso il budget mensanino è simili a quelli di alcuni club di A e di B (i quali però godono di grandi contratti Tv), la Mps è certamente il club più ricco e invidiato di tutto lo sport professionistico italiano a squadre.
Siamo finalmente entrati in possesso dei bilanci dei club cestistici, e fra i tanti record della Mps c’è anche quello – come abbiamo raccontato – di un costo d’esercizio che lievitando di anno in anno è vicino ai 17 milioni di euro, contro incassi inferiori al milione nella stagione relativa.
E sarà ancora così. Dopo 8 gare casalinghe di “regular season”, s’è registrato infatti – dicono le tabelle della Lega Basket – un aumento nelle presenze (3° posto con 5.299 spettatori di media, l’anno scorso 5.285), grazie alla politica-prezzi “populistica” incentivante (e non dimentichiamo mai: il gioco spettacolare, o lo spettacolo del gioco!), ma negli incassi è solo 10.a o sest’ultima, peraltro in buona compagnia (Milano e Treviso) con 34.877 euro di media (l’anno scorso 36.844), inferiore però alla media dell’intera A è di 42.393). Ma lontanissima dalla Virtus Bologna, l’unico club che fa pagare il basket alla stregua del teatro o di un concerto. E lì è davvero sei dentro uno spettacolo.
Qui, nella forbice fra costi e ricavi, nella forbice fra investimenti e ritorno su un prodotto quale il basket, che non tira fra i giovani come la NBA, sta l’”unicum senesis”. Di che si tratta? Della grande abilità di Siena, la risposta della sua passione antica per la “palla al balzello” (e che mai si pensi e peggio si dica o scriva… il balzello sulla palla…), che data alla nascita del Futurismo e di Marinetti. E ovviamente la grandezza della Banca che dal 1472, 20 anni prima che Colombo scoprisse l’America, finanziava papi e imperatori e mai avrebbe pensato di fare lo stesso 6 secoli dopo con lo sport. Mi ricordo che quando giunsi a Siena negli Anni Settanta, il Provveditore del Monte e il sindaco di Siena, Mazzoni Della Stella, mi spiegarono che il Monte poteva far oscillare di 80-100 lire il dollaro, allora la più grande economia mondiale. Non so se sia ancora così, ma dalle cifre investite immagino che non possa essere che così, e lo scrivo a nome di numerosi “piccoli azionisti”.
Le vittorie vengono ascritte al “Sistema Siena”, non ai giocatori e al coach, un ragionamento pericoloso al quale è ricorso anche Gianni Petrucci dopo le Olimpiadi, alienandosi i favori della politica. Giova ricordare che lo stato dispensa al CONI 460 milioni all’anno più vari contributi per i cosiddetti “eventi speciali”, come i mondiali di ciclismo e quelli di nuoto. E recentemente ha dispensato, in momenti di crisi economica ,anche altri aiuti, leggi i proventi delle macchinette da gioco. Nel tentativo di incorniciare quel che lui ha definito i suoi 10 anni di successi, Petrucci si è spinto all’azzardo. Se già però è difficile passargli senza opinare l’affermazione che l’Italia dello sport è davanti a Francia e Spagna, pecca d’ingratitudine e stile nei confronti dei suoi finanziatori (di sinistra e centrodestra), dicendo che “l’Italia dello sport è fra i primi 10 paesi al mondo, ben diversamente dall’economia del paese”.
A proposito di Siena, ho letto che la rivista della FIBA (federazione internazionale buonisti associati) ha dedicato un servizio ai successi della Mps, con questo inciso: “Siamo ancora pronti per vincere, sempre giocando col nostro Siena System”. Una bella frase del presidente-pubblicitario, che fa marketing, ma che andrebbe analizzata stabilendo certi parametri di spesa sulla città e sul range dello sport e il conto economico; se un club incassa infatti il 10 per cento di quel che spende, il concetto di economia è molto estensivo, e si entra nella finanza.
Questa frase del “Sistema Siena” l’abbiamo poi letta anche sul dossier che il Giornaleil Sistema Siena ha dimostrato di tenere”. Nella dialettica civica le è stato risposto che questa tenuta invece è segnata di crepe, avendo la Fondazione MPS stanziato 15 milioni per l’economia locale in crisi. ha dedicato a Siena, anche se stavolta in italiano e si capisce che è lo slogan (vincente?) di un gioco di squadra. Daniela Bindi assessore alle Attività Produttive di Siena sostiene fra virgolette che <!– @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm“il Sistema Siena ha dimostrato di tenere”. Nella dialettica civica le è stato risposto che questa tenuta invece è segnata di crepe, avendo la Fondazione MPS stanziato 15 milioni per l’economia locale in crisi.
Ecco che a livello di comunicazione, nel basket, giustificare un budget-record in un bollettino internazionale, diffuso in molti paesi dove la banca ha sportelli e clienti, fa marketing; ma meglio sarebbe stare sotto traccia, quando l’economia soffre. E non mescolare “sacro e profano”, e cioè la difficile economia civica e il marketing sportivo.
In ogni caso, gli 007 di tutte le nazioni sono già al lavoro perché, in effetti, questo Sistema – rigorosamente con la S maiuscola – altro non sarebbe che la realizzazione di una visione spaziale. C’era molti anni fa anche lo spazialismo, una corrente pittorica di successo dissoltasi con il Sessantotto, che torna di moda grazie al basket-spaghetti, grazie alla grande campagna pubblicitaria che raffigurava la Mens Sana al centro di un sistema solare attraversato da tanti satelliti. Una campagna che non lasciava dubbi: “Noi siamo di un altro pianeta”.
E questo in ogni campo d’attività del Sistema, quasi un indottrinamento anche sui ragazzi che noto scorrendo i risultati della squadra allievi che ha inflitto 154 punti ai “cugini”di Monteroni.
Ah, per analogia, un club texano ha licenziato il coach della squadra femminile – che aveva battuto 100-0 la squadra avversaria – ritenendo sconveniente il risultato.
