di Enrico Campana
SIENA. Tutti gli sport sono considerati di genere maschile, il calcio, il tennis, il volley e anche il basket la cui storia italiana porta a Siena, dal 1907 ad oggi, e ci permette forse di capire e apprezzare quella declinazione al femminile. Nel saggio sociologico dedicato dall’Università di Siena al successo di questo sport è mancante un capitolo sul “contributo femminile”, oggi assurto a massima responsabilità proprio nel caso della senese promotrice del libro, la presidentessa di ferro dello storico Costone. Quella Patrizia Morbidi che dedica uno terzo della sua lunghissima giornata per gestire la benemerita polisportiva “fioretto e bastone” impugnando indifferentemente, spiega lei, lo spazzolone per aiutare nelle pulizie o la penna per firmare l’ultima rata del mutuo del palazzetto di Montechiaro, credo sui 135 mila euro all’anno.
Questa bella storia “basket & donne” comincia con la professoressa senese Nomi Pesciolini che probabilmente oltre a presentare al concorso di Venezia questa attività propedeutica alle sue allieve di ginnastica femminile, la definì “palla al balzello” italianizzata poi in “pallacanestro”.
Da quel momento in poi l’unica donna con tanto di portafogli familiare a gestire l’incarico di presidente è stata Barbara Agradi-Bandiera, presidentessa-imprenditrice che negli anni d’oro di Pavia portò il grande Oscar. Attualmente è impegnata in un’impresa per impianti di sorveglianza e depurazione, è probabile che l’ispirazione di questo ramo d’attività derivi dalla sua esperienza nel board di Lega, unica donna di sempre. Anche gli anni d’oro di Montecatini sono di una spiritosissima affascinante lady-macbeth col tacco a spillo che, sembra, grazie a un grande affare da 13 miliardi, un giocatore acquistato da un magnate per questa cifra-record, ebbe in premio dal suo uomo, il presidente, un grande albergo. Per lei avrebbero perso la testa in molti, compresi fra gli altri Sgarbi e due allenatori, corrisposti o no è affar loro. Quando calzava il tacco a spillo era irresistibile, dedicandole un’ode che lei ha incorniciato.
Ricordo una forza della natura Midia Borghi, la figlia del grande commendatore del miracolo-Ignis,, col doppio matrimonio cestistico. Quello con l’ingegner Tedeschi, primo presidente di Lega Basket e Ivan Bisson, la prima grande ala della nazionale. Donna passionale, sanguigna, travolgente nel senso buono.
Grandi tifose dei propri mariti e non delle squadre, come la supertifosa moglie di Gilberto Benetton, sono state le amabili signore Allievi e Scavolini, addette alle salmerie. “Tremenda” l’affascinante signora Premier, oggi noto avvocato che ha tentato di sbranarmi in un’aula di tribunale dopo avermi gridato le cose peggiori oltre le transenne quando, ai tempi della rosea, scrivevo del proverbiale atletismo del marito. Charmante la moglie di Giancarlo Sarti, la stilista di Ferrè. Tifosissime del marito la signora Recalcati, a volte incontenibile, idem come Marina Bianchini.
Oggi la presenza femminile nella A sta crescendo, è quasi d’obbligo per tutti la segretaria a tutto campo, diffusa e di tendenza quella dell’addetto stampa, ma le donne controllano anche le biglietterie, la logistica, i settori giovanili, ricoprono la direzione marketing (Simone Vedovato), le relazioni esterne, Internet e figurano nel consiglio come Annunziata Argo responsabile della tesoreria di Caserta, oltre a consulenze fiscali e legali.
Ma oggi marca la sua superiorità con la Mens Sana Basket che grazie alla regia di una donna con gli stivali avrebbe fatto salire pazientemente, con tenacia, il basket dentro l’ascensore che porta ai piani alti del Monte. E’ lì che vanta un incarico dirigenziale la dottoressa Rosanna Mereu. E’ quel che si dice un’operazione di potere. Ne parlo con rispetto e ammirazione, sia per averla conosciuta (anche se tanti anni fa, poche parole e sguardi eloquenti fra professionisti, niente segrete complicità…) e sia per le parole di stima che spende l’esimio professore che mi racconta di averle dato la laurea (credo in scienze economiche) assieme al marito.
Esempio, il loro, di solida inscindibile famiglia creata in stile “college americano”. I due bravi studenti universitari che hanno interessi comuni, si conoscono giovanissimi, vogliono sfondare, e fanno carriera. Un po’ – basketizzando, insomma, la storia aurea dei Clinton. Anzi, davo per scontato che la storia di questo fortunato sodalizio avesse come sbocco naturale la vice-presidenza, poltrona peraltro occupata sempre al femminile nel jumbo-staff mensanino, o la stessa presidenza visto che Ferdy ha più ruoli. Ma qui mi fermo, in un “laboratorio” dove si pesano anche le virgole e lei, la dottoressa Mereu-Minucci, è l’ultimo filtro non vorrei che mi si ricordasse “fra moglie e marito non mettere il dito…”. Credo tuttavia che questa promozione sia però sia solo questione di forma. Magari non è plausibile (o presentabile) che un dirigente del Monte sia alla vice-presidenza, ma quel che importa è la sostanza.
L’apparentemente gracile esangue ma nevrile zarina (per via degli amati stivali, a volte anche argentei) di origini sarde (nell’Oristanese ci sono dei Mereu che si occupano di basket, e il nome Rosanna è molto diffuso), con una forza mentale che dicono spacchi le montagne, sembra l’ago della bilancia di un indistruttibile (e invidiabile) sodalizio che non trova eguali nella storia del nostro sport. E che conferma l’aforisma del successo maschile: dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna.
L’importanza di Lady M. (sta per Mereu, non per la crudele shakespeariana Macbeth..) nell’escalation della Mens Sana è del resto un dato di fatto che crea una breccia del duro maschilismo senese (vedi la vicenda dell’ostracismo ocaiolo alle sue donne), e piuttosto la punta di un iceberg di un laboratorio progettuale.
Nessuno, e lo faccio io volentieri per la prima volta, ha parlato di questa vera e propria task force femminile dentro la Mens Sana- Mps con ben 9 donne a un ruolo di alta responsabilità contro la semplice segretaria di altre società, con tutto il rispetto che va a queste amabili figure, alcune divenute storiche che ancora oggi resistono, come “sua fedeltà”, la senese Olga Finetti, la garbata Lorena Rossini di Cantù o la simpatica Marilena Battisti, generosa rossa pesarese.
Le Nove (Noveschi al femminile..) sono la vicepresidente Paola Serpi, le ben tre segretarie (quella generale Olga Finetti, di presidenza Serena Macchi e in segreteria Erika Perugini), l’addetta stampa Ylenia Girolami, la responsabile della biglietteria Benedetta Collini, la responsabile delle Relazioni internazionali Johanna Brett Martin. Abbiamo poi Rosanna Mereu e la figlia Federica con la sua Best Solution, azienda di servizi marketing informatica in via di sviluppo, assieme al marito del quale sono azioniste con Ferdy.
Aneddoti?. Beh, mi hanno raccontato che ai tempi di Valerio Bianchini, vedendomi spuntare al palasport senese, la presidentessa-ombra (detto sempre con stima) faceva gli scongiuri coinvolgendo persino quella che era allora una cara amica mia dedita alla superstizione nelle sue punte estreme. Cose da circe?. Via, ci ho riso sopra. “Vedi cosa non farebbe una vera donna..”, mi sono invece detto con ammirazione.
Lo sport italiano è pieno di queste storie, spargimenti di sale (Trapattoni), incensi bruciati negli spogliatoi e riti propiziatori prima della gara, bamboline trafitte dagli spilloni. Peggio, molto peggio, plagiare gli arbitri, come è venuto fuori da Moggiopoli. La più grande religione italiana del resto nell’Italia ‘gnostica è oggi la superstizione, fa parte del nostro costume e se le vuvuzelas africane scacciano il maligno (e spaccano i timpani), del resto maghi, fattucchiere cartomanti sono al servizio anche di grandi imprenditori e politici. Che male c’è se Ferdy vuole assegnare, come raccontano, i posti a tavola, controllare le inquadrature dei servizi Tv?. Berlusconi ha dettato un codice: non lasciare nulla di intentato. Il gioco è grosso, ballano 17 milioni di euro per stagione, guai a chi non curasse ogni aspetto del successo nella società dell’immagine. Lui è un manager a 360 gradi.
Costantemente sulla tolda di comando, anche se per la verità nelle foto dei successi recenti non l’ho più vista fra quelle 30-40 persone che gioivano al Forum dopo il 5° scudetto. Sempre sottobraccio al suo grande Ferdy, sia all’ingresso al palazzo, nella postazione durante la partita, le trasferte sempre più difficili con la protezione dei body-guard, sempre insieme davanti allo spogliatoio prima della gara, e dicono di averla visto sussurrare all’orecchio del marito che poi è subito andato da Pianigiani il quale passeggiava nervosamente. Lei è anche l’ispiratrice, credo, dell’accordo con la Lega Tumori, delle attività sociali a favore degli anziani e dei pacchi-dono natalizi per gli ospedali. Uno sguardo glaciale, impenetrabile, dietro quelle lenti chanel coi brillantini. Quella brutta sera a Istanbul quando il suo Ferdy si trovò muso a muso con l’arbitro Brazauskas che voleva espellerli dal campo, l’avrebbe bruciato l’arbitro lituano. Avesse davvero poteri occulti Siena avrebbe vinto, invece Brazauskas ha arbitrato (male, almeno questo!..) mentre alla finale e Siena non c’è arrivata.
Una vera zarina, men che meno una Lady Macbeth piccolo-borghese, una donna fiera del suo uomo, della sua famiglia, del suo ruolo, partecipe in tutto e per tutto dei destini della società, della squadra e dell’intreccio senese che ha unito il basket e le sue istituzioni fino al 2050.
Non penso organizzi salotti, mi piace apprezzandone la figura pratica, da parterre, di rappresentanza ma anche operativa. Mi raccontano che non si sia fatta scrupolo di festeggiare con la squadra dopo uno dei primi scudetti raggiungendo lo spogliatoio dove un americano grande e grosso, Thornton, per l’affettuoso abbraccio le avrebbe incrinato addirittura un paio di costole. Ufficialmente è responsabile delle statistiche – impegno affine all’incarico professionale al Monte – e di Internet, per cui scrivendo spesso ogni volta che inizio un articolo me la vedo davanti con i suoi affilati “artigli”, e le sussurro, mandandole il messaggio con un soffio: “speriamo che io me la cavo…”. Incarico strategico quello di sorveglianza della Rete. Purtroppo gli sprovveduti come il sottoscritto sono nudi, esprimono le loro idee, i loro concetti, tentano di fare del sano giornalismo che può piacere o non piacere, mentre si agitano, sono in agguato canaglie patentate. Delle quali anche lei è rimasta vittima, con pesanti allusioni di contenuto fumettistico-volgare che davvero meriterebbero l’oscuramento. Perciò mi scuso per loro che non sanno quello che si fanno, e soprattutto con la dottoressa Mereu augurandomi di aver dato “alla cesaressa quello che è della cesaressa”.
SIENA. Tutti gli sport sono considerati di genere maschile, il calcio, il tennis, il volley e anche il basket la cui storia italiana porta a Siena, dal 1907 ad oggi, e ci permette forse di capire e apprezzare quella declinazione al femminile. Nel saggio sociologico dedicato dall’Università di Siena al successo di questo sport è mancante un capitolo sul “contributo femminile”, oggi assurto a massima responsabilità proprio nel caso della senese promotrice del libro, la presidentessa di ferro dello storico Costone. Quella Patrizia Morbidi che dedica uno terzo della sua lunghissima giornata per gestire la benemerita polisportiva “fioretto e bastone” impugnando indifferentemente, spiega lei, lo spazzolone per aiutare nelle pulizie o la penna per firmare l’ultima rata del mutuo del palazzetto di Montechiaro, credo sui 135 mila euro all’anno.
Questa bella storia “basket & donne” comincia con la professoressa senese Nomi Pesciolini che probabilmente oltre a presentare al concorso di Venezia questa attività propedeutica alle sue allieve di ginnastica femminile, la definì “palla al balzello” italianizzata poi in “pallacanestro”.
Da quel momento in poi l’unica donna con tanto di portafogli familiare a gestire l’incarico di presidente è stata Barbara Agradi-Bandiera, presidentessa-imprenditrice che negli anni d’oro di Pavia portò il grande Oscar. Attualmente è impegnata in un’impresa per impianti di sorveglianza e depurazione, è probabile che l’ispirazione di questo ramo d’attività derivi dalla sua esperienza nel board di Lega, unica donna di sempre. Anche gli anni d’oro di Montecatini sono di una spiritosissima affascinante lady-macbeth col tacco a spillo che, sembra, grazie a un grande affare da 13 miliardi, un giocatore acquistato da un magnate per questa cifra-record, ebbe in premio dal suo uomo, il presidente, un grande albergo. Per lei avrebbero perso la testa in molti, compresi fra gli altri Sgarbi e due allenatori, corrisposti o no è affar loro. Quando calzava il tacco a spillo era irresistibile, dedicandole un’ode che lei ha incorniciato.
Ricordo una forza della natura Midia Borghi, la figlia del grande commendatore del miracolo-Ignis,, col doppio matrimonio cestistico. Quello con l’ingegner Tedeschi, primo presidente di Lega Basket e Ivan Bisson, la prima grande ala della nazionale. Donna passionale, sanguigna, travolgente nel senso buono.
Grandi tifose dei propri mariti e non delle squadre, come la supertifosa moglie di Gilberto Benetton, sono state le amabili signore Allievi e Scavolini, addette alle salmerie. “Tremenda” l’affascinante signora Premier, oggi noto avvocato che ha tentato di sbranarmi in un’aula di tribunale dopo avermi gridato le cose peggiori oltre le transenne quando, ai tempi della rosea, scrivevo del proverbiale atletismo del marito. Charmante la moglie di Giancarlo Sarti, la stilista di Ferrè. Tifosissime del marito la signora Recalcati, a volte incontenibile, idem come Marina Bianchini.
Oggi la presenza femminile nella A sta crescendo, è quasi d’obbligo per tutti la segretaria a tutto campo, diffusa e di tendenza quella dell’addetto stampa, ma le donne controllano anche le biglietterie, la logistica, i settori giovanili, ricoprono la direzione marketing (Simone Vedovato), le relazioni esterne, Internet e figurano nel consiglio come Annunziata Argo responsabile della tesoreria di Caserta, oltre a consulenze fiscali e legali.
Ma oggi marca la sua superiorità con la Mens Sana Basket che grazie alla regia di una donna con gli stivali avrebbe fatto salire pazientemente, con tenacia, il basket dentro l’ascensore che porta ai piani alti del Monte. E’ lì che vanta un incarico dirigenziale la dottoressa Rosanna Mereu. E’ quel che si dice un’operazione di potere. Ne parlo con rispetto e ammirazione, sia per averla conosciuta (anche se tanti anni fa, poche parole e sguardi eloquenti fra professionisti, niente segrete complicità…) e sia per le parole di stima che spende l’esimio professore che mi racconta di averle dato la laurea (credo in scienze economiche) assieme al marito.
Esempio, il loro, di solida inscindibile famiglia creata in stile “college americano”. I due bravi studenti universitari che hanno interessi comuni, si conoscono giovanissimi, vogliono sfondare, e fanno carriera. Un po’ – basketizzando, insomma, la storia aurea dei Clinton. Anzi, davo per scontato che la storia di questo fortunato sodalizio avesse come sbocco naturale la vice-presidenza, poltrona peraltro occupata sempre al femminile nel jumbo-staff mensanino, o la stessa presidenza visto che Ferdy ha più ruoli. Ma qui mi fermo, in un “laboratorio” dove si pesano anche le virgole e lei, la dottoressa Mereu-Minucci, è l’ultimo filtro non vorrei che mi si ricordasse “fra moglie e marito non mettere il dito…”. Credo tuttavia che questa promozione sia però sia solo questione di forma. Magari non è plausibile (o presentabile) che un dirigente del Monte sia alla vice-presidenza, ma quel che importa è la sostanza.
L’apparentemente gracile esangue ma nevrile zarina (per via degli amati stivali, a volte anche argentei) di origini sarde (nell’Oristanese ci sono dei Mereu che si occupano di basket, e il nome Rosanna è molto diffuso), con una forza mentale che dicono spacchi le montagne, sembra l’ago della bilancia di un indistruttibile (e invidiabile) sodalizio che non trova eguali nella storia del nostro sport. E che conferma l’aforisma del successo maschile: dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna.
L’importanza di Lady M. (sta per Mereu, non per la crudele shakespeariana Macbeth..) nell’escalation della Mens Sana è del resto un dato di fatto che crea una breccia del duro maschilismo senese (vedi la vicenda dell’ostracismo ocaiolo alle sue donne), e piuttosto la punta di un iceberg di un laboratorio progettuale.
Nessuno, e lo faccio io volentieri per la prima volta, ha parlato di questa vera e propria task force femminile dentro la Mens Sana- Mps con ben 9 donne a un ruolo di alta responsabilità contro la semplice segretaria di altre società, con tutto il rispetto che va a queste amabili figure, alcune divenute storiche che ancora oggi resistono, come “sua fedeltà”, la senese Olga Finetti, la garbata Lorena Rossini di Cantù o la simpatica Marilena Battisti, generosa rossa pesarese.
Le Nove (Noveschi al femminile..) sono la vicepresidente Paola Serpi, le ben tre segretarie (quella generale Olga Finetti, di presidenza Serena Macchi e in segreteria Erika Perugini), l’addetta stampa Ylenia Girolami, la responsabile della biglietteria Benedetta Collini, la responsabile delle Relazioni internazionali Johanna Brett Martin. Abbiamo poi Rosanna Mereu e la figlia Federica con la sua Best Solution, azienda di servizi marketing informatica in via di sviluppo, assieme al marito del quale sono azioniste con Ferdy.
Aneddoti?. Beh, mi hanno raccontato che ai tempi di Valerio Bianchini, vedendomi spuntare al palasport senese, la presidentessa-ombra (detto sempre con stima) faceva gli scongiuri coinvolgendo persino quella che era allora una cara amica mia dedita alla superstizione nelle sue punte estreme. Cose da circe?. Via, ci ho riso sopra. “Vedi cosa non farebbe una vera donna..”, mi sono invece detto con ammirazione.
Lo sport italiano è pieno di queste storie, spargimenti di sale (Trapattoni), incensi bruciati negli spogliatoi e riti propiziatori prima della gara, bamboline trafitte dagli spilloni. Peggio, molto peggio, plagiare gli arbitri, come è venuto fuori da Moggiopoli. La più grande religione italiana del resto nell’Italia ‘gnostica è oggi la superstizione, fa parte del nostro costume e se le vuvuzelas africane scacciano il maligno (e spaccano i timpani), del resto maghi, fattucchiere cartomanti sono al servizio anche di grandi imprenditori e politici. Che male c’è se Ferdy vuole assegnare, come raccontano, i posti a tavola, controllare le inquadrature dei servizi Tv?. Berlusconi ha dettato un codice: non lasciare nulla di intentato. Il gioco è grosso, ballano 17 milioni di euro per stagione, guai a chi non curasse ogni aspetto del successo nella società dell’immagine. Lui è un manager a 360 gradi.
Costantemente sulla tolda di comando, anche se per la verità nelle foto dei successi recenti non l’ho più vista fra quelle 30-40 persone che gioivano al Forum dopo il 5° scudetto. Sempre sottobraccio al suo grande Ferdy, sia all’ingresso al palazzo, nella postazione durante la partita, le trasferte sempre più difficili con la protezione dei body-guard, sempre insieme davanti allo spogliatoio prima della gara, e dicono di averla visto sussurrare all’orecchio del marito che poi è subito andato da Pianigiani il quale passeggiava nervosamente. Lei è anche l’ispiratrice, credo, dell’accordo con la Lega Tumori, delle attività sociali a favore degli anziani e dei pacchi-dono natalizi per gli ospedali. Uno sguardo glaciale, impenetrabile, dietro quelle lenti chanel coi brillantini. Quella brutta sera a Istanbul quando il suo Ferdy si trovò muso a muso con l’arbitro Brazauskas che voleva espellerli dal campo, l’avrebbe bruciato l’arbitro lituano. Avesse davvero poteri occulti Siena avrebbe vinto, invece Brazauskas ha arbitrato (male, almeno questo!..) mentre alla finale e Siena non c’è arrivata.
Una vera zarina, men che meno una Lady Macbeth piccolo-borghese, una donna fiera del suo uomo, della sua famiglia, del suo ruolo, partecipe in tutto e per tutto dei destini della società, della squadra e dell’intreccio senese che ha unito il basket e le sue istituzioni fino al 2050.
Non penso organizzi salotti, mi piace apprezzandone la figura pratica, da parterre, di rappresentanza ma anche operativa. Mi raccontano che non si sia fatta scrupolo di festeggiare con la squadra dopo uno dei primi scudetti raggiungendo lo spogliatoio dove un americano grande e grosso, Thornton, per l’affettuoso abbraccio le avrebbe incrinato addirittura un paio di costole. Ufficialmente è responsabile delle statistiche – impegno affine all’incarico professionale al Monte – e di Internet, per cui scrivendo spesso ogni volta che inizio un articolo me la vedo davanti con i suoi affilati “artigli”, e le sussurro, mandandole il messaggio con un soffio: “speriamo che io me la cavo…”. Incarico strategico quello di sorveglianza della Rete. Purtroppo gli sprovveduti come il sottoscritto sono nudi, esprimono le loro idee, i loro concetti, tentano di fare del sano giornalismo che può piacere o non piacere, mentre si agitano, sono in agguato canaglie patentate. Delle quali anche lei è rimasta vittima, con pesanti allusioni di contenuto fumettistico-volgare che davvero meriterebbero l’oscuramento. Perciò mi scuso per loro che non sanno quello che si fanno, e soprattutto con la dottoressa Mereu augurandomi di aver dato “alla cesaressa quello che è della cesaressa”.