di Enrico Campana
SIENA. Lasciamo un po’ la Mens Sana per non avvitarci sui soliti argomenti. La forbice del divario si è aperta così tanto anche in Europa con una media di 25 palle recuperate per gara (e sono state ben 30 con Teramo, cosa di cui non ho ricordanza), che proporrò ufficialmente di giocare un test-match per il Guinness, legando a ciascun giocatore la mano dietro la schiena.
Mi metto in macchina per fare l’inviato nel rovescio della medaglia del basket senese. Prima tappa il match del Chianti Basket, la cui sede è a Poggio San Polo, una piccola frazione di Gaiole, il cuore del Gallo Nero. Una cartolina dal paradiso ancora intatta con una densità da provincia nordica, dove lo sport è costume con la famosa Eroica e i ragazzini che al calcio, anche se vivono in campagna, preferiscono basket, volley e karate. La Mens Sana ha regalato i canestri alla palestrina scolastica che non consente di fare attività ufficiale e per il campionato bisogna mettersi in macchina, una mezzora d’auto per quasi 30 chilometri.
All’inizio del Duemila la Regione ha delegato la gestione dello sport direttamente alle Province toscane e queste hanno dovuto creare a loro volta un progetto ad hoc. Secondo la tradizione, il territorio, le aspettative. Sono ancora grato all’assessore Giorgio Del Ciondolo per avermi affidato l’incarico che mi ha permesso di conoscere lo sport dalla parti delle radici più che, come si suol dire, la periferia. Il “nostro” territorio è composto di 35 comuni, 35 realtà diverse, dal ciclismo alla ruzzola… Alle riunioni di zona con i sindaci e gli assessori in Valdichiana, Valdorcia, Valdelsa, Chianti, emergevano puntualmente due problemi principali: le distanze e l’ottimizzazione degli impianti. Alcuni sovraffollati e altri scarsamente utilizzati come la piscina di Buonconvento, e ricordo bene l’idea di creare un pool fra comuni vicini per ottimizzare i costi e l’utilizzo e la mia proposta, in te mpi di vacche grasse, di realizzare nuovi impianti che rappresentassero filoni d’interesse delle varie comunità e soprattutto dei gusti alternativi dei giovani.
Pur privo di una casa, il Chianti Basket è arrivato la settimana scorsa in cima alla serie D battendo Arezzo in un derby spettacolare all’insegna di una sana rivalità. In verità non si tratta di un vero e proprio esilio, i giocatori son quasi tutti di scuola senese, in particolare della Virtus e questo permette di capire una delle molte sfaccettature della schiacciante gloria dell’imbattibile squadra della Lega Italiana in quanto praticamente in ogni famiglia locale c’è un tesserato. E le istituzioni e la banca devono tenerne conto di questo family-game che rappresenta la “Diciottesima Contrada”.In contemporanea del match di cartello di Serie D a 200 metri d’aria, tanto per capire il fenomeno, era in programma lo stesso sabato anche un derby giovanile, basket-city è qui, altro che Bologna.
Il suo presidente, lo stimato pediatra professor Guido Calciolari, tifoso canturino dai tempi della Milenka Cantù, parliamo di 50 anni fa, ha rinunciato quest’anno a giocare nell’ impianto col parquet perché costava ben 250 euro a partita che poteva significare il fallimento, confida nella promessa del Comune di Siena per l’impianto di Ravacciano a gennaio e si è trasferito nel frattempo nel confortevole Palaceccherini vicino alle carceri. Col fondo taglia gambe e pericoloso in linoleum (e difatti un aretino è stato portato fuori a braccia dopo un pauroso volo..), la ztl che prevede un’ora di cammino fra ricerca del parcheggio (e lo trovi) fuori Porta Pispini. Ecco perché come responsabile del Progetto dello Sport della Provincia avevo lanciato l’idea di quattro impianti-pilota ai quattro angoli di raccolta fuori dalle mura cittadine, per creare una cintura sportiva facile da raggiungere.
La società ha solo 8 anni, da 3 anni disputa i playoff per la C-2 e questa potrebbe essere la volta buona. E’ composta da 25 soci appassionati di basket, amici, familiari.“Siamo insomma – precisa Calciolari che per la professione fa la spola fra Siena e Lugano dove è primario e ha quattro figli uno dei quali è stato medico un paio d’anni alla Mens Sana – la classica società dilettantistica, niente sottobanco…”
“Qui – aggiunge – il presidente non vuole diventare sindaco, il premio partita è la piazza, ma solo in trasferta. Un giocatore in rappresentanza della squadra è cooptato nel consiglio direttivo per un concetto di sana democrazia. Di solito le società non vogliono far sapere ai giocatori cosa fanno, da noi è l’opposto. Nello statuto c’è scritto che parte del bilancio deve andare ad opere di sostegno umanitario, ogni anno destiniamo 2-3000 euro. Dopo Emergency adesso siamo coinvolti nel Progetto Malawi, paese povero ma dove fortunatamente non esistono conflitti. Anche Banca Intesa ci ha dato una mano. Vorremmo realizzare una scuola di basket in Africa, solo Pesaro è riuscita a farla in Ghana”.
La Serie D vale la serie B di 20 anni fa, i fondamentali vengono rispettati, non c’è niente di sgraziato, ogni tanto magari il tiro sembra una sassata, il fallo di sfondamento una ruzzata, ma non è facile segnare 83 punti in Serie D. Molte squadre di A non ci arrivano. E il Chianti Basket con la sua squadra ben attrezzata e decisamente giovane (a parte il suo capitano Lovari, 37 anni, docente in Scienza della Comunicazione) ne ha segnati ben 99 a Terranuova Bracciolini come ricorda “Chicchirichì News”, il suo giornalino ciclostilato: Cè sana passione, un gruppo di ragazzini becca gli arbitri per tutta la gara minacciando di mettersi addirittura un serpente sotto la doccia… Una signora trascina via il marito disgustato dall’arbitraggio, il presidente a sua volta incoraggia l’allenatore a guardare più alla difesa, i giocatori sono bene impostati, fossero slavi almeno il 50 per cento avrebbe la possibilità di mettersi alla prova nella massima divisione. Per tutti nell’intervallo viene offerto un catering che farebbe invidia anche a un club campione d’Europa, con porchetta di cinta senese, il Chianti vincente di Nicola Lapis e focaccia. Il gallo nero ha cantato felice per la quarta volta, con questa allegra brigata ci si diverte veramente. Non rimpiango certo il grande basket…
SIENA. Lasciamo un po’ la Mens Sana per non avvitarci sui soliti argomenti. La forbice del divario si è aperta così tanto anche in Europa con una media di 25 palle recuperate per gara (e sono state ben 30 con Teramo, cosa di cui non ho ricordanza), che proporrò ufficialmente di giocare un test-match per il Guinness, legando a ciascun giocatore la mano dietro la schiena.
Mi metto in macchina per fare l’inviato nel rovescio della medaglia del basket senese. Prima tappa il match del Chianti Basket, la cui sede è a Poggio San Polo, una piccola frazione di Gaiole, il cuore del Gallo Nero. Una cartolina dal paradiso ancora intatta con una densità da provincia nordica, dove lo sport è costume con la famosa Eroica e i ragazzini che al calcio, anche se vivono in campagna, preferiscono basket, volley e karate. La Mens Sana ha regalato i canestri alla palestrina scolastica che non consente di fare attività ufficiale e per il campionato bisogna mettersi in macchina, una mezzora d’auto per quasi 30 chilometri.
All’inizio del Duemila la Regione ha delegato la gestione dello sport direttamente alle Province toscane e queste hanno dovuto creare a loro volta un progetto ad hoc. Secondo la tradizione, il territorio, le aspettative. Sono ancora grato all’assessore Giorgio Del Ciondolo per avermi affidato l’incarico che mi ha permesso di conoscere lo sport dalla parti delle radici più che, come si suol dire, la periferia. Il “nostro” territorio è composto di 35 comuni, 35 realtà diverse, dal ciclismo alla ruzzola… Alle riunioni di zona con i sindaci e gli assessori in Valdichiana, Valdorcia, Valdelsa, Chianti, emergevano puntualmente due problemi principali: le distanze e l’ottimizzazione degli impianti. Alcuni sovraffollati e altri scarsamente utilizzati come la piscina di Buonconvento, e ricordo bene l’idea di creare un pool fra comuni vicini per ottimizzare i costi e l’utilizzo e la mia proposta, in te mpi di vacche grasse, di realizzare nuovi impianti che rappresentassero filoni d’interesse delle varie comunità e soprattutto dei gusti alternativi dei giovani.
Pur privo di una casa, il Chianti Basket è arrivato la settimana scorsa in cima alla serie D battendo Arezzo in un derby spettacolare all’insegna di una sana rivalità. In verità non si tratta di un vero e proprio esilio, i giocatori son quasi tutti di scuola senese, in particolare della Virtus e questo permette di capire una delle molte sfaccettature della schiacciante gloria dell’imbattibile squadra della Lega Italiana in quanto praticamente in ogni famiglia locale c’è un tesserato. E le istituzioni e la banca devono tenerne conto di questo family-game che rappresenta la “Diciottesima Contrada”.In contemporanea del match di cartello di Serie D a 200 metri d’aria, tanto per capire il fenomeno, era in programma lo stesso sabato anche un derby giovanile, basket-city è qui, altro che Bologna.
Il suo presidente, lo stimato pediatra professor Guido Calciolari, tifoso canturino dai tempi della Milenka Cantù, parliamo di 50 anni fa, ha rinunciato quest’anno a giocare nell’ impianto col parquet perché costava ben 250 euro a partita che poteva significare il fallimento, confida nella promessa del Comune di Siena per l’impianto di Ravacciano a gennaio e si è trasferito nel frattempo nel confortevole Palaceccherini vicino alle carceri. Col fondo taglia gambe e pericoloso in linoleum (e difatti un aretino è stato portato fuori a braccia dopo un pauroso volo..), la ztl che prevede un’ora di cammino fra ricerca del parcheggio (e lo trovi) fuori Porta Pispini. Ecco perché come responsabile del Progetto dello Sport della Provincia avevo lanciato l’idea di quattro impianti-pilota ai quattro angoli di raccolta fuori dalle mura cittadine, per creare una cintura sportiva facile da raggiungere.
La società ha solo 8 anni, da 3 anni disputa i playoff per la C-2 e questa potrebbe essere la volta buona. E’ composta da 25 soci appassionati di basket, amici, familiari.“Siamo insomma – precisa Calciolari che per la professione fa la spola fra Siena e Lugano dove è primario e ha quattro figli uno dei quali è stato medico un paio d’anni alla Mens Sana – la classica società dilettantistica, niente sottobanco…”
“Qui – aggiunge – il presidente non vuole diventare sindaco, il premio partita è la piazza, ma solo in trasferta. Un giocatore in rappresentanza della squadra è cooptato nel consiglio direttivo per un concetto di sana democrazia. Di solito le società non vogliono far sapere ai giocatori cosa fanno, da noi è l’opposto. Nello statuto c’è scritto che parte del bilancio deve andare ad opere di sostegno umanitario, ogni anno destiniamo 2-3000 euro. Dopo Emergency adesso siamo coinvolti nel Progetto Malawi, paese povero ma dove fortunatamente non esistono conflitti. Anche Banca Intesa ci ha dato una mano. Vorremmo realizzare una scuola di basket in Africa, solo Pesaro è riuscita a farla in Ghana”.
La Serie D vale la serie B di 20 anni fa, i fondamentali vengono rispettati, non c’è niente di sgraziato, ogni tanto magari il tiro sembra una sassata, il fallo di sfondamento una ruzzata, ma non è facile segnare 83 punti in Serie D. Molte squadre di A non ci arrivano. E il Chianti Basket con la sua squadra ben attrezzata e decisamente giovane (a parte il suo capitano Lovari, 37 anni, docente in Scienza della Comunicazione) ne ha segnati ben 99 a Terranuova Bracciolini come ricorda “Chicchirichì News”, il suo giornalino ciclostilato: Cè sana passione, un gruppo di ragazzini becca gli arbitri per tutta la gara minacciando di mettersi addirittura un serpente sotto la doccia… Una signora trascina via il marito disgustato dall’arbitraggio, il presidente a sua volta incoraggia l’allenatore a guardare più alla difesa, i giocatori sono bene impostati, fossero slavi almeno il 50 per cento avrebbe la possibilità di mettersi alla prova nella massima divisione. Per tutti nell’intervallo viene offerto un catering che farebbe invidia anche a un club campione d’Europa, con porchetta di cinta senese, il Chianti vincente di Nicola Lapis e focaccia. Il gallo nero ha cantato felice per la quarta volta, con questa allegra brigata ci si diverte veramente. Non rimpiango certo il grande basket…