di Enrico Campana
SIENA – Alla scoperta dell’altra faccia del basket senese, per capire se tante piccole Mens Sana crescono. Archivio il report sul Chianti Basket approfittando per aggiungere che nel suo piccolo il club del gallo nero nell’intervallo offre agli spettatori ciaccino, porchetta e ottimo vino di San Polo, è con la SuperMps l’unico a non aver mai perso (ma con 1 vittoria in più, 9 su 9 e 83 punti di media che in D sono tantissimi), sta offrendo anche un’identità sportiva a una delle cartoline più belle della terra, pur mancando di un suo impianto e costretta a giocare sempre fuori casa, sta battendosi per costruire un campo per chi sta molto peggio, nel lontano paese africano del Malawi. Operazione però adesso oltremodo difficile, osservavano i suoi soci nell’ultima riunione, per il taglio di più del 50 per cento del micro-contributo della banca.
In una pomeriggio piovoso di domenica mi faccio volentieri un bel po’ di chilometri in auto e arrivo addirittura un'ora prima della partita per godermi anche il back-stage, attratto dallo spessore storico del Costone – una fra le prime società tesserate d’Italia – che incontra nel derby (è anche Mps contro Mps…) di C il Colle Basket. Sono incuriosito anche dalla sua nuova casa, che mi dicono abbia l’aspetto di un auditorium. Mi accolgono con premura e affetto, e mi regalano alcune pubblicazioni sulla loro storia. Sono però talmente understatement che uno dei due autori del libro “La storia sociale della pallacanestro italiana”, non ha nemmeno ricordato la società di cui è addirittura allenatore delle giovanili e che ha messo su internet la sua storia dalle origini ad oggi.
Dopo aver acquistato a Londra nel 1909 e portato in Italia i primi canestri, guidata da alcuni “illuminati sacerdoti”, come Don Vittorio Bonci, mitico capitano della Selva, le cui preci dal ’54 hanno portato giornate felici al “suo” basket (come dimenticare i derby con la Mens Sana?) ma anche tanti palii “fortunelli”alla sua Selva, di cui è stato capitano, il Costone è stato affidato in mani femminili per il balzo nel futuro.
Davvero un salto impensabile, di costume, culturale, e difatti questa società affonda le radici nella storia, nei valori e ha messo il capo nel futuro. E così, non solo per diritto dinastico dovuto ai 25 anni di vice-presidenza del padre, adesso la regia è nelle mani di una attivissima signora, Patrizia Morbidi. La quale nella sua informalità è persino snob, si muove veloce calzando scarpe da basket presentando il suo staff, tutti volontari (“io per prima firmo le carte ma se c’è bisogno spazzo anche il pavimento”). Dimostra meno della sua età la lady d’acciaio, è sotto i 50, colta, lei non vuole essere chiamata dottoressa (“mi piace molto la letteratura italiana del '900, ma ho preferito i figli alla laurea”) e divide la “cestomania” col marito, DS della sezione femminile, ex allenatore.
Ecco una presidentessa-manager, una mosca bianca rara nello sport. E’ lei che ha portato in porto la realizzazione dello splendido campus di Montarioso. Una costruzione architettonicamente splendida nel suo minimalismo. Un costone di mattoni rossi simile a quello naturale dentro le mura cittadine dove c’è l’alma mater della società con un altro impianto e un bel giardino, in cui la squadra fa la preparazione atletica). Sembra un bunker inattaccabile e riesce a essere un'opera di rivalutazione ambientale che giustamente la Fondazione della banca ha sostenuto, anche se per i prossimi 15 anni c’è un mutuo di 120 mila euro all’anno, oltre al costo delle squadre, il peso insostenibile delle tasse-gara, la manutenzione, gli imprevisti… Entrate poche, bisogna frugarsi in tasca, eppoi le società di Siena hanno tutte una propria storia, come la Mens Sana, la Virtus e il CUS.
L’interno è palazzetto luminosissimo con tribune retrattili, funzionale e innovativo. Calando una paratia dal soffitto si creano ben due campi da gioco, uno dei quali ospiterà la Virtus del presidente Fabio Bruttini, altra società che fa i salti mortali. Visitando la foresteria che ospita ragazzi venuti da fuori, e girando sale, saloni, uffici, bar, ti arriva una ventata di sana gioventù. Ci fosse ancora Gianni Petrucci, e non per le cosiddette “quote rosa” penso che “lady Morbidi” sarebbe stata cooptata per il consiglio federale. Sarà per la prossima tornata. Alle 8 del mattino lei è già al lavoro nelle sue aziende alimentari, una delle quali, giuro, vale quanto il famoso Peck-Cracco di Milano, Ma trova il tempo anche per la famiglia e l’energia per mandare avanti questa bella idea di sport e vita, con 200 tesserati fra la sezione maschile e femminile (che si chiama Consum.it, incontri al sabato sera) e il minibasket.
Fra le 16 squadre del Girone E 13 sono tosche, due umbre e una di Sassari, e ben tre sono senesi, secondo l’ordine di classifica il Quid Cus Siena, il Consum-Costone, Mps Colle Val d’Elsa. Al Costone – che ha dato alla squadra di vertice Ceccherini e Bruttini – due anni fa è stato chiamato Piero Franceschini, la freccia di Rosignano, una delle migliori guardie, 14 anni di Mens Sana, del quale il figlio Niccolò, due molle nelle gambe, mancino, coraggioso come uno stuntman, porta avanti l’eredità. E’ il capitano, e cosa fa a fine gara? Corre ad abbracciare la presidentessa e a dedicarle la vittoria.
Quello con il Colle Basket, a pari punti, è un derby temuto, potrebbe diventare rissoso, invece la difesa del Costone, molto vitaminica, indirizza la gara. La torre è Andrea Cessel un razza Piave, con i suoi 2 metri e 5, i suoi 40 anni, il nasone, con la sua mano ogni volta da smerigliare, l’amore per il basket e l’umiltà che gli ha permesso di vestire anche la maglia della Fortitudo e di giocare anche in Grecia. E’ uno dei pochi che ancora fa il vecchio uncino alla Flaborea che era anche lui di Portogruaro. Si è sposato a Siena, ha due figlie, grazie alle lingue la società l’ha aiutato a entrare nel mondo del lavoro con un incarico alla Dante Alighieri di Siena. Matteo Saccani, altra pedina importante, ottimo ball handling e nella tecnica, arriva dalla scuola di Rimini, e dopo la laurea in scienze motorie collabora con la società. Il basket che prepara alla vita.
Il trio Franceschini-Cessel-Saccani dà slancio alla squadra, che s’invola, 18-4, 35-16, 41-18 all’intervallo, stavolta non c’è storia ma non è una partita noiosa. Colle trova ogni volta gli spazi occupati da un difensore avversario. “Siamo una squadra giovane, abbiamo le energie per difendere bene, poi ogni tanto si inciampa in situazioni di stallo per l’inesperienza e viene fuori un gioco individuale”, spiega Franceschini col cuore in gola.
Nell’intervallo c’è anche lo spettacolino della scuola di danza, il pubblico è composto da fedelissimi di ogni età e sesso, del resto alla stessa ora la Mens Sana è in diretta su Sky. “E’ una vetrina importante per Siena, i giocatori – dice lady Morbidi, mentre Colle accenna a una reazione – vengono volentieri a giocare anche in serie C. In passato la Mens Sana una mano ce l’ha data, come nel caso di Davide Cournooh, ma anche noi siamo serviti a loro. E’ stato un dare e avere. Adesso cerchiamo di camminare con le nostre gambe”.
Reazione vibrante dei reds colligiani dopo essere stati doppiati. Siamo 52-36 dopo il 3° tempo, e Franceschini eme i primi 5 minuti, ma i due coaches Andrea Zanotti e Andrea Naldini, un cabarettista che imita Dan Peterson come pochi, sanno tenere la calma, son stati scelti per una facilità di rapporto col gruppo e i giovani, li elogia Franceschini, e quindi trovano subito la giusta contraria.
Il pubblico si scalda. La partita è più aperta, Colle carica a testa bassa, protesta per un “passi”, la presidentessa cittadina mormora un divertente “ma quando li avete visti mai i passi a Colle?”, il suo Costone chiude sul 69-50, successo tondo. E dal pubblico si leva uno spassoso commento del tutto senese all’indirizzo degli sconfitti: “Tanto voi c’avete la moschea…”. La gente sfolla contenta, ci si congeda con la musica a tutto volume, e mi appunto questo possibile slogan per i combattivi“costoniani”: “Canestro e bastone, questo è il Costone”. O “canestro o bastone, viva il Costone”. Il copyright, a scanso di equivoci, è naturalmente frutto dell’entusiasmo del sottoscritto.
SIENA – Alla scoperta dell’altra faccia del basket senese, per capire se tante piccole Mens Sana crescono. Archivio il report sul Chianti Basket approfittando per aggiungere che nel suo piccolo il club del gallo nero nell’intervallo offre agli spettatori ciaccino, porchetta e ottimo vino di San Polo, è con la SuperMps l’unico a non aver mai perso (ma con 1 vittoria in più, 9 su 9 e 83 punti di media che in D sono tantissimi), sta offrendo anche un’identità sportiva a una delle cartoline più belle della terra, pur mancando di un suo impianto e costretta a giocare sempre fuori casa, sta battendosi per costruire un campo per chi sta molto peggio, nel lontano paese africano del Malawi. Operazione però adesso oltremodo difficile, osservavano i suoi soci nell’ultima riunione, per il taglio di più del 50 per cento del micro-contributo della banca.
In una pomeriggio piovoso di domenica mi faccio volentieri un bel po’ di chilometri in auto e arrivo addirittura un'ora prima della partita per godermi anche il back-stage, attratto dallo spessore storico del Costone – una fra le prime società tesserate d’Italia – che incontra nel derby (è anche Mps contro Mps…) di C il Colle Basket. Sono incuriosito anche dalla sua nuova casa, che mi dicono abbia l’aspetto di un auditorium. Mi accolgono con premura e affetto, e mi regalano alcune pubblicazioni sulla loro storia. Sono però talmente understatement che uno dei due autori del libro “La storia sociale della pallacanestro italiana”, non ha nemmeno ricordato la società di cui è addirittura allenatore delle giovanili e che ha messo su internet la sua storia dalle origini ad oggi.
Dopo aver acquistato a Londra nel 1909 e portato in Italia i primi canestri, guidata da alcuni “illuminati sacerdoti”, come Don Vittorio Bonci, mitico capitano della Selva, le cui preci dal ’54 hanno portato giornate felici al “suo” basket (come dimenticare i derby con la Mens Sana?) ma anche tanti palii “fortunelli”alla sua Selva, di cui è stato capitano, il Costone è stato affidato in mani femminili per il balzo nel futuro.
Davvero un salto impensabile, di costume, culturale, e difatti questa società affonda le radici nella storia, nei valori e ha messo il capo nel futuro. E così, non solo per diritto dinastico dovuto ai 25 anni di vice-presidenza del padre, adesso la regia è nelle mani di una attivissima signora, Patrizia Morbidi. La quale nella sua informalità è persino snob, si muove veloce calzando scarpe da basket presentando il suo staff, tutti volontari (“io per prima firmo le carte ma se c’è bisogno spazzo anche il pavimento”). Dimostra meno della sua età la lady d’acciaio, è sotto i 50, colta, lei non vuole essere chiamata dottoressa (“mi piace molto la letteratura italiana del '900, ma ho preferito i figli alla laurea”) e divide la “cestomania” col marito, DS della sezione femminile, ex allenatore.
Ecco una presidentessa-manager, una mosca bianca rara nello sport. E’ lei che ha portato in porto la realizzazione dello splendido campus di Montarioso. Una costruzione architettonicamente splendida nel suo minimalismo. Un costone di mattoni rossi simile a quello naturale dentro le mura cittadine dove c’è l’alma mater della società con un altro impianto e un bel giardino, in cui la squadra fa la preparazione atletica). Sembra un bunker inattaccabile e riesce a essere un'opera di rivalutazione ambientale che giustamente la Fondazione della banca ha sostenuto, anche se per i prossimi 15 anni c’è un mutuo di 120 mila euro all’anno, oltre al costo delle squadre, il peso insostenibile delle tasse-gara, la manutenzione, gli imprevisti… Entrate poche, bisogna frugarsi in tasca, eppoi le società di Siena hanno tutte una propria storia, come la Mens Sana, la Virtus e il CUS.
L’interno è palazzetto luminosissimo con tribune retrattili, funzionale e innovativo. Calando una paratia dal soffitto si creano ben due campi da gioco, uno dei quali ospiterà la Virtus del presidente Fabio Bruttini, altra società che fa i salti mortali. Visitando la foresteria che ospita ragazzi venuti da fuori, e girando sale, saloni, uffici, bar, ti arriva una ventata di sana gioventù. Ci fosse ancora Gianni Petrucci, e non per le cosiddette “quote rosa” penso che “lady Morbidi” sarebbe stata cooptata per il consiglio federale. Sarà per la prossima tornata. Alle 8 del mattino lei è già al lavoro nelle sue aziende alimentari, una delle quali, giuro, vale quanto il famoso Peck-Cracco di Milano, Ma trova il tempo anche per la famiglia e l’energia per mandare avanti questa bella idea di sport e vita, con 200 tesserati fra la sezione maschile e femminile (che si chiama Consum.it, incontri al sabato sera) e il minibasket.
Fra le 16 squadre del Girone E 13 sono tosche, due umbre e una di Sassari, e ben tre sono senesi, secondo l’ordine di classifica il Quid Cus Siena, il Consum-Costone, Mps Colle Val d’Elsa. Al Costone – che ha dato alla squadra di vertice Ceccherini e Bruttini – due anni fa è stato chiamato Piero Franceschini, la freccia di Rosignano, una delle migliori guardie, 14 anni di Mens Sana, del quale il figlio Niccolò, due molle nelle gambe, mancino, coraggioso come uno stuntman, porta avanti l’eredità. E’ il capitano, e cosa fa a fine gara? Corre ad abbracciare la presidentessa e a dedicarle la vittoria.
Quello con il Colle Basket, a pari punti, è un derby temuto, potrebbe diventare rissoso, invece la difesa del Costone, molto vitaminica, indirizza la gara. La torre è Andrea Cessel un razza Piave, con i suoi 2 metri e 5, i suoi 40 anni, il nasone, con la sua mano ogni volta da smerigliare, l’amore per il basket e l’umiltà che gli ha permesso di vestire anche la maglia della Fortitudo e di giocare anche in Grecia. E’ uno dei pochi che ancora fa il vecchio uncino alla Flaborea che era anche lui di Portogruaro. Si è sposato a Siena, ha due figlie, grazie alle lingue la società l’ha aiutato a entrare nel mondo del lavoro con un incarico alla Dante Alighieri di Siena. Matteo Saccani, altra pedina importante, ottimo ball handling e nella tecnica, arriva dalla scuola di Rimini, e dopo la laurea in scienze motorie collabora con la società. Il basket che prepara alla vita.
Il trio Franceschini-Cessel-Saccani dà slancio alla squadra, che s’invola, 18-4, 35-16, 41-18 all’intervallo, stavolta non c’è storia ma non è una partita noiosa. Colle trova ogni volta gli spazi occupati da un difensore avversario. “Siamo una squadra giovane, abbiamo le energie per difendere bene, poi ogni tanto si inciampa in situazioni di stallo per l’inesperienza e viene fuori un gioco individuale”, spiega Franceschini col cuore in gola.
Nell’intervallo c’è anche lo spettacolino della scuola di danza, il pubblico è composto da fedelissimi di ogni età e sesso, del resto alla stessa ora la Mens Sana è in diretta su Sky. “E’ una vetrina importante per Siena, i giocatori – dice lady Morbidi, mentre Colle accenna a una reazione – vengono volentieri a giocare anche in serie C. In passato la Mens Sana una mano ce l’ha data, come nel caso di Davide Cournooh, ma anche noi siamo serviti a loro. E’ stato un dare e avere. Adesso cerchiamo di camminare con le nostre gambe”.
Reazione vibrante dei reds colligiani dopo essere stati doppiati. Siamo 52-36 dopo il 3° tempo, e Franceschini eme i primi 5 minuti, ma i due coaches Andrea Zanotti e Andrea Naldini, un cabarettista che imita Dan Peterson come pochi, sanno tenere la calma, son stati scelti per una facilità di rapporto col gruppo e i giovani, li elogia Franceschini, e quindi trovano subito la giusta contraria.
Il pubblico si scalda. La partita è più aperta, Colle carica a testa bassa, protesta per un “passi”, la presidentessa cittadina mormora un divertente “ma quando li avete visti mai i passi a Colle?”, il suo Costone chiude sul 69-50, successo tondo. E dal pubblico si leva uno spassoso commento del tutto senese all’indirizzo degli sconfitti: “Tanto voi c’avete la moschea…”. La gente sfolla contenta, ci si congeda con la musica a tutto volume, e mi appunto questo possibile slogan per i combattivi“costoniani”: “Canestro e bastone, questo è il Costone”. O “canestro o bastone, viva il Costone”. Il copyright, a scanso di equivoci, è naturalmente frutto dell’entusiasmo del sottoscritto.